2020-11-12
Schede retrodatate e defunti che votano. Giuliani annuncia «prove scioccanti»
Rudy Giuliani (Chip Somodevilla/Getty Images)
Lo spoglio avrebbe seguito un «doppio standard» per valutare i voti in persona e quelli per posta, senza usare il necessario rigore nell'accertare la validità di questi ultimi.Era stato l'eroe capace più del presidente di unire e dare coraggio l'11 settembre del 2001. Ora dirige un plotone di guastatori, ma è sempre lo stesso che cacciò personalmente Arafat da un teatro di New York dove era stato invitato come presidente di uno Stato straniero all'assemblea dell'Onu, dicendogli «questa è casa mia qui, stasera comando io, e tu sei un terrorista assassino». Come fu per il Russiagate, Rudy Giuliani è la scelta migliore quando bisogna dare inizio a una lunga battaglia, il molto denaro delle parcelle di avvocato bastano come spiegazione solo ai poveri di spirito che nutrono la stampa mainstream italiana. Rudy Giuliani non è mai stato uno disposto ad arrendersi o a fare compromessi a basso costo. Ieri è toccato al Michigan, Western District, dove ha chiesto di invalidare centinaia di migliaia di voti che ritiene prodotto di frode assieme al suo nutrito team di avvocati dei migliori studi americani. Il Michigan segue la Pennsylvania. Il team dei legali di Trump ha presentato ricorsi anche in Nevada, Arizona, Wisconsin e Georgia. E intanto ieri la Georgia, ha annunciato che si svolgerà il riconteggio manuale delle schede come chiesto dal tycoon. Oggi saranno invece resi pubblici gli affidavit, le dichiarazioni giurate con valore di prova da depositare in tribunale.Giuliani li ha annunciati e ha aggiunto: sarete scioccati.Da cosa? Da una violazione della Costituzione perché lo spoglio avrebbe seguito un «doppio standard» per valutare i voti in persona e quelli per posta, senza usare il necessario rigore nell'accertare la validità di questi ultimi.«Abbiamo persone che hanno visto gente spinta fuori dai seggi elettorali. Abbiamo persone a cui è stato suggerito di votare al contrario, e a cui è stato mostrato come durante lo scrutinio dei voti per corrispondenza, i rappresentanti di lista del Partito Repubblicano di Pittsburgh sono stati «tenuti fuori dalla sala o lontani dalla sala» per un periodo di 24 ore.«Addirittura dopo che siamo andati in tribunale e ci è stato concesso di avvicinarci di un metro e mezzo, la macchina dei Democratici ha spostato la postazione di conteggio un metro e mezzo più lontano. Questo è documentato in un filmato. Ci sono più di 50 testimoni».Giuliani non si tiene, ne ha per tutti: «Abbiamo le prove ora - non solo dalle Poste, ma anche da altri - che ci sono stati voti retrodatati. In questo momento posso solo dirvi che si tratta di circa 2 o 3 mila voti solo in Pennsylvania. Abbiamo i morti, abbiamo la gente che ha votato 5 o 6 volte».Ebbene sì, è triste per chi lo ritiene, tra i sistemi democratici imperfetti, il migliore sistema inventato e sperimentato, che l'America offra questo spettacolo, ma c'è ancora la speranza che il sistema funzioni e tiri fuori le prove dell'imbroglio. Sempre che non sia tardi perché la realtà abbia la meglio sulla coltre della narrazione entusiasta mondiale. Proviamo a smontare il pezzo che vuole Donald Trump isolato nel partito repubblicano. Non c'è intorno alla disputa sulle elezioni americane, così dolorosa per il sistema delle democrazie nel mondo, così pericolosa per quel sistema -nonostante tutti i presidenti, premier, ministri, commissari di qualunque genere, si siano affrettati a congratulare il presunto vincitore - la spinta degli uomini di Trump ad arrendersi, il tentativo sotterraneo di convincere un capo riottoso e ostinato. Chi lo ha profusamente detto e scritto in questi giorni, con contorno di Melania sull'orlo del divorzio forte di contratto miliardario in mano, e figlio che le regge lo strascico, accompagnamento di figlia Ivanka e genero pronti ritornarsene agli ozi di New York, caffè finale del partito repubblicano lieto di liberarsi del pazzo, sia pur forte di un consenso irrobustito è allargato nel Paese, lo ha detto e scritto perché così si dà forza a un imbroglio colossale e alla sua narrazione farlocca. Va detto che la narrazione è talmente pervasiva da essere perfetta nel suo orrore, da aver consegnato il 99% dei mezzi di informazione del mondo allo sfasciacarrozze della notizia che è degna di essere stampata e sempre rigorosamente separata dalle opinioni. Non è così, sono con Trump i senatori repubblicani, come ha spiegato Mitch McConnel, il loro capogruppo; l'Attorney general, William Barr, che ha autorizzato l'inchiesta di uffici federali e agenti del Federal bureau per trovare le frodi nel processo elettorale; il segretario di Stato, Pompeo, che con ironia mediterranea ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano quando ci sarà una transizione morbida: «Sì, certo, ci sarà una transizione morbida, a una seconda Amministrazione Trump. Le sue azioni legali sul voto sono appropriate».
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)