2023-01-20
        «Rialzo dei tassi, verde e digitale». Il mandato Bce è bruciare ricchezza
    
 
        (Frank Rumpenhorst/picture alliance via Getty Images)
    
Christine Lagarde non si ferma. I mercati scendono. Lei attacca: «Rivedano le loro posizioni».Christine Lagarde ha parlato. Come sempre i mercati hanno reagito male. Le Borse sono scese quando gli operatori hanno sentito che la donna che guida la Banca centrale europea ha intenzione di alzare ulteriormente i tassi e quindi di continuare a gestire l’inflazione galoppante con i vecchi metodi. Cioè senza considerare che l’aumento dei prezzi stavolta non è indotto da una crescita del circuito di produzione e di domanda ma è spinto da fattori esterni. Parliamo di crisi energetica e soprattutto della trasformazione delle materie prime in armi geopolitiche con cui mettere in ginocchio le economie tradizionali, come quelle del Vecchio continente. La distanza dalla realtà della numero uno di Francoforte (in totale allineamento con il clima che respira a Davos) si misura con la conclusione del discorso. «I mercati sono scettici?», si è chiesta, «Allora rivedano le loro posizioni». Una esternazione che dice tutto e svela la volontà sovietica di questa dirigenza di voler plasmare le aziende e l’intera società con la gestione della moneta. E il riferimento non è solo alla consueta divaricazione della lettura dei dati - la Lagarde sostiene che l’economia nel 2023 sarà sostenibile - e nemmeno alla volontà di usare la morsa inflazione/tassi per ridurre i debiti pubblici e far pagare ai cittadini una fetta dell’enorme massa di Quantitative easing che ha caratterizzato l’ultimo decennio. Il riferimento è a qualcosa di tanto palese, quanto subdolo, che per giunta non dovrebbe in alcun modo essere di competenza della Banca centrale. Sempre ieri, davanti al consesso del World economic forum, la Lagarde ha infatti spiegato senza giri di parole che «dobbiamo muoverci verso una transizione digitale e green . Perché è una necessità evidenziata perfettamente dal Next generation Eu e dal Recovery and resilience fund». In un sol colpo viene evirata l’indipendenza della Banca centrale dalla politica (e il prossimo dei competenti che deride Recep Tayyip Erdogan e la Banca di Ankara andrebbe spedito nella provincia turca) e si dichiara il duplice obiettivo finale. Costringere milioni di persone a piegarsi a una visione ideologica sotto il peso delle scelte monetarie e al tempo stesso ridurre la capacità di spesa di interi ceti medi con la finalità di evitare che saltino i bilanci pubblici. In pratica se con l’aiuto della Bce si azzererà la borghesia europea l’autocrazia riuscirà a evitare il crac economico del Vecchio continente e al tempo stesso a rafforzare il proprio potere. Non è una visione distopica la nostra ma semplicemente un tentativo di unire i puntini. Va infatti notato che assieme alla transizione green viene menzionata quella digitale. Sebbene l’ultimo Eurogruppo abbia rallentato un po’ l’iter di adozione dell’euro digitale (sottolineando alcune problematicità) la Lagarde ha confermato di voler abbracciare il progetto datato febbraio 2020 che mira a trasformare i governi Ue in piattaforme e i cittadini in identità digitali. Portare la vita di una persona su un solo e-wallet significherà inevitabilmente controllare non solo le abitudini di spesa e di consumo ma anche affidare a ciascuno un rating finanziario e quindi controllare tutta la filiera del circuito monetario. L’altro lato della medaglia della deprivazione della proprietà privata che ci troveremmo ad affrontare se gli Stati adottassero le direttive Ue sulle norme green per la casa. Per fortuna il numero uno della Federal reserve americana, Jerome Powell, si è più volte detto contrario a tali forzature da parte di una Banca centrale. La divergenza di vedute potrebbe forse un giorno indurre Francoforte e Bruxelles a fare un passo indietro. Il rischio però è che per le nostre ricchezze sia troppo tardi. Per altro verso è chiaro che le ragioni sottostanti alle scelte della Bce siano esclusivamente di natura politica lo si capisce da un fatto ridicolo (se non fosse drammatico) che La Verità ha già raccontato. Nel 2021 un dottorando della London school of economics, Diego Känzig, aveva pubblicato uno studio dal titolo In che modo il prezzo del carbonio influisce sull’economia. Secondo il paper in estrema sintesi le politiche di tassazione sulla CO2 per limitare l’inquinamento avrebbero prodotto enormi costi economici per le famiglie a basso reddito e al tempo stesso ridotto drasticamente il perimetro del mercato del lavoro. La Bce scelse il paper tra una lista di dieci finalisti e lo premiò come miglior giovane economista. All’epoca della notizia ci sembrò che la Bce si fosse dimenticata il paper in un cassetto e quindi avesse omesso di seguirne le indicazioni. Invece a posteriori e palesati i passi successivi è chiaro che il premio è stato assegnato a Känzig perché ha colto il punto dove Bce e Ue vogliono portarci. Togliere la libertà economica ai cittadini equivarrà a togliere la libertà di movimento e di dissenso.
        Leonardo Apache La Russa (Ansa)
    
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
        Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)