2021-12-31
Scuola e vaccini, il grande ricatto
Fabio Ciciliano del Cts, assurto a nuova fonte del diritto, specifica: «Le ultime norme sulle quarantene valgono per tutte le età». Quindi, a meno di altri interventi, il minore con un positivo in casa potrà uscire (e andare in classe) se inoculato, altrimenti no. E non solo: al Cdm del 5 gennaio si discuterà del super green pass per lavorare.Una volta scoperto il furente gioco della discriminazione, non è semplice abbandonarlo. Ci si prende gusto, a inferire, e nella foga vessatoria si allarga sempre più il tiro, di modo che nessuno sia risparmiato, nemmeno i bambini. Nel caos generale causato dalle nuove indicazioni sulle quarantene, infatti, c’è una non irrilevante porzione di confusione che riguarda proprio i piccini e che potrebbe risolversi in un danno colossale, a meno di ravvedimenti dell’ultimo minuto.Come noto, il Consiglio dei ministri si è riunito mercoledì sera, e ha partorito una serie di nuove norme le quali, di fatto, rendono la vita ancora più difficile ai non vaccinati, liberando invece dall’obbligo di quarantena chi si sia sottoposto a tre dosi di siero o a due (da meno di quattro mesi). Il testo del decreto legge contenente le disposizioni non c’è ancora, dunque tocca appigliarsi a una nota del governo, il comunicato numero 54: già dal nome evoca brutti ricordi. Scorrendo tale nota, apprendiamo appunto che la «quarantena precauzionale» non si applica «a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al Covid-19 nei 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario o dalla guarigione nonché dopo la somministrazione della dose di richiamo».Insomma, chi si è fatto le dovute punturine dovrà limitarsi, in caso di contatto con un positivo, a indossare la mascherina Ffp2 «fino al decimo giorno successivo all’ultima esposizione». Qualora dovesse mostrare dei sintomi, il vaccinato con tre dosi (o con due da meno di 4 mesi) dovrà «effettuare un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultima esposizione al caso». I vaccinati con due dosi da più di quattro mesi, invece, in caso di contatto con un positivo dovranno sottoporsi a quarantena per 5 giorni, con obbligo di tampone negativo al termine del periodo di isolamento. Per i non vaccinati, stesse regole ferree di prima: quarantena per dieci giorni.Fino a qui, tutto molto ingarbugliato ma quasi comprensibile. I guai sorgono quando ci si pone l’ovvia domanda: e i bambini in età scolare? Nel comunicato del governo non si dice nulla a riguardo, dunque - in teoria - la questione dovrebbe rimanere in sospeso fino all’uscita del testo di legge o di eventuali precisazioni da parte dei ministri competenti. Ma ecco che, all’improvviso, dal nulla appare un rappresentante del Cts, il memorabile Fabio Ciciliano, dirigente medico della polizia. Ospite di SkyTg24, il nostro eroe ha dichiarato che le nuove indicazioni sulle quarantene «investiranno tutti i vaccinati indipendentemente dalla fascia d’età».Direte: è abbastanza logico che una legge si applichi a tutti, indipendentemente dall’anno di nascita. Eppure la frasettina di Ciciliano lascia spazio a interpretazioni non esattamente ottimistiche riguardanti la scuola. Proviamo a spiegare. Se le norme sulle quarantene valgono per tutti, significa che al momento del rientro in classe verrà stabilita una pesante discriminazione fra vaccinati e non vaccinati. Il bambino che ha fatto la puntura, qualora entrasse in contatto con un positivo (papà e mamma, ad esempio, o solo uno dei due), non sarebbe obbligato a rimanere chiuso in casa, e potrebbe tranquillamente tornare in classe. Il bambino non vaccinato, invece, dovrebbe rimanere in quarantena per 10 giorni. In questo periodo, il piccolo perderebbe il diritto a studiare, giocare, fare