2023-10-21
Sangiuliano tira dritto sulla sforbiciata: «Cinema da riformare»
Gennaro Sangiuliano (Ansa)
Il ministro conferma i tagli al fondo: «Tanti cittadini fanno sacrifici, chi vuole soldi pubblici abbia moralità». Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha confermato il suo proposito di rivedere il sistema di finanziamenti nel mondo del cinema, anche se la sforbiciata sarà più contenuta di quanto annunciato: 36 milioni in meno, anziché 100. Un tirar dritto, quello di Sangiuliano, non così scontato vista la levata di scudi seguita alla lettera, rivelata da Domani, con la quale il ministro stesso informava il collega del Mef, Giancarlo Giorgetti, di voler intervenire «attraverso risparmi di spesa per complessivi 100 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo».La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha parlato di mossa che «non ha precedenti», il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, di «una scelta allucinante», mentre Francesco Rutelli, presidente dell’Anica - acronimo di Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e digitali -, ha dichiarato che «l’inversione di rotta» del ministero «provocherebbe instabilità e fermerebbe investimenti programmati». Eppure Sangiuliano, intervenuto ieri a margine di un evento a Matera, non ha usato giri di parole, confermando, ai giornalisti che gli hanno rivolto domande in proposito, la propria linea.«Anni fa il tax credit ammontava a 400 milioni», ha ricordato il ministro, aggiungendo che «in pochissimi anni ha superato addirittura gli 800 milioni, poi si è assestato intorno ai 750 milioni: sono cifre importanti, ci sono tanti cittadini che fanno sacrifici su questioni rilevanti come la sanità, i trasporti, la scuola e quindi chi vuole attingere alle risorse pubbliche deve avere un po’ di moralità». Nei piani del ministro, nel 2023 ci sarà però un’inversione di tendenza, con il tax credit che dovrebbe scendere a 746 milioni di euro. Il risparmio previsto dalla revisione del credito d’imposta dovrebbe essere di 36 milioni di euro: 14 provenienti da tagli al bilancio del ministero, 22 dirottati al finanziamento degli scavi archeologici di Pompei. La necessità d’un simile intervento, come raccontato ieri su queste colonne, deriva dalla consapevolezza che non sono rari i film che a fronte di finanziamenti generosi hanno prodotto risultati tanto, troppo modesti. Sherlock Santa e Ladri di Natale, due film di Francesco Cinquemani costati complessivamente 15 milioni di euro - per i quali il ministero aveva concesso un contributo statale di 4 milioni - si sono fermati a soli 13.000 euro di incassi; similmente, a fronte di 700.000 euro di contributo pubblico, Prima di andare via di Massimo Cappelli si è fermato a neppure 30 biglietti al botteghino. E questi sono solo i casi più clamorosi, come sempre ieri la Verità ha messo in luce. Perciò Sangiuliano, pur riconoscendo l’importanza del cinema («una delle espressioni più moderne, quella più comprensibile da tutti quanti noi»), ieri ha dichiarato che si tratta di «un settore dove ci sono stati tanti sprechi».Gli ha fatto eco una nota di Fabio Roscani, componente Fdi in commissione Cultura alla Camera e presidente di Gioventù nazionale, secondo cui «il settore del cinema va interamente trasformato. Basta a ignobili mangiatoie che hanno sempre favorito gli amici della sinistra e chi si conformava al potere dominante». Roscani ha inoltre riservato una frecciata a quella «sinistra» che «non conosce davvero pudore: si sta infatti scagliando contro il governo per difendere un mondo incrostato da rendite di posizione che fanno capo proprio allo stesso Pd».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)