2022-01-13
«Rimasta senza slip, è stato uno schifo». Branco di Milano, ci sono due fermi
Due italiani di origine nordafricana in carcere per le violenze di Capodanno in piazza Duomo. La denuncia delle vittime.A incastrare gli aggressori di origine nordafricana (italiani di seconda generazione) per le violenze nella notte di Capodanno a Milano è stato un contatto su Instagram. Una delle ragazze in piazza del Duomo, infatti, ascoltata dai magistrati, ha raccontato che per scacciare uno dei ragazzi che continuavano a essere sempre più assillanti gli aveva passato il suo contatto Instagram prima della mezzanotte. Il giorno seguente, dopo la notte di violenze, aveva notato su Instagram un nuovo follower. Era uno degli aggressori. Il ragazzo di Torino, Abdallah Bouguedra, 21 anni, è ora nel carcere di Ivrea, perché stava cercando di scappare all’estero. Aveva ripreso tutta la serata sui social. Si era fotografato più volte. Aveva fatto persino diverse stories molto dettagliate della serata, che sono state fondamentali per la squadra mobile di Milano guidata da Marco Calì per individuare anche il resto del branco. In questo modo infatti le forze dell’ordine sono risalite agli altri ragazzi e grazie alle testimonianze delle giovani sono stati individuati. Fondamentali sono state anche le perquisizioni per ritrovare gli indumenti che portavano durante la notte di Capodanno. Nel decreto di fermo spiccato ieri, infatti, emerge con chiarezza quanto accaduto nella notte di Capodanno, quando piazza del Duomo è diventata una gigantesca arena di caccia alla donna. Al momento si calcolano 9 vittime, ma il dato è destinato a salire anche perché nelle dichiarazioni delle giovani in procura si fa riferimento a numerosi casi: i gruppi di ragazzi facevano quello che volevano. I due fermati di ieri, oltre a Bouguedra c’è anche il diciottenne «milanese» Abdelrahman Ahmed Mahmoud Ibrahim (ora a San Vittore), fanno parte dei 18 ragazzi perquisiti martedì scorso. Sono due dei 12 indagati per violenza sessuale di gruppo. Ma la procura di Milano e la procura dei minori indagano anche per rapina e lesioni aggravate. I due fermati avevano già preso contatti con amici fuori dall’Italia e si preparavano a scappare. Le tecniche delle aggressioni sarebbero state precise e collaudate. Come testimoniato agli inquirenti da V., una delle vittime, la giovane aveva deciso di andare in piazza del Duomo intorno alle 23.30, mezz’ora prima della mezzanotte, insieme con gli amici. La ragazza ha spiegato che di avere incontrato «durante il percorso […] un gruppo di ragazzi di Torino, e poiché uno di loro aveva iniziato a chiedere insistentemente alle due amiche i loro numeri di telefono» una delle due «aveva deciso di fornirgli il proprio account Instagram, nel tentativo di farlo allontanare e di raggiungere nuovamente la compagnia di amici». Quell’insistenza si è rivelata fatale per gli aggressori e fondamentale per le forze dell’ordine che sono risalite a loro. Le testimonianze delle giovani sono molto dettagliate. «Posso dire che tutto intorno era uno schifo, c’erano molti ragazzi e chiunque passasse si prendeva la libertà di mettere le mani addosso. Io e C. abbiamo chiesto di essere lasciate in pace, ci siamo dirette dai nostri amici per cercare protezione e aiuto, infatti una volta raggiunti anche loro sono intervenuti per allontanare i ragazzi molesti che continuavano a trattenerci per le spalle, come per accompagnarci contro il nostro volere». Nonostante gli amici, le due ragazze sono state travolte da circa 40-50 ragazzi dai 16 ai 25 anni d’età. Scrivono gli inquirenti: «Le toccavano ovunque sul corpo, spintonandole e passandole da un ragazzo all’altro. Benché le giovani cercassero di rimanere vicine. Una delle due veniva soccorsa da un’altra amica che la estraeva dalla massa di uomini, mentre B. veniva allontanata e la sua figura si perdeva tra il gruppo di ragazzi che la stava violentando. V. descriveva poi quanto accaduto nei frangenti successivi: “Ho urlato cercando la mia amica, sono anche salita su un muretto per individuarla ma l’ho persa di vista. Nel mentre sono arrivate le forze dell’ordine con scudi e manganelli. La massa di aggressori si è dileguata, C. era lì che cercava di coprirsi con il giubbino stretto sul petto, non aveva più indumenti addosso, era senza reggiseno, senza slip, rannicchiata per terra piena di lividi, i pantaloni abbassati alle caviglie, è stata soccorsa da un operatore delle forze dell’ordine che l’ha aiutata a rialzarsi. C. è stata soccorsa da un’ambulanza ed accompagnata in ospedale”». Viene quindi smentita la prima versione dei fatti, secondo cui le ragazze non sarebbero state aiutate dagli agenti di polizia. Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di Fratelli d’Italia, ha presentato un’interrogazione in Senato. Chiede al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese «se il governo condivide la ricostruzione di cui in premessa, per cui i fatti di Capodanno in piazza a Milano siano riconducibili e assimilabili al cosiddetto “Taharrush gamea” e alle violenze verificatesi sei anni fa a Colonia e nel resto d’Europa, stanti le modalità dell’azione e la provenienza degli autori, per lo più immigrati arabi e nordafricani».