2023-10-17
Salvini ottiene il ponte sullo Stretto
Fondi in finanziaria. Il canone Rai in bolletta cala da 90 a 70 euro, però la differenza verrà coperta dalla fiscalità generale. Mps sarà venduta soltanto fra un anno.«C’è il primo intervento sul canone Rai che verrà tagliato dalla bolletta dei contribuenti», ha annunciato ieri il vicepremier Matteo Salvini in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. E, sempre davanti ai giornalisti, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito: «In bolletta troverete 15 euro invece di 20. In pratica», dice Giorgetti, «un quarto del canone non viene più pagato in bolletta». Il pagamento del canone passerà così da 90 a 70 euro l’anno, ha poi precisato Salvini. A far alzare qualche sopracciglio è stato quel dettaglio ribadito a più riprese ieri nella conferenza stampa, ovvero le tre parole «pagamento in bolletta». Significa che l’onere a carico dei contribuenti verrà solo spostato altrove ma resterà? In serata è arrivata la conferma da fonti di Palazzo Chigi: il taglio sarà in gran parte compensato dallo Stato attraverso spese relative agli investimenti. La dotazione complessiva per la Rai diminuisce quindi solo di 20 milioni di euro. Lo scorso 27 luglio, davanti alla commissione di Vigilanza Rai il ministro Giorgetti aveva già aperto alla possibilità di trasferire parte del pagamento dalla bolletta dell’energia elettrica. «Il canone in bolletta è stato il modo più semplice per incassare, ma ci sono tanti modi per finanziare il servizio pubblico», aveva spiegato Giorgetti. Accennando poi all’ipotesi di scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai, tra cui quelli «volti a ottimizzare la capacità trasmissiva e il livello di copertura delle reti». In pratica - aveva aggiunto il capo del Mef - «si tratta di circa 300 milioni che verrebbero posti a carico della fiscalità generale, riducendo così il canone annuo». Ma recuperando quei soldi dei contribuenti da un’altra parte. Ieri, in conferenza stampa, Giorgetti ha rilanciato il «programma ambizioso» del governo sulle privatizzazioni «di grandi aggregati che richiedono procedure anche complicate con passaggi tecnico-procedurali per arrivare al risultato» ma anche di «altre realtà con minori problemi» che «possono già traguardare i risultati nel 2024». Il ministro è convinto di poter far uscire il Tesoro dal capitale di Mps entro il 2024 (uscita per altro obbligata dagli accordi presi con le autorità europee in cambio del via libera al paracadute pubblico aperto nel 2017) e il prossimo anno pensa anche di «poter finalmente incassare quelle ridotte disponibilità che dovrebbero derivare dalla privatizzazione di Ita, un risultato storico dopo 30 anni di vane discussioni mediatiche». Sulla cessione del controllo della ex Alitalia a Lufthansa, Giorgetti ha ricordato che «siamo ancora alla discussione della prenotifica alla Ue, spero che entro fine ottobre finalmente la notifica formale possa essere depositata e le centinaia di richieste legittime che ha fatto la Dg competition possano darci la possibilità di finalizzare l’operazione». L’accordo prevede che Lufthansa acquisti il 41% di Ita airways attraverso un aumento di capitale di 325 milioni di euro, con l’opzione di acquisire tutte le azioni rimanentisuccessivamente. Nella manovra ci saranno anche i finanziamenti da destinare alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. «Smentendo settimane di chiacchiere a vuoto, c’è la copertura per il collegamento stabile tra Sicilia, Italia, Europa», ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Salvini. Aggiungendo che «ieri mattina la giunta regionale siciliana ha stanziato il primo miliardo» per il ponte sullo Stretto. «Parliamo di un cantiere che ho tutta l’intenzione di aprire nell’estate 2024. Come le opere pubbliche» il ponte «è finanziato per l’intero ammontare, 12 miliardi, nella proiezione pluriennale dei tempi necessari per completare l’opera», ha spiegato poi il ministro dell’Economia, Giorgetti, aggiungendo che «nell’orizzonte temporale dei primi tre anni sono stanziate le prime tre quote a salire».
La nave Mediterranea nel porto di Trapani (Ansa)