2020-06-21
Quirinale e Papa chiedono porte spalancate
In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, Sergio Mattarella manda un pensiero a chi «è costretto a fuggire dal proprio Paese». Peccato che da noi arrivino soprattutto «migranti economici». Intanto Francesco inserisce gli immigrati persino nelle litanie.Ieri si è celebrata la Giornata mondiale del rifugiato, che potremmo serenamente ribattezzare Giornata mondiale della mistificazione, almeno per quanto riguarda l'Italia. Come sempre in questi casi, le celebrazioni si moltiplicano e la retorica gonfia le cascate. Sergio Mattarella ha colto l'occasione per pronunciare parole commoventi riguardo l'immigrazione. «L'impatto della pandemia aggrava ancor di più la critica condizione di quanti, a causa di conflitti o per la violazione di diritti fondamentali, sono costretti a fuggire dal proprio Paese», ha detto il presidente. «L'Italia mostra continuamente e con senso di responsabilità la sua vicinanza a coloro che affrontano tali drammatiche vicende, offrendo accoglienza e protezione». Non pago, Mattarella ha spiegato che «la nostra azione di protezione e assistenza nei confronti dei migranti non può deflettere o indebolirsi ma deve, anzi, rafforzarsi, con l'elaborazione di un nuovo corso dell'Unione europea in materia di migrazioni e asilo, nel segno di un più incisivo e condiviso impegno comune». Ed eccoci appunto alla mistificazione. Al 19 giugno, i migranti sbarcati sulle coste italiane erano 5.832, contro i 2.242 registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di persone per lo più provenienti da Bangladesh e Tunisia, Paesi in cui, allo stato attuale, non sono in corso guerre e non si registrano carestie. Parliamo, insomma, dei cosiddetti «migranti economici», non di «rifugiati». Il punto è proprio questo. Dalle nostre parti si continua (volutamente) a fare un'enorme confusione fra le due condizioni così che, nel dibattito pubblico, quanti sono in arrivo sui barconi vengono automaticamente considerati «profughi» meritevoli di accoglienza. Tale confusione è evidentemente alimentata anche da discorsi come quello di Mattarella, il quale non ha fatto riferimento esplicito ai clandestini, ma ha chiaramente invitato a spalancare ulteriormente le frontiere. L'appello presidenziale a favore dell'accoglienza che non deve «deflettere o indebolirsi» è, nei fatti, un invito a farsi carico di altri stranieri in arrivo sui barconi. Di rifugiati veri, dalle nostre parti, ne giungono pochi, per lo più tramite i corridoi umanitari già in funzione. La grande massa è composta da persone che non hanno i requisiti per restare qui. Eppure il servizio taxi nel Mediterraneo è ripreso alla grande. Come mostriamo in queste pagine, le navi delle Organizzazioni non governative coprono il mare come una flotta. Gli irresponsabili di Sea Watch - che in questi giorni hanno fatto salire a bordo oltre duecento persone - hanno dichiarato fin dalla partenza che si sarebbero diretti verso l'Italia, e avrebbero cercato in ogni modo di sfuggire alla guardia costiera libica. Più o meno sulla stessa linea è l'Ong Mediterranea, direttamente supportata da una bella fetta della sinistra di maggioranza. Il governo, riguardo ai taxisti del mare, non proferisce verbo. Da un lato continua a elargire fondi ai libici, dall'altro non fa nulla per bloccare chi i libici li sfida apertamente. Non solo: l'attuale esecutivo sta lavorando alacremente per demolire i decreti sicurezza, riducendo (o addirittura eliminando) le multe alle flotte «umanitarie» e brigando per disintegrare l'unica difesa legislativa contro l'invasione.La situazione dell'accoglienza, soprattutto in Sicilia, è drammatica. Ogni settimana si ha notizia di rivolte, proteste, sommosse o fughe dai centri. Inoltre proprio in questi giorni, a Bergamo, è esploso uno scandalo di enormi proporzioni che coinvolge cooperative da sempre in prima linea a favore dell'accoglienza, la Caritas locale (sacerdoti compresi) e una bella fetta dell'universo di sinistra. Tutto nasce, ovviamente, dalle malefatte di personaggi truci intenzionati a lucrare sull'ospitalità offerta ai migranti e foraggiata dal denaro pubblico. A tutto ciò, però, nei messaggi strappacuore della Giornata del rifugiato non si fa cenno. Sentiamo soltanto inviti ad accogliere ancora di più, a non smettere di essere «buoni». Mattarella chiama inutilmente in causa l'Unione Europea, perennemente assente sui temi migratori. Anche papa Francesco continua imperterrito la sua azione di propaganda a favore dell'immigrazione di massa. Ieri il pontefice ha aggiunto tre nuove invocazioni alle Litanie Lauretane, una delle quali a favore dei migranti. Insomma, il bombardamento è costante. Riepilogando, ci troviamo con un governo che imbastisce sanatorie fallimentari e dannose con la scusa di «salvare l'agricoltura» (una menzogna conclamata). Le forze di maggioranza, con l'appoggio del premier Giuseppe Conte, stanno studiando il modo per cancellare i decreti sicurezza, e c'è addirittura chi ha ritirato fuori dal cassetto lo ius soli, ovviamente con il plauso dei vescovi. Intanto, le Ong hanno ripreso l'attività a pieno regime, i centri d'accoglienza scoppiano, i costi lievitano e l'Ue si guarda bene dal darci una mano. Però ancora non basta: secondo il Papa e il presidente della Repubblica, tocca aumentare gli sforzi. Pensavamo che il disastro del coronavirus ci avesse provato a sufficienza. Ma è sempre confortante avvolgersi nella certezza che al peggio non c'è mai fine.
Abdel Fattah Al-Sisi e Donald Trump (Ansa)