2024-02-12
Sara Kelany: «Clandestini-criminalità: il legame c’è»
Sara Kelany (Imagoeconomica)
Per la responsabile immigrazione di Fdi, che ha origini egiziane, «la sinistra chiama xenofobo chi si limita a ricordare i dati. Renzi contestò il decreto Caivano e ora fa il legalitario. Il Pd sta danneggiando Ilaria Salis».Sara Kelany, deputata e responsabile per Fratelli d’Italia del tema immigrazione, giusto?«Sì!».Prima o seconda legislatura alla Camera?«Alla prima. Nella precedente ero all’ufficio studi del partito».Eletta in…«Lombardia, capolista collegio due».L’immigrazione è il core business di Fratelli d’Italia. Con risultati però ad oggi deludenti. Facciamo autocritica?«L’autocritica va sempre fatta su ogni tema che si accudisce. Si prendono iniziative e si fanno valutazioni. Il tema immigrazione è fondamentale nel programma di Fratelli d’Italia e del governo. Sicuramente il numero di immigrati sbarcato in Italia nel 2023 è importante. Ma mi permetta di dire che abbiamo fatto più noi in un anno, che la sinistra che in dieci anni ha “sgovernato”, se mi passa il termine. E sottolineerei anche “volutamente”».Risposta che mi aspettavo…«Ci siamo fatti carico di fattori esogeni, straordinari e concomitanti. Il conflitto russo ucraino ha privato di frumento grandi nazioni importatrici. Non a caso nel 2022 il numero più importante di sbarchi lo si è avuto dall’Egitto. Vi aggiunga l’instabilità dovuta ai colpi di stato nel Sahel, gli ultimi in Niger e in Gabon, ma anche l’instabilità libica e tunisina. Infine, l’azione destabilizzante delle truppe mercenarie russe in Africa. Per far fronte a tutto questo il presidente del Consiglio ha realizzato azioni concrete interloquendo sin dal suo insediamento con gli omologhi leader dei Paesi del Mediterraneo e convincendo i colleghi europei a cambiare paradigma. Si ragiona non più in termini di redistribuzione e movimenti secondari. Ma di controllo delle frontiere e quindi movimenti primari».Soddisfatti delle interlocuzioni in Europa? Sinceramente!«Molto! La presidente Von der Leyen in rappresentanza dell’Ue ha sottoscritto un accordo con la Tunisia, in conseguenza del quale negli ultimi mesi del 2023 abbiamo registrato da quella rotta tunisina un calo dell’80% delle partenze. Nel mese di gennaio registriamo - sono dati del Viminale - un 50% in meno. Le azioni che abbiamo compiuto a livello internazionale - e che l’Europa sta attuando - stanno funzionando. Si pensa ad accordi simili con l’Egitto. Abbiamo orientato le politiche europee. La stessa sentenza della Corte costituzionale albanese sancisce la fattibilità del nostro accordo con Tirana cui sta guardando con attenzione anche la Germania».Riflessione maliziosa. Dirottare gli immigrati in Albania serve a farli scappare in Europa agevolmente senza passare dall’Italia. Quindi avete costretto l’Europa a farsi carico del problema…«Materialmente impossibile. Le basi dell’accordo stabiliscono che gli immigrati saranno trattenuti presso quei centri e non potranno essere soggetti fragili. In Albania ci sarà innanzitutto l’hotspot, per la valutazione delle richieste di asilo connesse all’ingresso nell’area Schengen. Ma ci saranno anche due Cpr (centro di permanenza per il rimpatrio, ndr), sia per le espulsioni ordinarie che per quelle rapide di frontiera, per cui si può procedere entro i 28 giorni. Emerge tutto chiaramente dall’accordo stipulato con Tirana e dal successivo disegno di legge di ratifica esitato alla Camera e adesso al Senato».Il piano Mattei di cui tanto si parla è una scatola vuota?«Mi fa sorridere la sinistra che contesta i nostri risultati senza offrire alternative. Del piano Mattei abbiamo iniziato a scrivere le direttrici. Abbiamo celebrato un vertice Italia-Africa alla presenza di 46 delegazioni. Un piano che scriveremo assieme ai partner africani. E stiamo convincendo l’Europa a scendere su questo piano. A differenza dell’est globale, dove Cina e Russia sono interessate rispettivamente a prendersi le materie prime e ad insediare truppe armate che portano instabilità, noi coi partner africani vogliamo stringere un accordo da pari a pari. Superiamo la logica del neocolonialismo. L’Africa è protagonista e deve crescere. Un rapporto di mutuo soccorso. Formazione ed infrastrutture per loro garantendo in primis il diritto a non emigrare. Energia e controllo dei flussi migratori per noi». Dovremmo aspettarci un vertice all’anno?«Ci sarà bisogno di questi momenti. Consideri che mediamente, per darle un’idea, costantemente il nostro presidente Meloni incontra uno o più partner amici africani. Ci sarà un continuo impegno diplomatico a livello internazionale. Ed una cabina di regia coi nostri interlocutori».Avete appaltato la politica estera all’Eni?