2022-07-25
«Quelle dei gay non sono nozze. E i bambini non si comprano...»
Carlo Giovanardi, il politico che si batte contro droga e cultura gender: «L’utero in affitto favorisce i ricchi e danneggia i più piccoli. La cannabis? Legalizzarla significa fare un regalo alle mafie».«Per il “matrimonio” della carabiniera in divisa ho chiamato il gabinetto del ministro, che non ha rilasciato autorizzazioni, sto aspettando che l’Arma risponda se sono stati loro ad autorizzare la cerimonia. Ora però ho appuntamento per fare la quarta dose, la richiamo dopo». Carlo Giovanardi è manna dal cielo per i titolisti del web. Racchiudilo in una frase e diventa virale. Fallo però argomentare e arriverà a dirti che è più progressista lui di quelli del Pd e di - finge di sbagliarsi - «quel Santoni, Sartori, Santori, come si chiama», insomma il leader delle Sardine che ha detto di coltivare cannabis in casa.Roba che a uno come lei, che a una legge sulle sostanze stupefacenti ha dato il nome insieme a Fini, avrà fatto accapponare la pelle.«Guardi che io, in realtà, non faccio che difendere un unico e semplice principio: c’è la Costituzione, ci sono le leggi, e non è che se a qualcuno non vanno bene non si rispettano. Piuttosto si intraprendano battaglie politiche per cambiare la Carta e le norme». È quel che stava facendo il Pd, sia su questo tema che sullo ius scholae. Prima che cadesse il governo, si intende.«Sulla droga le dico: sa quanti sono i morti per overdose in Italia ogni anno? Quattrocento. Negli Usa sono 104.000. Vogliamo forse arrivare alle situazioni disastrose della California o del Colorado? Prenda il caso di Morisi».L’ex portavoce di Salvini? I pm hanno chiesto l’archiviazione.«Esatto. Dimostra che le nostre leggi sono già molto aperte. È stato denunciato penalmente perché aveva sostanze stupefacenti in casa? No. È stato arrestato? No. Ma qui non ci si rende conto che aveva ragione Borsellino. Lo citano tutti ma dimenticano sempre il discorso agli studenti in cui spiegava che legalizzare è un regalo alla criminalità organizzata».Ora è probabile che la legalizzazione passerà in fanteria. Giovanardi esulta?«A me preoccupa che in spiaggia si vendano bustine di cannabis con alto tasso di thc con la scritta “da collezione”. E che dappertutto negozi che vendono sostanze cosiddette legali tentino di avvicinare i ragazzi al consumo. Da amico di Vincenzo Muccioli, don Pierino Gelmini e Oreste Benzi li ho visti da vicino, i disastri della droga che si riversano sulle famiglie. Migliaia di disperati distrutti già a 15 anni: ma di che cazzo stiamo parlando?».Una canna lei non se l’è mai fumata?«No. Mamma e papà ci portavano al mare in auto fumando sigarette accese con gli zolfanelli, ed è andata a finire che né io né i miei fratelli abbiamo mai avuto voglia di provare manco quelle. Ma sto bene, eh, glielo assicuro».La Fini-Giovanardi nel 2014 fu dichiarata incostituzionale, relatrice Marta Cartabia, poi ministro. Serba rancore?«Non rancore ma dolore. Perché è stata la prima volta in assoluto che la Corte Costituzionale si è espressa in modo retroattivo, bocciando gli articoli che avevamo aggiunto in un decreto di conversione con il consenso di Ciampi e dopo due anni di discussione in Commissione. La legge per fortuna nel suo impianto è rimasta inalterata. Ne presi atto, constato però che gli ultimi 4 governi hanno attaccato vagoni e vagoncini a leggi di tutti i tipi e con tutti i commi possibili, senza che la Corte Costituzionale sia mai intervenuta».Laureato in Legge, Carlo Giovanardi esercita ancora la professione di avvocato?«No, no, a 72 anni la mia carriera l’ho fatta. Prima avvocato in una banca, poi consigliere comunale e regionale, deputato e senatore, sempre grazie ai voti ricevuti. E poi ministro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, vicepresidente della Camera… Ho un ufficio sempre aperto a Modena per dare una mano a chi ha bisogno».Cosa le vengono a chiedere? «Problemi legislativi o con la pubblica amministrazione, ma pure questioni esistenziali in famiglia, e adozioni internazionali e non. Una cosa insomma da prima Repubblica, alla Remo Gaspari, morto a 90 anni e mai ha smesso di essere collegamento tra gli eletti e il popolo».Oggi direi rara. «Beh, certo: il Parlamento è stato riempito di scappati di casa senza arte né parte… figurarsi se si preoccupano dei problemi della gente, manco gli passa dall’anticamera del cervello. Vedi la parabola dei 5Stelle: avvinghiati come cozze al loro biglietto della lotteria».Le sue battaglie, Giovanardi, sono per lei una «missione»? È spesso in prima linea. Pochi giorni fa il Mise ha censurato la Rai per un episodio della serie «9-1-1» dopo una sua segnalazione. «Se c’è un comitato di 15 persone che deve vigilare su un codice di autoregolamentazione, le sembra giusto star zitti dopo aver visto una specie di verme solitario uscire da un deretano e altre scene orripilanti in fascia protetta, che il comitato ha bollato come di inaudita violenza?».Pure dopo le celebrazioni in Toscana di Francesca Pascale e Paola Turci si è fatto sentire: «non chiamatelo matrimonio». «Il caso più recente è quello della carabiniera che “si sposa” in divisa. Allora: c’è un regolamento dell’Arma che andando contro la Costituzione e le nostre leggi che prevedono che il matrimonio sia solo uomo-donna, estende la cerimonia delle sciabole alle coppie gay? O è stata solo una sceneggiata alle spese dell’Arma per incrementare la propaganda Lgbtq? Aspetto che i Carabinieri mi diano risposta».L’ha scandalizzata il bacio saffico con la divisa?