2018-04-26
Saviano non si indigna per le bombe saudite che straziano lo Yemen
Pronti a stracciarsi le vesti per i ribelli siriani, i progressisti, guidato dallo scrittore assieme a Laura Boldrini e Luciana Littizzetto, tacciono sui crimini commessi dai wahabiti e oscurano le immagini del conflittoQuante volte il pubblico occidentale ha visto la famosa foto del bambino siriano, Omran Daqneesh, impolverato, vittima della guerra in Siria? Probabilmente è l'immagine simbolo del conflitto siriano ed è stata riproposta periodicamente da quasi tutto il mainstream mediatico internazionale nel tentativo di rappresentare il presidente siriano Bashar Al Assad come il vero responsabile della sofferenza del suo popolo. C'è un altro conflitto però, di cui il pubblico occidentale non sa quasi probabilmente nulla. Si tratta della guerra nello Yemen, dove da 3 anni ormai a questa parte si fronteggiano rispettivamente la fazione degli Houthi sciiti e l'Arabia Saudita che sta conducendo dei bombardamenti che stanno mettendo a dura prova la popolazione civile. Solamente per avere una idea del disastro umanitario che questo conflitto sta provocando, è sufficiente citare i dati pubblicati dall'Oms che raccontano di 815.000 persone affette da un'epidemia di colera e 2.156 morte a causa di questa malattia. La responsabilità principale è dei bombardamenti sauditi che colpiscono le infrastrutture sanitarie essenziali che permetterebbero di contenere la diffusione di questa epidemia.L'ultimo attacco di Riyad è accaduto domenica scorsa, e ha colpito nuovamente dei civili inermi presenti ad un matrimonio che si stava celebrando in un villaggio del Nord dello Yemen nel distretto di Bani Qayis. Nell'attacco hanno perso la vita 20 persone, in maggioranza donne e bambini. A documentare quanto accaduto c'è un video straziante girato da Ruptly, l'agenzia di stampa con sede a Berlino appartenente al network di Russia Today, dove si vede un bimbo piangente tra i cumuli di macerie provocati dai bombardamenti sauditi.Le immagini mostrano il piccolo afferrare disperato la testa del suo papà morto nel raid. I soccorritori lo ritrovano solo dopo molte ore e cercano di portarlo via da quella distesa di detriti, ma lui vuole restare lì con suo padre e grida «no, no, no» quando cercano di trascinarlo via. Sono quelle immagini e quei video che colpiscono alla bocca dello stomaco e restano impresse nella memoria come simbolo della crudeltà della guerra. Eppure questa immagine non viene mostrata al pubblico occidentale, né gli intellettuali progressisti nostrani hanno mai speso una parola di condanna contro la brutalità e i crimini di guerra commessi dalla monarchia wahabita.Il pensiero non può che correre all'immagine di Roberto Saviano che assieme ad altri personaggi del mondo dello spettacolo e della politica come Luciana Littizzetto e Laura Boldrini, si tappava la bocca in segno di protesta all'indomani del presunto attacco chimico avvenuto nella città siriana di Duma.Un attacco, è utile ricordare, che non si sa ad oggi se abbia mai avuto veramente luogo. Con il passare dei giorno stanno emergendo elementi importanti che sembrano dimostrare il contrario.Robert Fisk, giornalista britannico di fama internazionale, si è recato sul posto e ha raccolto importanti testimonianze degli abitanti della città che smentiscono completamente quanto sostenuto dagli Elmetti bianchi, il controverso gruppo di opposizione anti Assad, secondo il quale è stato il presidente siriano a utilizzare delle armi chimiche contro la sua popolazione.Quindi ad oggi l'indignazione di Saviano e degli altri è stata riservata ad un episodio probabilmente mai accaduto, ma di fronte alle vere morti e alla reale disperazione di un bimbo yemenita vittima della guerra, il pacifismo di tali personaggi si scioglie come neve al sole.Le ragioni di questo silenzio si possono intuire. A condurre la guerra nello Yemen è l'Arabia Saudita, alleata storica di Washington, alla quale Stati Uniti e Regno Unito forniscono ufficialmente supporto militare e logistico.La stessa ragione per la quale tace probabilmente Nikki Haley, ambasciatrice degli Usa all'Onu, sempre pronta a mostrare durante il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite le immagini dei bimbi siriani, mentre oggi non dice nulla di fronte a tali crimini di guerra. I bambini vittime delle guerre scatenate dagli amici di Washington sono quindi di serie B. Ecco perché oggi Roberto Saviano tace.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.