2020-08-29
Mancheranno 400.000 insegnanti
Ora lo può vedere anche chi si era tappato gli occhi: la situazione della scuola è fuori controllo. La colpa è di un ministro largamente al di sotto della sufficienza. E tuttavia sul banco degli imputati non può salire solo Lucia Azzolina, perché insieme con lei l'onta tocca anche a chi l'ha scelta. Infatti non ci voleva molto a capire che la responsabile grillina dell'Istruzione non sarebbe mai stata in grado di far ripartire le lezioni mantenendo le distanze di sicurezza. Cioè di tutelare la salute degli studenti, ma anche quella del personale insegnante. La capa del Miur non è nelle condizioni di garantire neppure il proprio futuro, figuriamoci quello delle persone - alunni e docenti - a lei affidate.Dunque, in questo articolo non ce la prenderemo con la ministra della (D)istruzione pubblica, ma con chi ce l'ha inflitta, mettendola alla guida della scuolaitaliana. È contro Giuseppe Conte, i ministri grillini e, per aver accettato supinamente lo scambio di poltrone, quelli del Pd che puntiamo il dito. Se la scuola dopo sei mesi di stop non è in grado di ripartire (come ha candidamente ammesso Vincenzo De Luca, governatore della Campania, uno dei pochi dirigenti del Pd che sembrerebbe non rischiare il posto) lo si deve non alla pandemia, ma alla lentezza con cui ci si è mossi per affrontarla. Si sapeva anche ad aprile, ma prendendosela comoda diciamo a maggio, che le scuole italiane non avrebbero avuto aule sufficientemente capienti per accogliere classi da 25, ma a volte anche 30 studenti, senza ammassarli. Perciò, prima delle vacanze il ministero dell'Istruzione, in combutta con quelli dei Trasporti (per gli scuolabus), dei Lavori pubblici (per le pratiche) e dell'Economia (per i soldi) avrebbe potuto predisporre un piano per reperire nuove aule. Invece, non solo maggio è passato invano, senza che venisse presa alcuna decisione riguardo agli edifici scolastici, ma pure giugno. E poi è trascorso anche luglio. Così si è arrivati ad agosto, quando, sul finire del mese, qualcuno ha deciso di convocare una riunione per far fronte ai pericoli della diffusione del Covid. Pensate che si dovesse fare prima? Anche noi. Ma purtroppo al governo se la sono presa comoda, così adesso mancano decine di migliaia di aule, perché quelle messe a disposizione sono troppo piccole per consentire l'applicazione delle regole decise dal comitato tecnico scientifico. Risultato? Centinaia, se non migliaia di presidi, oggi non sono in grado di garantire le distanze fra studenti e dunque la salute dei ragazzi e del personale docente.I primi a capirlo sono proprio gli insegnanti, i quali oggi le stanno provando tutte, ma proprio tutte, per evitare di salire in cattedra e di beccarsi, a causa della negligenza ministeriale, la brutta malattia. Secondo il ministero, sono 250.000 i professori che non si sono ancora sottoposti al test per escludere d'essere stati contagiati. Qualcuno potrebbe immaginare che non abbiano voglia di lavorare, ma molto più semplicemente, vista la situazione, potrebbero non avere voglia di ammalarsi. Dunque, la riapertura della scuola rischia di essere un disastro, perché ai problemi logistici si aggiungerebbero quelli del personale. Senza professori non si può fare scuola, anche perché al momento mancano pure i supplenti. Tirando le somme, secondo gli esperti, all'appello mancano 400.000 prof, all'incirca uno ogni 20 studenti, alunni delle elementari compresi.In pratica, quella della scuola è la cronaca di un disastro annunciato, perché alla mancanza di aule e di docenti si devono sommare la confusione sui trasporti degli studenti e pure il pasticcio della misurazione e della febbre, definitivamente affidata ai genitori dopo molti tentennamenti.Quando per la prima volta noi, insieme con altri, ci permettemmo di esprimere qualche preoccupazione circa la regolare ripresa delle lezioni, Giuseppe Conte fece da scudo al ministro dell'Istruzione, garantendo di persona. Non so come andranno le cose, se cioè i timori di questi giorni saranno confermati. Una cosa è certa ed è la seguente. Se davvero le scuole fossero costrette a rinviare l'avvio dell'anno scolastico o, peggio, a chiuderlo anticipatamente a causa del contagio, il primo a doverne tirare le conseguenze dovrebbe proprio essere il presidente del Consiglio. Se un capo del governo dà la parola, poi la deve mantenere.Oh certo, il recente passato testimonia anche di chi, come Renzi, promette di sparire e poi ricompare, addirittura andando a braccetto con i 5 stelle. Tuttavia non chiediamo che Conte sparisca: ci basta solo che, di fronte al caos, prenda atto del fallimento e si dimetta. Se poi vuole sottoporsi al giudizio degli italiani con un suo partito, come si dice? Prego, si accomodi.
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