2023-10-18
Apparecchi, il 40% è smaltito male
Secondo Erion e Altronconsumo, buona parte dei rifiuti elettronici domestici finiscono in discariche non certificate o spariscono in Africa. L’indagine eseguita con tracker Gps.In Italia solo sei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) su dieci vengono riciclati correttamente. Gli altri quattro finiscono verso destinazioni diverse da quelle previste, dribblando gli impianti autorizzati al trattamento e sfuggendo così ogni adeguato controllo. È quanto emerge dall’indagine realizzata da Altroconsumo ed Erion Weee dal titolo «Raee: Chi l’ha visto?» che, per sei mesi, grazie all’utilizzo di ricevitori Gps, ha seguito i percorsi di diversi apparecchi dal momento dell’uscita dalle case dei consumatori fino alla loro destinazione finale (lecita o illecita che sia).Così si è scoperto che parte dei Raee sfuggono ai controlli per finire all’estero oppure all’interno delle acciaierie italiane. L’indagine sul campo ha visto inserire dei tracker Gps su 370 apparecchi (300 grandi apparecchiature e 70 piccole) provenienti da tutte le Regioni di Italia. All’interno del campione analizzato (che, vale la pena di sottolinearlo, non è rappresentativo a fini statistici) ci sono rifiuti elettronici differenti e appartenenti a quattro raggruppamenti: R1 (frigoriferi, congelatori, ecc.), R2 (lavatrici, lavastoviglie, ecc.), R3 (televisori, tablet, ecc.) e R4 (elettronica di consumo e piccoli apparecchi). Su ognuna di queste apparecchiature vecchie o guaste è stato installato un dispositivo Gps in grado di monitorarne la posizione lungo tutto il percorso.In particolare, a fronte di un campione di 264 dispositivi elettrici o elettronici considerato valido ai fini dell’inchiesta (per gli altri 106 la trasmissione è stata interrotta nel luogo del primo conferimento o il trasmettitore è risultato difettoso), solo 175 (il 66,3%) sono giunti in uno degli impianti accreditati al Centro di coordinamento Raee, rimanendovi per un periodo di tempo sufficiente a poter essere trattati correttamente. In 12 casi (il 4,5% del campione), invece, la permanenza dei Raee nell’impianto accreditato è stata troppo breve per consentire una lavorazione plausibile, in linea con gli standard qualitativi del Coordinamento Raee, mentre altri 15 rifiuti (5,7%) sono stati trasportati in impianti registrati ma non accreditati e, quindi, non tenuti formalmente a rispettare gli standard di trattamento riconosciuti dal Centro. I restanti 62 Raee monitorati (pari al 23,5% del campione) hanno anch’essi intrapreso un percorso non virtuoso: i rifiuti, infatti, dal luogo di conferimento hanno raggiunto una destinazione diversa da quella prevista, finendo in alcuni casi all’estero. Le destinazioni anomale sono tra le più varie. Ad esempio, tre notebook sono arrivati in Africa: hanno lasciato i porti nazionali e sono approdati in Senegal, Egitto e Marocco. In altri casi, la trasmissione si è interrotta presso zone residenziali dove la batteria del tracciatore si è scaricata o dove lo strumento è stato rilevato e messo fuori uso. Inoltre, non sono mancati Raee gettati in discariche abusive o consegnate direttamente ad acciaierie o attività di recupero e riciclo di metalli ferrosi senza essere lavorati.Secondo l’ultimo Rapporto annuale del CdC Raee, infatti, il dato di raccolta pro-capite di Raee domestici in Italia si attesta su 6,12 kg per abitante, a fronte di un obiettivo europeo pari a 11 kg (quasi il doppio). Stando alle stime di Erion Weee, mancano all’appello circa 400.000 tonnellate di Raee domestici, vale a dire quasi 3 milioni di grandi elettrodomestici (come frigoriferi, condizionatori e lavatrici) e più di 400 milioni di piccoli elettrodomestici (come cellulari, microonde, radio).
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)