Lavrov tiene viva la trattativa per la pace, vincolandola alla conclusione dello scambio di prigionieri in corso (ieri 390 a testa). Per la prima fase del negoziato Mosca eviterebbe il Vaticano. Il Cremlino intanto solleva nuovi dubbi sulla legittimità di Zelensky.
La vicepresidente Ribera ammette che stanno studiando i mezzi «per poterli utilizzare». Lei li vuole per il Green deal, Ursula per il riarmo. Contro il quale tuona papa Leone XIV, che ribadisce l’offerta del Vaticano come sede negoziale. Lavrov frena.
Il Papa ha mostrato grande preoccupazione ai vescovi dell’Unione: teme che la corsa all’acquisto di mezzi per la difesa riduca l’impegno per i più deboli. Poi ha invocato la ricerca di un punto di equilibrio sui migranti anche individuando «altre sistemazioni».
Dopo la notizia delle intercettazioni dei servizi contro l’ex tuta bianca, l’opposizione aveva attaccato la Meloni accusandola di spiare gli avversari. Ma le prime autorizzazioni per i controlli sui membri di Mediterranea risalgono al governo di Giuseppi.