sport, andare al parco: a vivere una vita decente, in poche parole.Capite bene che potremmo trovarci di fronte a un ricatto spaventoso, l’ennesimo. I genitori, onde evitare la reclusione al figlio e la perdita di giorni di scuola, verrebbero indotti a sottoporre il bambino a vaccinazione, a dispetto delle numerose certezze che ancora gravano sull’inoculazione dei minori (su cui molti esperti hanno espresso dubbi o addirittura contrarietà). Non vogliamo parlare di giustizia, dunque appositamente utilizziamo il termine decenza. Ebbene: a voi sembra decente un governo che ricatta le famiglie?Per altro, il ricatto è a più livelli. Oltre al problema dell’eventuale (e ormai di fatto inevitabile) quarantena, c’è pure quello dei mezzi di trasporto. Se sui bus si può salire soltanto con il super green pass, ai ragazzini non vaccinati non basterà nemmeno farsi il tampone. Se vorranno salire sul mezzo diretto a scuola, dovranno prima passare dall’hub per l’iniezione, perché senza il lasciapassare rafforzato - come ribadisce il Corriere della Sera - «sarà impossibile spostarsi con i mezzi pubblici nelle città».Fermi che non è mica finita. Alle incognite sul rientro in classe si aggiungono i dubbi sulla permanenza all’interno delle classi medesime. Nei mesi scorsi sulla didattica a distanza qualche furbastro al ministero dell’Istruzione ha combinato pasticci non piccoli. In ogni caso, attualmente dovrebbe essere ancora valida la circolare di inizio novembre che stabilisce le regole per la dad. I bambini da 0 a 6 anni, se hanno un positivo in classe, finiscono tutti in quarantena (10 giorni) e devono sottoporsi a due test: uno dopo il contatto, uno alla scadenza dei termini.Dai 6 anni in su la situazione cambia. Se in classe c’è un positivo, tutta la classe si deve fare il tampone. Tutti i negativi possono tornare a far lezione in presenza, e cinque giorni dopo devono sottoporsi a un altro test. Se invece i positivi sono due, la quarantena scatta soltanto per i non vaccinati (e già questo era un ricattino dei più subdoli). Infine, se i positivi sono tre, scatta per tutti la didattica a distanza.La domanda è: come si concilia questa circolare con le nuove regole? Rossano Sasso, sottosegretario leghista all’Istruzione, dice alla Verità che, per quanto lo riguarda, la circolare di novembre resta in vigore. «La didattica in presenza», spiega, «è sempre stato uno degli obiettivi principali di questo governo. Dobbiamo ovviamente tenere conto dei dati e della diffusione del virus, ma al 23 dicembre avevamo il 2,5% degli studenti in quarantena e meno dell’1% di positivi. Dunque io considero ancora valida la circolare secondo cui con un positivo in classe non si va in dad. E invito le autorità sanitarie a parlare con una voce unica sull’argomento. Mi aspetto anche gli investimenti promessi sugli impianti di aerazione e sul tracciamento».Già: in teoria le regole stabilite a novembre dovrebbero rimanere in vigore. Ma la sensazione è che anche sul versante scolastico ci si debba attendere qualche novità. Ieri l’Ansa riportava alcune indiscrezioni secondo cui i tecnici del governo starebbero pensando (per le scuole primarie e secondarie) di prevedere - nel caso di presenza in classe di due positivi - autosorveglianza per i vaccinati e quarantena per i non vaccinati.Per ora, il condizionale è d’obbligo. Restano però alcuni pressanti interrogativi. Primo: a che titolo un rappresentante del Cts fornisce interpretazioni su un decreto di cui non è ancora stato pubblicato il testo? Secondo: le circolari sulla dad dei mesi passati come si conciliano con le nuove regole sulle quarantene? E, terzo: ma i ricatti sulla pelle dei bambini non vi suscitano almeno un po’ di disgusto?
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