2023-02-21
Rai a bocca asciutta sul business dei social
I Ferragnez e Amadeus hanno fatto pubblicità gratuita a Instagram all’Ariston: ora la Corte dei Conti vuole vederci chiaro. Con sei post l’influencer presentatrice potrebbe incassare oltre 460.000 euro. Per lo showman affari potenziali a sei cifre.«Fare soldi, per fare soldi, per fare soldi. Se esistono altre prospettive, chiedo scusa, non le ho viste». Il formidabile incipit del reportage di Giorgio Bocca per spiegare il miracolo all’italiana fra i signori delle calzature a Vigevano nel 1962 può essere umilmente declinato in chiave digitale 61 anni dopo per il Festival di Sanremo dell’allegra brigata Ferragnez e Amadeus. Con il nobile obiettivo pienamente raggiunto dagli «spiriti inquieti a compenso crescente». Tutti felici, progressisti, inclusivi e bulimici. Tranne la Rai, sul banco degli imputati per avere dilapidato i diritti di esclusiva streaming a favore non certo di piccoli player indigenti ma di colossi del web come Instagram e Amazon.Mentre i dirigenti sempre più in ambasce (innanzitutto l’ad Carlo Fuortes e il direttore dell’Intrattenimento Stefano Coletta) preparano i dossier con i contratti da inviare al Consiglio d’amministrazione in vista della resa dei conti del 3 marzo, non accenna a scemare la polemica sulla superficialità della Rai nel gestire i potenziali guadagni - fuori cachet - di conduttore e ospiti. Nella settimana della propaganda arcobaleno-genderfluid sul palcoscenico dell’Ariston a spese del contribuente italiano, c’è chi potrebbe aver fatto bingo e chi no.Chiara Ferragni ha pubblicato sei storie su Instagram. Secondo la classifica «Instagram Rich» stilata da Hopper HQ, per ogni post sponsorizzato l’influencer incassa 82.000 dollari, che sono 77.000 euro (totale teorico dell’operazione in riviera 462.000 euro), valore determinato dal peso commerciale dei suoi 28 milioni di follower, dalla capacità di coinvolgimento del pubblico e dal «tasso di conversione», la percentuale di utenti che eseguono una specifica azione indicata come obiettivo della campagna dall’inserzionista. Se parliamo invece di post non sponsorizzati, l’imprenditrice cremonese può guadagnare circa 200.000 euro all’anno solo sul social di Mark Zuckerberg.Quelli di Sanremo erano post sponsorizzati oppure no? Difficile rispondere perché Ferragni sponsorizza se stessa, la propria immagine, è uno sponsor vivente. In una delle apparizioni indossava l’abito Dior in lamè (quello con i seni disegnati) riconoscibilissimo anche se non esplicitamente brandizzato. Una zona grigia che il cda Rai è chiamato a esplorare, soprattutto per i cadeaux gratuiti a Instagram. Gli sponsor ufficiali che hanno sborsato 50 milioni in totale per comparire in chiaro sembra non abbiano incassato di buon grado la beffa. Meno complicato il ruolo del marito. Con 14 milioni di seguaci, suo social Fedez vale quasi la metà della moglie: 41.000 euro per ogni post sponsorizzato. Da Sanremo ne ha lanciati sei per un totale ipotetico di 246.000 euro, ma nessuno era sponsorizzato. Rimangono nel mirino della Corte dei Conti per possibile «danno erariale» da parte della Rai il clamoroso traffico sugli account privati Instagram e la pubblicità esplicita del network dal palco dell’Ariston, in assenza di accordi fra le parti come era stato precisato nelle conferenze stampa del festival. Ora il cda di viale Mazzini vuole sapere come mai «non si sia pensato a un accordo commerciale con Instagram e se esistano i margini per un caso di pubblicità occulta».I consiglieri Igor De Biasio, Simona Agnes, Francesca Bria, Riccardo Laganà e Alessandro Di Majo vogliono accedere ai contratti di Ferragni e Fedez «per capire i dettagli e comprendere se vi siano accordi riferiti proprio alla presenza di Instagram». Riguardo alla coppia c’è da risolvere anche la grana Amazon. Il backstage di Sanremo, vietato a tutte le telecamere nel rispetto dell’esclusiva, è stato «violato» in lungo e in largo da quelle della produzione Banijay per la seconda stagione della serie The Ferragnez, con il risultato che chi vuole assistere al «dietro le quinte di Sanremo» dovrà abbonarsi ad Amazon Prime Video. L’influencer e il rapper avrebbero ceduto solo parzialmente i loro diritti di immagine, infatti nei dopofestival praticamente non compaiono. A differenza della Rai, la coppia sa difendere (eccome) i propri interessi. Più semplice la contabilità relativa al caso di Amadeus, che all’inizio del festival non aveva neppure l’account Instagram, apertogli in diretta sotto il naso da boomer cavernicolo da Ferragni. Il presentatore ha pubblicato 21 post raggiungendo in dieci giorni 1,8 milioni di follower. Secondo la società InfluencerMarketingHub che prende in considerazione numero di seguaci e livello di coinvolgimento emotivo (l’engagement), un post di Amadeus varrebbe circa 4500 euro, con un potenziale guadagno annuo di 3,5 milioni se dovesse continuare a quel ritmo. Va doverosamente aggiunto che il direttore artistico, per dirigere il traffico nella kermesse più a sinistra degli ultimi 20 anni, ha già incassato 350.000 euro di compenso.La polemica potrebbe sgonfiarsi davanti a un contratto Rai con Instagram che manderebbe al macero le accuse di pubblicità occulta. Ma a RaiCom negano di averlo mai firmato. La faccenda ha messo in allarme anche l’Agcom, autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il commissario Massimiliano Capitanio (ex deputato della Lega) ha dichiarato a Striscia la notizia: «Non abbiamo visto scritte in sovraimpressione, non è stato comunicato. Quindi se verrà fatto un esposto verificheremo se si tratta effettivamente di pubblicità occulta. Siamo pronti a intervenire».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi
iStock
Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
Continua a leggereRiduci
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?