2022-01-02
Salernitana salva ben oltre il 90°. Compra Iervolino ma c’è un ricorso
Il fondatore di Università Pegaso presenta l’offerta giusta. Fondo svizzero in Procura. La Serie A si salva dalla figuraccia in zona Cesarini. Anzi, in zona Iervolino. Sarà lui, Danilo Iervolino, 43 anni, nato a Palma Campania, fondatore dell’Università Telematica Pegaso, a rilevare la Salernitana. Una decisione ufficializzata in via definitiva pochi minuti prima della mezzanotte del 31 dicembre, quando la società fiduciaria che gestisce il club ha trovato l’accordo con l’uomo d’affari, diventato acquirente dopo aver fornito le garanzie economiche necessarie. La vicenda del blasone campano era intricata: dopo la sua promozione nel massimo campionato nazionale della scorsa stagione, i proprietari erano rimasti Claudio Lotito e suo cognato Marco Mezzaroma, ma le regole della Figc vietano che squadre con la medesima proprietà partecipino allo stesso torneo. Lotito, già patron della Lazio, aveva trasferito le quote a una fiduciaria e venerdì è stata siglata l’intesa con Iervolino. Il nuovo proprietario pare determinato: «Farò di tutto per mantenere la Salernitana in Serie A. È con grande emozione che ne annuncio l’acquisizione. Salerno e i suoi tifosi meritano una squadra competitiva. Credo fortemente nel progetto di rilancio della squadra, garantirà equilibrio e stabilità. Assicuro da parte mia il massimo impegno per costruire un futuro duraturo e ricco di soddisfazioni per la città e per la sua straordinaria tifoseria. È con questi auspici che, insieme, accogliamo con fiducia il nuovo anno. Auguri a Salerno, evviva i granata», ha dichiarato. Ora occorrerà formalizzare l’operazione e compiere gli adempimenti per sancire il passaggio di proprietà. La Federcalcio ha concesso una proroga fino al 14 febbraio, ma l’atto notarile in grado di garantire a Iervolino il totale controllo della Salernitana sarà già disponibile nei prossimi giorni. In queste ore la squadra è alle prese con gli allenamenti in vista del turno di campionato di giovedì e deve vedersela con ben sei casi di covid tra i giocatori. L’entusiasmo della città però pare palpabile. Il sindaco Vincenzo Napoli ha detto: «La Salernitana resta in serie A. Era quello che spettava alla città, il punto fermo di ogni intervento del Comune di Salerno. Buon lavoro alla nuova proprietà, sono pronto a incontrarla quanto prima. Ribadisco l’orgoglio per la meravigliosa tifoseria granata che ha vissuto con apprezzata dignità questa vicenda, manifestando con civiltà la propria indignazione». Resta aperta una diatriba: la società Pvam s.a., fiduciaria del Fondo Global Pacific Capital Management, starebbe per presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Salerno. I suoi legali sostengono che la Pvam si sarebbe vista rifiutare due offerte per l’acquisizione del club - di 38 milioni in titoli obbligazionari bancari e di 26 milioni in contanti -, cifre riferite superiori a quella di Iervolino. Lo ha annunciato all’Ansa l’avvocato Francesco Paulicelli, coadiuvato dal commercialista Stefano Scarsella per le verifiche societarie, pensando di depositare anche un ricorso cautelare.
(Guardia di Finanza)
Nei giorni scorsi, militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Napoli, nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio e di contrasto ai traffici illeciti, hanno sequestrato, a Lettere, 142 kg. di infiorescenze di cannabis già pronte per il confezionamento e la vendita, oltre a 5.750 piante in essicazione e 390 piante in avanzato stato di vegetazione e maturazione, per un peso complessivo di oltre 1.000 kg., nonché denunciato un soggetto incensurato per produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.
In particolare, i finanzieri della Compagnia Castellammare di Stabia hanno individuato, sui Monti Lattari, un capannone strutturato su due livelli, convertito in laboratorio per la lavorazione di cannabis. Il manufatto era dotato di una rete di fili di ferro al soffitto, essiccatoi e macchinari di separazione. All’interno della serra sono state rinvenute le piante in vegetazione, incastonate tra fili di nylon per sostenerne la crescita e alimentate con un percorso di irrigazione rudimentale.
Dai riscontri delle Fiamme Gialle è emerso che la produzione era destinata al consumo di droghe per uso personale dato che, nel prodotto finito, risultavano già separate le infiorescenze dalla parte legnosa, pronte per il confezionamento in dosi.
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Nel riquadro Carlotta Predosin, esperta in sicurezza del patrimonio artistico (IStock)