2020-09-15
Rissa nella famiglia dell’ex benefattrice della Leopolda
Lite tra i Fabri sulla gestione di Starhotels: Francis avvia un'azione contro il cda e accusa la sorella, vicina al senatore, di mala gestio.A Firenze, nelle ultime settimane, si è riaccesa una faida familiare sulla gestione e i conti di una delle catene alberghiere più note non solo in riva all'Arno: la Starhotels. Nato come gruppo specializzato nel segmento business a quattro e cinque stelle, oggi possiede ne 30, quasi tutti di proprietà. Sul ring, i due eredi (stesso padre ma madri diverse) del fondatore Ferruccio Fabri, deceduto nel maggio 2018: Elisabetta Fabri - presidente, ad e azionista con il 53% - e Francis, al 43%, mentre il restante 4% del capitale è in comunione ereditaria. Elisabetta è assai nota in città anche perché ha scommesso sulla scalata di Matteo Renzi da Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi, finanziando la Leopolda e coltivando le relazioni alla corte del cosiddetto Giglio magico. Nella primavera del 2014 (con Renzi, quindi, già insediato come premier) la Fabri è anche entrata nel cda di Poste, e tutt'oggi siede nel board di Toscana Aeroporti, presieduto da Marco Carrai. Ebbene, all'ultima assemblea, il legale di Francis Fabri ha chiesto e ottenuto di mettere all'ordine del giorno un'azione di responsabilità verso tutti gli amministratori per i danni che sarebbero stati provocati dalle sue scelte manageriali. Azione dettagliatamente motivata, come si legge nel verbale pubblicato nel registro delle imprese, per non avere esercitato l'azione di responsabilità sociale nei confronti della sorella Elisabetta deliberata dall'assemblea del 25 luglio del 2019. Ma soprattutto per non avere esercitato il risarcimento danni nei confronti del venditore e di Kpmg «per aver negligentemente svolto attività di consulenza e assistenza professionale di natura fiscale nell'acquisizione degli immobili e delle aziende alberghiere della catena Royal Demeure», avvenuta nel 2016. E all'esito della quale è stato emesso avviso di liquidazione dell'imposta di registro per oltre 3 milioni, da parte dell'Agenzia delle entrate di Roma. Per quella operazione il figlio minore di Ferruccio Fabri si era dimesso quattro anni fa dal cda, facendo decadere il board presieduto dalla sorella maggiore, dopo aver cercato di bloccare l'acquisizione, criticandola sia per il suo elevato costo sia per le ripercussioni fiscali che avrebbe potuto avere la differenza di valutazione dell'avviamento fatta a distanza di poco tempo: 3 milioni di euro nel passaggio infra societario del venditore e 29 milioni nel prezzo di cessione a Starhotels. Gli alberghi sono poi passati di mano per 174 milioni, ma l'Agenzia delle entrate ha contestato la regolarità dell'operazione sanzionando la società, che ha fatto ricorso. Ci sono anche altre contestazioni alla base dell'azione di responsabilità, tra cui il non aver impedito che Starhotels effettuasse, a favore di Starhotels international, prestazioni di servizi sulla base di un contratto di service stipulato da Elisabetta Fabri in conflitto d'interessi e il non aver impedito che Starhotels ricevesse prestazioni dalla società correlata Staredil, generando, a favore di questa, corrispettivi per oltre 8 milioni, sulla base di un accordo quadro sottoscritto da Elisabetta Fabri per Starhotels quando rivestiva la carica di presidente della stessa Staredil srl. Il rappresentante in assemblea della Fabri ha votato contro l'azione verso gli altri amministratori e quando è stata messa ai voti l'azione contro Elisabetta il voto di Francis non è stato considerato valido. Anche su questo nuovo fronte è prevedibile che si aprirà lo scontro nelle aule giudiziarie. Nel mirino del socio di minoranza sarebbe finito anche il matrimonio tra il gruppo e le Terme di Saturnia Natural spa & golf resort, azienda rilanciata dalla nuova proprietà di Doyers, società veicolo dei fondi d'investimento York Capital, americano, e Feidos, italiano, che opera nel settore ed è guidato oggi dall'ex direttore generale di Starhotels, Enzo Casati. Il quale figura nel cda di Starhotels senza aver avuto la preventiva approvazione dell'assemblea, necessaria in quanto amministratore di un gruppo concorrente. Francis ha inoltre impugnato il patto di famiglia perché le volontà del padre sulle adeguate tutele e protezioni da garantire al socio di minoranza non sarebbero state rispettate. Ponendo così una seria ipoteca sulla futura governance, laddove, all'esito del giudizio, a Francis fosse riconosciuto il diritto sul 50% delle azioni.