Rai, Pro Vita & Famiglia: «Due flashmob domani contro blasfemia e gender»

Rai, Pro Vita & Famiglia: «Due flashmob domani contro blasfemia e gender»
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«Come accaduto numerose volte in passato, anche ma non solo durante l'ultimo Festival della Canzone Italiana a Sanremo, la Rai ha ritenuto di mettere in scena delle "esibizioni" blasfeme e oltre il limite della decenza, volgari e offensive verso la fede cristiana, professata da larga parte del popolo italiano, oltre a veicolare il gender senza ritegno. Ora basta!

In questo momento, con le famiglie sempre più in difficoltà economica e obbligate a pagare il canone in bolletta Enel, non si possono più accettare queste offese.

Si tratta di fondi pubblici e la RAI deve rendere conto fino all'ultimo centesimo del modo in cui vengono spesi!
Per questi motivi domani, venerdì 26 marzo, si terranno due flashmob: uno davanti alla sede della Rai di Roma, in Viale Mazzini, alle 13:00, e uno davanti alla sede della Rai di Milano, in Corso Sempione 27, alle 12:00, per chiedere di far cessare questa vergogna».

È questa la nota di Pro Vita & Famiglia, organizzatrice delle due manifestazioni di protesta.

Prodi afflitto per l’Ue. Conciata così da lui
Romano Prodi (Imagoeconomica)
L’ultima idea geniale del professore: l’ennesimo referendum, ma questa volta «europeo», per superare l’unanimità al Consiglio. Che però non toccò quando, da capo della Commissione, allargò l’Unione. E sul riarmo: «È ovvio che la spesa militare debba salire».
Fernand Kartheiser: «L’Ue crea nemici per rafforzarsi»
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L’europarlamentare espulso da Ecr per il suo viaggio in Russia: «Bruxelles vuole imporre un maxi Stato federale e ridurre i singoli Paesi a fornitori di armi e soldati».
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La contraddizione: la controllata pubblica è già pronta a espandere la capacità dei suoi cantieri militari, mentre l’agenzia europea Scope ratings mette in guardia sulla tenuta dei conti. A vincere sarà la Germania?
Ursula adesso trema. Domani arrivano i nuovi obiettivi verdi
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Ursula von der Leyen stretta fra il ricatto socialista e il no di Emmanuel Macron agli ulteriori tagli delle emissioni che vuole imporre Teresa Ribera.
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