2020-04-14
Regione che vai, divieto che trovi. Viaggio nella giungla delle ordinanze
Attilio Fontana tiene chiusi i negozi, tranne quelli dedicati agli articoli per bimbi. Luca Zaia inaugura il «lockdown soft». Linea dura in Campania, dove Vincenzo De Luca alza le multe. Mentre la Toscana detta le condizioni per la ripresa.L'Italia si divide nel tunnel del coronavirus: per avviarsi verso l'uscita si procede in ordine sparso, a colpi di ordinanze regionali. Gli italiani non sono quindi tutti uguali: c'è chi ancora vede con il binocolo la luce della fase 2 e chi da domani può già entrare nella fase «uno e mezzo». Mentre entra in vigore il Dpcm che proroga i divieti di spostamento fino al 3 maggio ma consente a cartolerie, librerie, negozi per neonati e ad altri settori di riprendere l'attività, molti governatori decidono di non seguire le indicazioni mantenendo strette più severe. Mentre in Veneto e Liguria si allargano ulteriormente le maglie, avviando quello che è stato già ribattezzato un lockdown soft. VENETO E LIGURIALa «secessione» veneta da Covid-19 inizia oggi. Con l'entrata in vigore dell'ordinanza firmata dal governatore, Luca Zaia: obbligo dell'uso di mascherina, guanti e gel igienizzante per uscire di casa; tolto come «atto di fiducia verso i veneti» il limite dei 200 metri per l'attività motoria, che può essere svolta solo «in prossimità dell'abitazione» e sempre singolarmente. Si possono superare i 200 metri, specifica Zaia, «ma non si può arrivare a 4-5 km, serve il buonsenso». Le nuove misure anti contagio previste in Veneto prevedono comunque che chi presenta una temperatura sopra i 37,5 gradi non potrà uscire di casa. I picnic e le grigliate all'aperto nelle festività del 25 aprile e 1 maggio saranno consentite solo «nel giardino di casa» e per il singolo nucleo familiare. Nessun barbecue all'aperto o con gli amici. Il provvedimento conferma, inoltre, le restrizioni precedenti per supermercati ed esercizi non essenziali, che restano quindi chiusi la domenica e nei giorni festivi. Distanza di sicurezza portata a due metri, non più uno, nelle file per l'accesso ai supermarket e ai mercati all'aperto, si legge nell'ordinanza. Che non contiene però indicazioni precise per le aziende da adottare in caso di ripresa delle attività perché la decisione spetta al governo e alle prefetture cui le imprese possono rivolgersi per ottenere deroghe alla chiusura. Il Veneto accelera dunque verso l'allentamento, seguito a ruota dalla Liguria. Un'ordinanza del presidente Giovanni Toti prevede la libertà di andare agli orti e ai frutteti, permettere ai giardinieri di riprendere il lavoro, garantire le manutenzioni degli stabilimenti balneari e dei chioschi sul mare in vista della stagione estiva. Ma anche la riapertura di piccoli cantieri edili, l'ok alla riapertura delle librerie, cartolerie e negozi per bambini, come indicato dal Dpcm. Poi partirà il lavoro con le prefetture, i sindacati e le associazioni degli imprenditori «per cominciare a costruire quell'insieme di regole che saranno indispensabili per riaprire il Paese», ha detto Toti, che punta a sperimentare la fase 2 in alcune aziende pilota, d'intesa con sindacati e Agenzia ligure per la sanità. PIEMONTE E LOMBARDIASembra invece ancora lontana la ripartenza in Lombardia e Piemonte. «Abbiamo cercato di essere più rigorosi possibile, abbiamo chiesto di poter tenere chiuso il maggior numero di negozi», ha spiegato ieri il governatore lombardo, Attilio Fontana, a Rai Radio 1, parlando dell'ordinanza regionale firmata sabato che permette la riapertura dei negozi per la vendita di articoli per neonati, ma non quella di librerie e cartolerie. «Quando si entra in libreria, è un'abitudine prendere in mano tanti libri, toccarli, sfogliarli e poi magari rimetterli al loro posto, e questo può essere un motivo di contagio notevole», ha detto Fontana motivando il no alla riapertura. Sui negozi per bambini, invece «abbiamo fatto una valutazione che ci è arrivata da un gruppo di mamme che stanno per partorire che non trovano beni di prima necessità per i nascituri». Regole più rigide pure in Piemonte: infatti è stato deciso di non consentire la riapertura di librerie e cartolerie. L'attuale ordinanza prevede che gli articoli di cancelleria possano essere venduti solo negli esercizi commerciali già aperti e lo stesso vale per i libri. Anche in Toscana ci saranno alcune prescrizioni in più, che riguardano le distanze, i modi per raggiungere il luogo di lavoro, l'eventuale l'accesso e la sanificazione. Lo ha stabilito il presidente, Enrico Rossi, con un'ordinanza firmata ieri. Se queste condizioni non saranno rispettate, i negozi non potranno riaprire. EMILIA ROMAGNASi riunirà oggi, con il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, sindacati e imprenditori, il tavolo per il patto per il lavoro che comincerà a ipotizzare i modi per la riapertura. È probabile che dall'Emilia Romagna possa arrivare una proposta complessiva al governo che, attualmente, ha avocato a sé la competenza sulle decisioni per le riaperture. Il modello sul quale sta lavorando la Regione prevede la richiesta di apertura per alcune attività produttive prima del 3 maggio, laddove si riescano a garantire le condizioni di sicurezza per i lavoratori. E si chiederà al governo anche di superare il meccanismo del silenzio-assenso per la riapertura attraverso la richiesta alla prefettura. Resta la stretta sulle province di Piacenza e Rimini, e sul paese bolognese di Medicina: nelle tre «zone arancioni» non potranno aprire nemmeno librerie e negozi per neonati, ma solo farmacie, negozi alimentari e quelli che erano autorizzati ad aprire fino ai giorni scorsi. Nelle provincie di Piacenza e Rimini sono previste anche limitazioni sui trasporti e sulla viabilità. LAZIO E SUDRiapertura delle librerie dal 20 aprile, per garantire le misure di sicurezza necessarie; chiusura delle attività commerciali il 25 aprile e il primo maggio; proroga fino al 3 maggio dell'attuale disciplina oraria dei negozi. Viene stabilito anzitutto che le librerie, la cui attività è stata di nuovo autorizzata dal Dpcm del 10 aprile, potranno riaprire a partire da lunedì 20 aprile. L'ordinanza prevede anche la proroga fino al 3 maggio della disciplina oraria dei negozi stabilita il 17 marzo, ossia dalle 8.30 alle 19 nei giorni feriali e dalle 8.30 alle 15 la domenica, per tutte le attività autorizzate a rimanere aperte. Infine, è stata disposta la chiusura degli esercizi commerciali, esclusi solo i centri agroalimentari all'ingrosso, per il 25 aprile e il 1 maggio. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha aumentato le sanzioni per i divieti di spostamento da 400 a 4.000 euro (nel resto d'Italia sono da 400 a 3.000 euro). È stata inoltre prorogata fino al 20 aprile la zona rossa per il comune di Lauro, in provincia di Avellino. In Basilicata, il presidente, Vito Bardi, ha invece disposto l' isolamento per quattro Comuni lucani (Moliterno, Tricarico, Irsina e solo parzialmente Grassano) individuati come cluster di casi di contagio.
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Charlie Kirk (Getty Images)