2020-10-29
Schubert, l’umiltà di un genio sentimentale
Franz Schubert (Getty images)
Musicista dalla straordinaria fecondità creativa, nell'arco di un'esistenza brevissima (morì a 31 anni) compose oltre 600 lieder, sinfonie, musica da camera, messe e opere per pianoforte. Per l'assenza di virtuosismi il pubblico non ne capì l'immensa grandezza.«Per molti anni, ho cantato la mia canzone solitaria. Se cantavo l'amore subito si tramutava in dolore, se avessi cantato il dolore, si sarebbe tramutato in amore». Così scrisse Franz Schubert facendo intravedere la sensibilità da cui nacquero i suoi capolavori.Di tutti i grandi maestri viennesi fino a Johannes Brahms fu l'unico veramente nato a Vienna. Per i viennesi la musica penetrava in tutti gli strati sociali ed era un elemento indispensabile della vita quotidiana. Passeggiando la sera si sentivano spesso da una finestra le note di un trio di Franz Joseph Haydn oppure di un quartetto di Ludwig van Beethoven, eseguiti in famiglia da genitori e figli riuniti sotto lo stesso spartito. Sarebbe difficile stabilire quale fosse il genere prediletto dai viennesi, perché li amavano tutti. C'era musica per ogni momento della giornata, dai grandi concerti mattutini (di cui si conserva la tradizione fino ad oggi al Musikverein con i Wiener Philharmoniker), i concerti pomeridiani nei caffè di Grinzig dove si beveva il vino nuovo.All'ambiente viennese sono legati molti caratteri della musica di Schubert. Egli nacque in una famiglia semplice ed onesta e in costante familiarità con la musica. Il padre era maestro di scuola elementare. In tutti i domini ereditari della corona imperiale un maestro di scuola doveva, tra l'altro, essere un discreto musicista. Come un cantore ai tempi di Johann Sebastian Bach (e Bach stesso, quindi) doveva saper insegnare il latino, così un maestro austriaco doveva essere ben preparato per insegnare musica ai sui allievi. Quindi Franz Schubert ricevette le prime lezioni di violino dal padre, mentre il fratello maggiore gli impartì lezioni di pianoforte. Presto però padre e fratello dovettero riconoscere la loro inadeguatezza come maestri di un bambino che dava segni di una precocità musicale sbalorditiva. Così a sette anni egli fu affidato al maestro del coro della chiesa parrocchiale del Liechtental, un certo Michael Holzer, che gli insegnò a cantare e a suonare l'organo.Si racconta che il maestro assicurava con le lacrime agli occhi di non aver mai avuto un simile allievo: «Ogni volta che cercavo di insegnargli qualcosa di nuovo egli lo conosceva già e io mi limitavo a fissarlo attonito in silenzio. Ne consegue che mi limitavo a passare il tempo con lui». Franz Schubert lasciò la sua casa e passò come corista nella Cappella reale dell'Imperatore e in seguito entrò nel Reale imperiale convitto civico dove si preparavano i giovani agli studi universitari, ma anche i futuri coristi della Cappella reale. Schubert entrò nel Convitto e si distinse non solo nel comportamento e negli studi, ma in particolar modo in tutte le discipline musicali. Il direttore musicale di corte ricevette dal segretariato imperiale una lettera di congratulazioni per i maestri: «Vogliate estendere a Franz Schubert la nostra particolare soddisfazione per i suoi eccellenti progressi in ogni disciplina».Durante questi anni di apprendistato nel Convitto, egli esercitò e sviluppò non solo l'innata inclinazione alla musica, ma anche quel talento nel farsi degli amici che mantenne per tutto il corso della sua vita, nonostante alcune delusioni ricevute. Anche con i fratelli maggiori era in rapporti molto affettuosi e amichevoli. Un anno prima di lasciare il Convitto, scrisse una lettera a uno dei fratelli: «Voglio dirti subito quello che mi preme di dire e arrivare subito al punto. Ho fatto un gran pensare alla vita che si conduce qui e sono arrivato alla conclusione che è abbastanza piacevole anche se forse potrebbe essere migliore. Tu saprai per esperienza che a volte si tirerebbe avanti meglio con un panino e qualche mela, specialmente quando si deve aspettare nove ore tra un modesto pranzo e una ben misera cena. I pochi Groschen che il babbo mi diede, sono svaniti nel nulla fin dai primi giorni. Citando il Vangelo, quelli che sperano in te non saranno esposti alla vergogna: S. Matteo cap. 3 v. 4. È proprio vero. Che cosa ne diresti di farmi avere pochi kreuzer al mese? Tu non ne risentiresti e mi faresti felice e contento nella mia cella. Come già detto ho fede nelle parole dell'apostolo Matteo, dove dice: colui che ha due mantelli ne dia uno ai poveri. Intanto ti prego di ascoltare la voce che incessantemente ti implora di ricordare. Il tuo affezionato, povero, fiducioso e ancora povero fratello Franz».Musicista dalla straordinaria fecondità creativa, nell'arco di un'esistenza brevissima (morì a 31 anni!) compose oltre 600 lieder (canzoni), sinfonie, musica da camera, messe e opere per pianoforte. Le composizioni per violino quali le sonatine e la fantasia, trattano lo strumento come una voce umana dai timbri di varietà infinita e colori. La caratteristica di Schubert era la sua profonda umiltà. Basta citare l'episodio di quando il musicista, che venerava Beethoven, andò per fargli visita, ma non ebbe il coraggio di bussare alla sua porta e tornò indietro. Tra le sue composizioni non si trova mai un concerto solistico in cui la parte principale faccia risaltare la bravura dell'esecutore. Ogni forma di esibizione virtuosistica era estranea al mondo interiore di Schubert. Questa, forse, fu una delle ragioni per cui il pubblico dei concerti (che - frivolo e superficiale come lo qualificò Beethoven - esigeva anche il lato virtuosistico e spettacolare) non capì l'immensa ricchezza del suo genio.
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