2021-05-17
La giustizia si incarta anche sul rito di battesimo dell'Aeronautica
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Il caso di Giulia Schiff impegna da 3 anni ben 4 procure, ma nessuna di queste è riuscita ancora a stabilire se il 6 aprile del 2018 fu una semplice goliardata militare oppure un caso di nonnismo.Da quasi 3 anni ci sono almeno 4 procure, militari e ordinarie, che non decidono su un caso interno alla nostra aeronautica militare. Non è una vicenda coperta da segreto di Stato, né ci sono di mezzo potenze straniere o pericolose agenzie di intelligence, è semplicemente la storia di Giulia Schiff, la ventunenne ex allieva dell'Accademia Aeronautica di Pozzuoli, espulsa dopo la denuncia di aver subito atti di nonnismo e prevaricazione durante il rito del battesimo del volo. Le procure che lavorano al caso sono quella militare di Roma, quella ordinaria di Latina, come quella militare e ordinaria di Napoli. Le indagini continuano ad andare per le lunghe. I rinvii sulle competenze si susseguono di mese in mese. Ai primi di aprile il Tribunale Militare di Roma ha differito l'udienza, inizialmente prevista per il 7 maggio, al 23 settembre in quanto sarebbe pendente un conflitto di giurisdizione relativo a questo procedimento sul quale la Corte di Cassazione deve pronunciarsi ai primi di giugno. Insomma, si prende tempo e non si decide.Non solo. Anche i tribunali amministrativi continuano a creare non poca confusione. Schiff infatti, dopo essersi lamentata, era stata espulsa. Quindi si era rivolta al Tar che a novembre del 2018 aveva confermato l'espulsione dalla forza armata per «insofferenza alla disciplina, all'obbedienza, alla subordinazione, al rigore, alla puntualità e allo spirito di sacrificio necessari per intraprendere una carriera militare». Poi però era stata reintegrata dal Consiglio di Stato nel luglio del 2019, quindi di nuovo espulsa. Ma ora è in attesa di una nuova sentenza del Consiglio di Stato il 18 maggio. Nel capoluogo campano c'è stato anche un tentativo da parte della procura militare di archiviare il procedimento, ma dopo l'opposizione di Massimiliano Strampelli, avvocato di Giulia Schiff nonché ex ufficiale dei Carabinieri, è stato respinto: il 20 Maggio ci sarà una nuova udienza dopo il rigetto della richiesta di archiviazione. Quindi le indagini proseguono. E non è chiaro come mai all'interno dell'aeronautica militare ci si trovi in una situazione più che mai kafkiana, dove i fatti sono abbastanza evidenti. Il video del rito del battesimo è stato anche trasmesso dalla trasmissione Le Iene, puntata del 6 aprile che ha portato nuovi principi di prova per la giovane militare. Alcune testimonianze, infatti, hanno evidenziato la «situazione di emarginazione e di isolamento vissuta» soprattutto «in ragione degli abusi perpetrati nei suoi confronti dalla linea gerarchica dell'Accademia di Pozzuoli sia prima della sua espulsione dalla forza armata del 16.11.2018 che dopo la data del reintegro ( luglio 2019) a seguito dell'ordinanza del Consiglio di Stato del giugno 2019».Del resto Schiff aveva denunciato sin da subito la responsabilità dei suoi superiori, omissioni e anche l'atteggiamento di tolleranza durante il rito. Proprio per questo la Procura Militare di Napoli ha iscritto un nuovo fascicolo ( n.6/2021 a carico di ignoti) ipotizzando i reati militari di minaccia ad un inferiore per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri e di minaccia ad inferiore. Ma si arriverà mai a un dunque? Tutto ruota intorno a quel maledetto 6 aprile del 2018 il «battesimo del volo» di Giulia. Per i militari si sarebbe trattato di una «una consuetudine goliardica e assolutamente innocua». A intervenire è stato anche Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore, che ha più volte attaccato la ragazza, sostenendo che la denuncia arrivata dopo l'espulsione sarebbe stata un pretesto per «giustificare la sconfitta di un carattere non adatto a stare nelle file dell'Aeronautica Militare». Di diverso parere invece il ministro della Difesa Lorenzo Guerini che l'anno scorso aveva spiegato che non ci sarebbe stata comprensione, «per eventuali comportamenti, che anche alla luce dei pronunciamenti ancora attesi, si rivelassero difformi dagli imprescindibili principi di correttezza, etica professionale e rispetto della dignità individuale».Giulia nelle sue denunce è stata chiara. Come anche suo padre, ex militare dell'aeronautica, tra i primi a chiedere spiegazioni al generale Vincenzo Nuzzo - capo dell'Ufficio Generale per l'Innovazione Generale del Ministero della Difesa - che invece preferì non rispondere «affermando che i fatti riferiti non avessero trovato riscontro, consentirebbe invero di ricostruire la catena di omissioni e/o ritorsioni delle persone a conoscenza dei fatti del rito», come si legge nelle memorie dell'avvocato Strampelli. Persino l'ex fidanzato non avrebbe detto fino in fondo la verità per le pressioni subite. Infine in via disciplinare nessun militare coinvolto e superiore ha pagato le conseguenze nonostante la commissione di Inchiesta abbia evidenziato carenze di comando nella gestione dei riti goliardici. Ma quindi chi ha ragione? Giulia o l'Aeronautica militare? E' stato un caso di maltrattamenti o invece una semplice goliardata? Lo Stato non sa giudicarlo.
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