2025-04-23
Sabato le esequie di Papa Francesco con Roma blindata. Occasione per il contatto Trump-Ue
Dopo i funerali, che si terranno alle 10, il feretro verrà trasferito a Santa Maria Maggiore per la tumulazione. Bruxelles apre all’ipotesi di tenere incontri bilaterali. Il premier cancella il viaggio in Uzbekistan e Kazakistan.I funerali di Papa Francesco si terranno sabato alle 10 in Piazza San Pietro. «Saranno le esequie di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo» ha spiegato l’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie secondo quanto disposto dallo stesso Bergoglio che intendeva essere sepolto «con dignità, ma come ogni cristiano». A cambiare sarà anche il linguaggio: nelle orazioni Francesco verrà chiamato «Papa» e quindi vescovo di Roma, pastore, romano pontefice, senza più appellativi come «Sommo Pontefice della Chiesa Universale» o «Sovrano dello Stato della Città del Vaticano». Al termine della celebrazione eucaristica ci saranno riti dell’Ultima Commendatio e la Valedictio, le benedizioni che precedono la sepoltura e che segnano il momento di massimo commiato al defunto. Al termine della celebrazione, presieduta dal Cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, il feretro del Santo Padre sarà condotto nella Basilica di San Pietro e poi nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione. La macchina organizzativa e soprattutto quella della sicurezza sono già partite. Ad occuparsene il personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di finanza, della Municipale e della Protezione civile che ieri mattina hanno svolto un sopralluogo tecnico in piazza San Pietro e nelle aree limitrofe, per calibrare il dispositivo di sicurezza e per la gestione dell’ordine pubblico. Ieri sera presso la prefettura si è tenuto un altro comitato per l’Ordine e la sicurezza presieduto questa volta dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi che al termine ha chiarito: «Ci stiamo calibrando in base a quanto avvenuto in passato, per 170 delegazioni tra capi di Stato e di governo, ci siamo attenuti a questa cornice di massima». Nell’area che circonda San Pietro, dove verranno posti i varchi con i metal detector sono stati predisposti i percorsi dedicati ai fedeli e naturalmente potenziati i contingenti delle forze dell’ordine. Sono state programmate anche le bonifiche del sottosuolo, gli schieramenti dei cecchini, i motociclisti, gli artificieri e i nuclei cinofili, mentre il Tevere verrà pattugliato dalla Polizia Fluviale. La no fly zone è già operativa. In campo anche le unità Nbcr dei vigili del fuoco e il personale speleo-alpino-fluviale. Mobilitati gli ospedali più vicini, così come le ambulanze e poi attenzione massima negli aeroporti, nelle stazioni, ai caselli autostradali, alle stazioni della metro. Sono sotto osservazione tutti gli obiettivi sensibili dislocati nei diversi quadranti della città ed è stata prevista una «zona rossa» che va da Piazza Risorgimento alla nuova Piazza Pia, all’interno della quale si potrà entrare solo dopo un filtraggio. Sarà la Protezione Civile ad occuparsi dell’accoglienza dei pellegrini. Il capo del dipartimento Fabio Ciciliano opererà in «stretto raccordo» con il commissario di governo per il giubileo e sindaco di Roma Roberto Gualtieri, con il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e con il prefetto di Roma Lamberto Giannini. Il sindaco di Roma ha spiegato che ancora non si è in grado di fare una stima di quante persone dovrà ospitare la Capitale per questo evento, non meno di 200.000 persone. Intanto a confermare la propria presenza, diversi di capi di Stato. Tra i primi a dar risposta, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che volerà venerdì su Roma insieme alla moglie Melania, per poi fare rientro negli Stati Uniti sabato sera dopo la cerimonia funebre. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha dichiarato che «i pensieri e le preghiere dell’intera Casa Bianca sono rivolti a tutti i cattolici di tutto il mondo che piangono la morte di papa Francesco. Ha toccato milioni di vite e ha dedicato la sua vita al servizio della chiesa cattolica».E mentre per la Russia sicuramente non parteciperà Vladimir Putin, ma un suo delegato, c’è attesa per l’annunciato arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che si è detto pronto «a incontrare Trump durante la sua visita in Vaticano». Di incontri bilaterali infatti si comincia a parlare anche per quanto riguarda il tema dazi. Ipotesi percorsa dall’entourage del presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen che presenzierà in rappresentanza dei vertici europei insieme al presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola e del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. «Al momento non possiamo né escludere né confermare possibili incontri bilaterali», ha detto la portavoce Arianna Podestà aggiungendo: «Sarebbe positivo incontrare le controparti americane per riuscire a trovare un accordo». Atteso anche il presidente francese Emmanuel Macron, così come il cancelliere tedesco Olaf Scholf. Non parteciperà invece il cancelliere in pectore, Friedrich Merz, «d’intesa con il presidente e il cancelliere in carica». Per il Regno Unito confermata la presenza del premier Keir Starmer insieme a quella del principe William. Ci saranno anche il presidente brasiliano Ignacio Lula Da Silva e quello argentino Javier Milei. Re Filippo per il Belgio e Re Felipe per la Spagna. Tra gli ospiti anche il presidente austriaco Alexander Van der Bellen, il polacco Andrzej Duda e il premier montenegrino Milojko Spajić. Ad attendere tutti, naturalmente, ci sarà il premier Giorgia Meloni che ieri ha ufficialmente annullato la missione in Uzbekistan e Kazakistan inizialmente prevista da venerdì a domenica.
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)
A Fuori dal coro Raffaella Regoli mostra le immagini sconvolgenti di un allontanamento di minori. Un dramma che non vive soltanto la famiglia nel bosco.
Le persone sfollate da El Fasher e da altre aree colpite dal conflitto sono state sistemate nel nuovo campo di El-Afadh ad Al Dabbah, nello Stato settentrionale del Sudan (Getty Images)