«Il governo è titolare della politica estera e la esercita senza appaltarla. Il fatto che coinvolga una grande azienda di Stato è un valore aggiunto in termini di concretezza che contraddice l’accusa che il piano Mattei sia una scatola vuota. Entrambe le critiche, entrambe sbagliate, si contraddicono. Senza l’apporto e l’interlocuzione di questi partner industriali il piano Mattei sarebbe sì una scatola vuota. Invece così ci assicuriamo la messa a terra di risorse per realizzare i progetti che servono».I vertici dell’Unione africana hanno però criticato Palazzo Chigi di scarso coinvolgimento nella messa a punto dei primi progetti…«Io non ho letto particolari critiche, ma apprezzamenti. Ma dove ci viene richiesto un maggior coinvolgimento non possiamo che essere soddisfatti. È tutto perfettamente in linea con l’interesse italiano». Lei è di origine egiziana, giusto?«Sì…».Lo stupro della tredicenne catanese perpetrato da un branco di egiziani ha popolato le pagine di alcuni quotidiani. Non di tutti. Solo alcuni. Il tema sicurezza legato a quello dell’immigrazione è una strumentalizzazione t di destra?«Guardi, non le parlo per slogan, ma con pragmatismo. Siamo stati accusati di populismo giustizialista non appena approvato il cosiddetto decreto Caivano. In questo si stabiliva un principio essenziale: se da minorenne ti macchi di un reato ne sei responsabile. Anche se non maggiorenne. Dalle colonne del Riformista di Renzi, si sbraitava di populismo giustizialista ed ora lui si scopre legalitario. Da certi pulpiti lezioncine sulla sicurezza, anche no! La sicurezza va garantita. La responsabilità è personale. Siamo contrari a dilatare le responsabilità perdendoci dietro concetti astratti quali: è colpa della società e del patriarcato. Ma se non erro lei mi invitava a riflettere sul legame fra immigrazione e sicurezza. Parlando di strumentalizzazione. Sbaglio?».Giusto!«Che ci sia una correlazione diretta tra immigrazione irregolare, sicurezza e criminalità è evidente. Gli irregolari finiscono più facilmente nelle maglie della criminalità organizzata. Pensiamo alla mafia nigeriana che gestisce i racket legati allo sfruttamento della prostituzione o allo spaccio di stupefacenti. Ma anche alla criminalità non organizzata. I furti e gli stupri sono evidentemente ed in maggior numero commessi da immigrati irregolari. Se si dicono queste cose la sinistra grida alla xenofobia. Non fa bene al Paese nascondersi dietro al buonismo immigrazionista. Dobbiamo andare alla radice del problema. Ecco perché noi diciamo che in Italia o si entra legalmente o non si entra. La sicurezza parte da qui».Comunque, i rimpatri dei clandestini sono oggettivamente impossibili, onorevole. Diciamoci la verità«Contesto questa affermazione. Abbiamo attualmente in essere una serie di convenzioni con 14 Paesi fra accordi di polizia e memorandum of understanding. La Farnesina sta lavorando ad incrementarli. E nel decreto flussi prevediamo premialità in termini di quote di immigrazione legale per chi fa accordi di rimpatrio». Cioè?«Chi fa accordi di rimpatrio è premiato in termini di flussi di immigrazione regolare consentiti. Inoltre, non è affatto vero che i rimpatri non stanno aumentando; tutt’altro. Consideri che la permanenza prolungata anche a 18 mesi nei Cpr è funzionale alla riuscita del rimpatrio. È il Viminale a confermare coi dati che la permanenza in questi centri rende il rimpatrio molto più facile, probabile e sicuro che in caso di mancato trattenimento. C’è ancora molto da fare, ovviamente. Ma se mai si comincia, mai si arriva».Il ministro Nordio parlava di aumentare il rimpatrio di detenuti stranieri perché scontassero la pena in patria. Questo è veramente un sogno, diciamolo!«Obiettivo ambizioso che però si gioca sul piano della politica estera e dei rapporti internazionali. Proposte in tal senso già dai banchi dell’opposizione nella scorsa legislatura le abbiamo fatte. Ci lavoriamo». Staremo antipatici alla Francia con tutto questo attivismo nel Nordafrica. «Ognuno fa il suo (ride, ndr). Noi non siamo proni agli interessi degli altri Paesi e facciamo ciò che è bene per la nostra nazione. E comunque i rapporti Roma-Parigi restano ottimi. Il Pd ha sempre avuto paura dei francesi. Noi no. Ma questo non cambia la natura dei rapporti».Ultima riflessione. Non vi importa niente di Ilaria Salis perché è di sinistra e perché non vi va di infastidire Orban, governo vostro amico.«Gigantesco errore. A questo governo di Ilaria Salis importa eccome così come di tutti gli altri detenuti italiani all’estero. La verità è che alla sinistra non importa nulla di Ilaria Salis. Ed ha un comportamento che io non esito a definire sconsiderato. La questione deve viaggiare sul piano diplomatico che ha ovviamente tempi e modi diversi rispetto a quelli della politica. I canali che usa la diplomazia sono ben diversi dalla comunicazione della politica. Il governo italiano sta facendo per la Salis, oltre che per altri, un intenso lavoro diplomatico. Si pensi al risultato ottenuto ad esempio con la liberazione di Patrick Zacki. Continuare a strumentalizzare la questione politicamente, come fa la sinistra, crea un danno ad Ilaria prima di tutto, non agevolando il lavoro diplomatico. Il tutto per sperare di guadagnare un bieco vantaggio elettorale».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.