2021-10-01
In questa «normalità» la libertà è un favore
Ci raccontano che il lasciapassare serve a rilanciare l'economia. Invece le attività erano state aperte prima che entrasse in vigore. Da quando è stato introdotto, non è cambiato nulla: le discoteche sono chiuse; gli stadi, i cinema e i teatri sono a capienza ridotta.Gli appassionati di cospirazioni sono soliti fare riferimento al Nuovo Ordine Mondiale che le élite corrotte vorrebbero imporre a discapito dei popoli. A ben vedere, però, ciò che si sta imponendo in questi giorni è qualcosa di diverso, di meno spaventoso (all'apparenza) e di meno traumatico. Potremmo chiamarlo il Nuovo Ordine Normale. Non si tratta di una rivoluzione esplicitamente violenta, di un cambio di paradigma ferocemente radicale. No, tutto avviene gradualmente: non siamo gettati dentro il lago ghiacciato, siamo piuttosto obbligati a inserire nell'acqua gelida un dito alla volta. Dopo lo strappo destabilizzante del lockdown, una volta assorbito lo choc della chiusura - di cui molti ancora stanno tentando di smaltire le conseguenza - tutto avviene con più dolcezza, e passa appunto per «normale». Ciò non significa, tuttavia, che non sia ugualmente terribile.Da qualche giorno, i grandi quotidiani hanno iniziato a far sparire dalle prime pagine le notizie sul Covid. I talk show, gradualmente, hanno iniziato a occuparsi d'altro. Certo, non sono spariti i servizi sui perfidi no vax che ancora mettono a rischio la salute di tutti: ogni tanto serve una dose di paura per non far scendere il livello anticorpale. Questi episodi sono saltuari ma particolarmente brutali: l'aggressione verbale è la norma, chi esce dal seminato non è più nemmeno attaccato, bensì deriso, vilipeso, zittito in malo modo. Nella gran parte delle trasmissioni televisive, il Nemico osteggiatore del green pass è sempre stato emarginato. Ma se prima il Deviante era costretto a battagliare da solo contro tre avversari, ora ha contro gli stessi avversari, il conduttore, i servizi, gli inviati, l'intera macchina mediatica.Al volto rabbioso del regime, però, se n'è aggiunto un altro più conciliante, tutto sommato benevolo. È il viso sorridente dell'esperto che dice: «È tutto finito, si torna alla normalità». Il concetto è ripetuto da svariate Virostar catodiche, da molti commentatori, e da numerosi esponenti della maggioranza di governo: «Va tutto bene, finalmente si torna alla libertà».Se ci fate caso, noterete che questa tendenza ha iniziato a imporsi dopo l'approvazione del super green pass, il quale per altro deve ancora entrare in funzione e dunque non può aver già prodotto effetti positivi di sorta. Una volta sdoganata la misura battendo l'opposizione in Aula, come per magia ogni nube si è dissolta. Viene da pensare che l'obiettivo del governo non fosse realmente la sconfitta della malattia ma, appunto, l'imposizione del lasciapassare. Ottenuto quello, è stata prontamente srotolata una coltre di bambagia, sui malumori e le contestazioni è calato il silenzio. Il metodo funziona eccome, perché fa leva sul desiderio che tutti noi portiamo nel cuore, e cioè che l'incubo del Covid svanisca, e non se ne parli più. Subentra allora nella popolazione un complesso miscuglio di rassegnazione e di sollievo. Da un lato si prende atto che alla carta verde ormai non è più possibile opporsi, a meno di non voler affrontare un devastante isolamento sociale. Dall'altro siamo tutti stanchi di sentir parlare di virus 24 ore al giorno, quindi tutto sommato ci va bene che il pensiero sia allontanato.C'è solo un piccolo problema: quella che stiamo vivendo oggi non è la «normalità». È un simulacro: il Nuovo Ordine Normale, appunto. Non è normale, infatti, che chi esercita un suo diritto costituzionale sia emarginato, privato dello stipendio, insultato, perseguitato, accusato di essere un violento non appena apre bocca. Non è normale che comuni cittadini che pagano le tasse siano esclusi da una parte del trasporto pubblico, non possano sedere nei bar e nei ristoranti, non possano seguire le lezioni all'università nemmeno a distanza. Non è normale che professori e docenti vengano fisicamente prelevati dalle aule e trascinati fuori perché privi di carta verde. Non è normale che il governo scavalchi il Parlamento e imponga la sua volontà anche al Quirinale e a istituzioni che, in teoria, dovrebbero porre limiti al potere esecutivo. Ma ormai questi discorsi non fanno più presa: tutti sembrano aver accettato il fatto che la libertà sia divenuta una concessione. Parlare di diritto è ritenuto grottesco al cospetto dell'ossessione securitaria.Ci sono però altre questioni, molto meno elevate e decisamente più concrete nella loro semplicità, che vengono semplicemente espunte dal dibattito. Si dice che con il green pass è tornata la libertà, e si è riaperto. Ma è falso. Le riaperture sono avvenute ben prima che la carta verde fosse introdotta, al massimo il lasciapassare a impedito ad alcune persone di accedere liberamente ad alcuni servizi. Numerose attività, poi, non sono affatto «riaperte». Le discoteche sono chiuse, e devono farsene una ragione, anche se hanno perso circa 3,5 miliardi. Gli stadi sono ancora a capienza ridotta, tanto che le grandi squadre giocano partite importanti alla presenza di poche migliaia di spettatori. Eppure viene presentato come una grande conquista il fatto di esser passati da una capienza del 50% a una del 75%. Ecco, quel 25% di capienza mancante è l'esatta misura della libertà e della normalità che ci sono ancora sottratte. Ma di cui abbiamo gradualmente imparato a fare a meno.Cinema, teatri e sale da concerto sono ancora ferme a una capienza che ondeggia tra il 75% e l'80%. La Siae ha protestato, spiegando che le tanto celebrate riaperture «sono insufficienti e francamente non oggettivamente motivate. Paradossalmente in Italia abbiamo il numero di vaccinati più alto d'Europa e le misure più restrittive». Massacrare un intero comparto, mettendo in difficoltà soprattutto chi non vive di contributi pubblici, viene considerato normale. Se ne sono accorti anche alcuni artisti, già grandi sostenitori del green pass: dopo aver fatto i megafoni, si sono resi conto che qualcuno (il governo) non manteneva le promesse. Ma il messaggio, in questo caso, non è stato rilanciato a reti unificate.Tutto bene, tutto normale. Delle proteste dei portuali e dei camionisti non si parla. Il ministro dell'Interno si preoccupa di infierire personalmente sulla poliziotta che rifiuta il green pass (e ha il fegato di dichiararlo pubblicamente), ma non sembra aver riflettuto granché su ciò che accadrà fra un paio di settimane, quando migliaia di membri delle forze dell'ordine non potranno più lavorare poiché privi del lasciapassare. Chiaro: la mancanza di medici, infermieri, colf, badanti e agenti non è un problema, tanto ne faranno le spese i cittadini, a chi volete che importi?Non è il Grande Reset, ma un piccolo adattamento a cui un po' dobbiamo e un po' vogliamo rassegnarci. Una finta libertà che ci dobbiamo far piacere. L'Italia riparte, in fondo, è l'avvenire è radioso. Poi le bollette aumenteranno e le tasse pure (perché ci saranno da restituire anche i simpatici prestiti europei), magari metteranno le mani sulle case. Ma state tranquilli: è il Nuovo Ordine Normale, e va tutto bene. O quasi.
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