«Mica sono un formalista, io! Se uno è maggiorenne faccia quel che vuole. Il punto è che quello della carabiniera così come quello della Pascale, o di Matano, non è un matrimonio, ma un’unione civile, un contratto. E non perché lo dico io ma perché lo dice la Costituzione. E non me la si venga a raccontare… è chiaro lo scopo». Cioè?«La grande campagna in atto vuole legittimare i ricchi e potenti ad andare all’estero, comprare l’ovulo di una studentessa possibilmente alta e intelligente, impiantarlo nel ventre di una sciagurata del terzo mondo e poi portarle via il bambino». Utero in affitto? Non tutti i casi sono come li descrive. «Tutti i casi sono casi di bambini privati del diritto di avere un padre e una madre. Tutti i casi sono casi di ricchi, che spendono fino a 300 mila euro. I bambini non si comprano. Così, a me quelle unioni chiamate “matrimoni” mi preoccupano per la mistificazione. Intanto per ogni bambino adottabile ci sono dieci coppie che aspettano». La vulgata dice il contrario: tanti i bimbi in cerca di famiglia.«Falsa propaganda. Se lo Stato scriverà che Ugo e Ugo possono adottare, benissimo. Ma a oggi a me non sta bene che ci siano migliaia di coppie eterosessuali che affrontano un iter complicatissimo per poterlo fare e ci sia invece chi vuole passargli davanti perché ha i soldi. Le leggi, glielo ripeto ancora una volta, vanno rispettate. Sempre. Questo insegno ai miei sei nipoti e ho insegnato ai miei tre figli». E se uno dei suoi nipoti le dicesse che è innamorato di un uomo?«Ma dov’è il problema! Le cito Zeffirelli, se vuole. Anzi meglio le cito Alessandra Gracis, nata all’anagrafe Alessandro. Grande avvocato cassazionista di Treviso, mia amica da 20 anni e che ha compiuto la transizione completa. Lei stessa lo dice, ed è l’unica cosa che conta: giù-le-mani-dai-bambini».Lei amico di una transessuale?«Penso che lo Stato - sto conducendo questa battaglia con lei - debba pagare il calvario delle operazioni a chi si sente imprigionato in un sesso non suo. Ma non mi si parli di transizione prima della maggiore età. E si distingua Efe Bal, per altro bellissima, che esercita la sua professione di prostituta con donne e uomini, o Vladimir Luxuria - anche lei mia amica - da chi va in giro mezzo nudo per le città». Ai gay pride, intende?«Gente che insulta Cristo, la Madonna, la religione. Non è certo la maggioranza degli omosessuali italiani, che lavora per vivere e che mi rifiuto di mettere insieme a certe baracconate. Ho visto uno che se ne andava in giro con la maglietta “mi piace il cazzo”: è un problema suo, perché scriverselo sul petto? Cosa vuole dimostrare alla nonna, al bambino o al sacerdote che lo incontrano?».Dopo questa un salto carpiato: a un parlamentare di lungo corso come lei non posso non chiedere lapidarie previsioni di come andrà a finire con il governo.«Una catastrofe, che vuole che le dica. Come si fa a far le liste in agosto? Chi andrà a votare dovrà sorbirsi la minestra o saltare fuori dalla finestra». Lei manterrà le sue posizioni storiche?«Mah, a dire il vero io per la prima volta in vita mia non so che pesci pigliare. Non mi capacito di quel che han fatto. Sono sulle posizioni della Gelmini, per intenderci. Da modenese e anticomunista, penso che è stato fatto un regalo grande alla sinistra».Se nascesse un partito di centro però ne sarebbe tentato…«Non c’è tempo per raccogliere le firme per fare nuovi partiti, ci sarà chi resterà escluso. Certo, un centro non sovranista lo voterei. Perché io sto con il Ppe. E Berlusconi resta un mio grande amico, ma con la Lega io non ho a che fare. Sono pure atlantista, lo scriva, e penso che questo sia pure un gigantesco favore a Putin, altroché».Ultima domanda. Suo fratello gemello, Daniele, è stato sospeso dall’Ordine dei medici perché non vaccinato. Lei è alla quarta dose, ma lo difende. «Ha detto di avere una flebite incompatibile con i vaccini ed è in pensione. L’Ordine dei medici non l’ha nemmeno chiamato, non ha valutato le sue giustificazioni. Possibile che la pensiamo diversamente, succede in tutte le famiglie. Ma le sue ragioni andavano ascoltate».
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Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)