2020-05-07
Sanatoria per i migranti e grana Bellanova. È rissa tra i grillini e il Pd
Teresa Bellanova (Massimo Di Vita:Mondadori Portfolio via Getty Images)
M5s spaccato tra il no alle porte aperte e la linea Fico. Il ministro dell'Agricoltura (Italia viva) minaccia le dimissioni se non passa la regolarizzazione. I dem alla ricerca di un compromesso.Ennesima rissa all'interno della pseudo maggioranza giallorossa, questa volta sul tema della megasanatoria. L'idea di Pd, Italia viva e Leu è regolarizzare circa 600.000 immigrati clandestini, impegnati nell'agricoltura, come colf e badanti e in altri settori. Una sanatoria da inserire nel decreto di maggio, che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri tra oggi e domani. Un colpo gobbo che ha mandato in frantumi, manco a dirlo, il M5s: la linea di aprire le porte a tutti, infatti, non è andata giù alla stragrande maggioranza dei grillini, preoccupati dall'impatto che un provvedimento del genere potrebbe avere sull'opinione pubblica. AGRICOLI, Colf E badanti La contrarietà del M5s ha scatenato le ire di Italia viva, con la ministra dell'Agricoltura, Teresa Bellanova, che ieri mattina ha aperto le danze minacciando le dimissioni: «Quella sulla regolarizzazione», ha detto la Bellanova a Radio anch'io, «non è una battaglia strumentale per il consenso. Queste persone non votano. Se non passa, sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al governo. Non sono qui per fare tappezzeria. Ci sono delle questioni, come quella dei migranti sul nostro territorio», ha aggiunto la Bellanova su Facebook, «che non si sono mai volute affrontare o che si è affrontato in modo sbagliato. Oggi siamo in una fase in cui queste persone stanno in Italia e non possono andare da nessuna parte. C'è un problema di lavoro e c'è un problema sanitario perché queste persone stanno nei ghetti. Ce ne facciamo carico?». «Io capisco», ha rincarato la dose la Bellanova, «che tra le persone ci sia molta diffidenza perché per anni è stata alimentata l'idea che il diverso sia il nemico e che gli immigrati vengono qui a toglierci qualcosa, ci hanno spiattellato una realtà della quale bisogna prendere atto. Ma gli immigrati sono fondamentali per portare avanti alcune attività nel nostro Paese. Non parlo solo dell'agricoltura dove stiamo rischiando uno sperpero, uno spreco nelle nostre campagne di prodotti che rischiano di non essere raccolti e di marcire», ha sottolineato l'esponente del partitino di Matteo Renzi, «ma parlo anche delle famiglie. Riflettiamo su quante badanti e colf assistono i nostri cari nelle famiglie e non sono regolari».le due anime grillineUna bella(nova) grana per il governo. Il reggente del M5s, Vito Crimi, ha sbattuto la porta in faccia al ministro renziano: «Le ipotesi di sanatoria in campo», ha detto Crimi a Radio 24, «riguardano la possibilità di concedere permessi di soggiorno temporanei per gli immigrati irregolari. Questo non aiuta l'emersione del lavoro nero, anzi lo fa aumentare. Non accetto però i permessi di soggiorno temporanei, perché così il lavoro nero aumenta». Niente da fare, quindi: Crimi ha tentato di stoppare immediatamente la questione, ben sapendo che una proposta come quella della Bellanova incontra il favore dell'ala di sinistra radicale del M5s, capitanata dal presidente della Camera, Roberto Fico, e che quindi rappresenta l'ennesima bomba politica pronta a esplodere all'interno dei gruppi parlamentari pentastellati.Nel varco si è inserito il leader della Lega, Matteo Salvini: «Se c'è un ministro di un settore strategico come l'Agricoltura», ha detto Salvini a Sky Tg24, «che minaccia le dimissioni sull'ipotesi di regolarizzazione di 600.000 lavoratori irregolari, se c'è un contrasto nel governo su questo è gravissimo. Sarebbe un pessimo segnale per chi lavora e paga le tasse regolarmente. Io poi ovviamente sono contrario a una maxisanatoria di massa. A un settore strategico come quello dell'agricoltura», ha argomentato Salvini, «serve un intervento immediato a fondo perduto e non regolarizzazioni. Con tutte le difficoltà che abbiamo, di lavoro, di risparmio, di mutuo, il governo sta lavorando a una maxisanatoria di immigrati clandestini. Vedremo di impedirlo in ogni maniera, dentro e fuori il parlamento».Una guerra senza esclusione di colpi, quella interna ai giallorossi, che ha fatto perdere brillantezza al ciuffo del premier, Giuseppi Conte. Considerato che a minacciare le dimissioni è un esponente del partito di Matteo Renzi, infatti, dalle parti di Palazzo Chigi è stato subito chiaro che la Bellanova non si sarebbe fermata. «La ministra Bellanova», ha commentato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, del Pd, a L'Aria che tira, su La7, «ha posto un tema serio che sta a cuore al Pd e che non può essere risolto con un aut aut. Anche lì dobbiamo risolvere i problemi di sicurezza del mondo agricolo e di certezza degli imprenditori. Si può risolvere tutto senza minacciare le dimissioni». Una prima riunione in videoconferenza all'ora di pranzo ha visto la Bellanova ferma sulla sua posizione, con il ministro per il Sud, Peppe Provenzano del Pd, dalla sua parte. Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha cercato di mediare, stimando una platea di immigrati da regolarizzare di 300.000 unità, ma il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, del M5s, è stata irremovibile: niente da fare. fumata nera al verticeSulla vicenda è intervenuto anche Matteo Renzi: «Ci sono centinaia di migliaia di persone straniere», ha scritto Renzi nella sua e news, «che fanno i braccianti, le colf, le badanti. La proposta di Teresa Bellanova è regolarizzare chi ha un lavoro, così da far uscire dall'illegalità e dal controllo della criminalità migliaia di persone». In serata, nuovo videovertice tra Bellanova, Lamorgese, Catalfo e Provenzano. Ma fumata nera sull'accordo. E a Conte non è rimasto che convocare oggi pomeriggio a Palazzo Chigi gli esponenti di Italia viva: a rapporto Maria Elena Boschi, Ettore Rosato e Davide Faraone.
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
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Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)
Ansa
A Chisinau gli azzurri faticano a sfondare il muro moldavo e sbloccano solo negli ultimi minuti con Mancini e Pio Esposito. Arriva la quinta vittoria consecutiva della gestione Gattuso, ma per la qualificazione diretta al Mondiale si dovrà passare dai playoff di marzo.