2021-08-29
«Qualità a piccoli prezzi. Le creme Skinlabo conquisteranno gli Usa»
Il fondatore della società di cosmetici e prodotti di bellezza Angelo Muratore : «Vendiamo solo online in 20 Paesi europei. Un milione di clienti entro fine anno»Una smart beauty company, pochi ingredienti, quelli buoni, altamente performanti. Smart nel prezzo e nel servizio. Grazie a Skinlabo, il primo digital brand della cosmetica, per occuparsi della propria pelle in maniera eccezionale non si deve per forza spendere una fortuna. «Skinlabo ha trasformato Torino, una città a vocazione industriale, in un luogo dove si può trovare una perla che ci si immagina nel Sud della California», spiega Angelo Muratore, fondatore e ad. L'azienda, nata nel 2016, ha capito le logiche dei social media, in modo da conquistare milioni di clienti e farli tornare. Il beauty è sempre stato il suo campo d'azione?«No, mi sono occupato per tanti anni di comunicazione. Nel 2010 iniziai a fare l'imprenditore nel mondo del venture capital. Non mi interessavano le crescite piatte o comunque intorno al 10/20% anno su anno, ma quegli ambiti dovet, grazie a un'idea, in otto anni, si può creare un mostro da 1 miliardo di euro». Perché la bellezza, quindi?«Sono stato molto intrigato dal fatto che in questo settore c'era uno spazio enorme per poter costruire una realtà come Skinlabo. Il beauty, in generale, cresce in tutto il mondo di anno in anno, le vendite online vanno avanti con doppia cifra dal 10 al 30% a seconda del mercato. E se hai un punto di vista diverso dagli altri, e Skinlabo ce l'ha, puoi realizzare un successo internazionale». Cosa intende per visione diversa?«Il nostro pilastro è il posizionamento di prodotti di alta qualità alla portata di tutti. Parliamo di una qualità uguale se non superiore a quella del segmento prestige e luxury del beauty a un prezzo da 10 a 20 euro mentre gli altri vanno dai 50 ai 300 euro. Noi diamo a tutte le donne la possibilità di prendersi cura della propria pelle con ottimi prodotti alla portata di tutte le tasche».C'è un segreto?«Abbiamo costruito un gruppo di 30 consulenti di bellezza che in 15 lingue e 20 mercati differenti dispensano consigli. Questo è un mestiere dove se non ascolti o non stai vicino alla cliente, la cliente ti tradisce molto facilmente».Di solito si vuole la possibilità di provare una crema. Qui manca il contatto fisico.«Senza dubbio l'ecommerce è freddo ma Skinlabo lo ha reso caldo. Noi offriamo un vero servizio di consulenza anche attraverso video e lo studio di foto della pelle delle persone per creare una beauty routine ad hoc. Non abbiamo un minutaggio per ogni consulenza come in certe aziende. Dedichiamo anche 40 minuti a una cliente perché vogliamo che sia soddisfatta e raccomandi Skinlabo alle amiche. Questo è quello che facciamo con professionalità. Due fattori vincenti, il rapporto qualità prezzo e il servizio, fanno del marchio qualcosa di veramente unico sul mercato».I numeri parlano.«Conquistiamo 60.000 nuovi clienti al mese».C'è un trucco? «Ci siamo resi conto che la cliente ha bisogno di fidarsi di un marchio e quindi offriamo una prova gratuita: pagando solo la spedizione il primo prodotto lo regaliamo noi. Grazie a questa strategia a oggi 850.000 persone hanno comperato almeno una volta i nostri prodotti, 300.000 almeno due e circa 150.000 tre. Sono numeri mostruosi. A fine anno avremo 1 milione di clienti in 20 mercati europei, siamo stati capaci di aprire 20 siti in 15 lingue». Come vi siete fatti conoscere?«Attraverso un investimento pubblicitario sui social network per far provare gratuitamente per la prima volta un prodotto a scelta. Abbiamo una fidelizzazione altissima in un settore ad alta infedeltà».Chi studia i prodotti?«Vengono studiati da un comitato fatto da donne provenienti dal settore della cosmetica. Tutto è fatto in Italia: creme, make up, prodotti per capelli, solari e abbiamo in programma di lanciare gli integratori alla fine di ottobre o a novembre. La forza di Skinlabo è quella di essere un marchio mondiale, andremo negli Stati Uniti alla fine di ottobre».Cosa ha dato il via all'azienda?«Sono stato aiutato da una serie di top manager, imprenditori, fondi di investimento che a oggi hanno messo in azienda quasi 17 milioni di euro. Skinlabo dall'Italia, che non è il Paese del venture capital, è riuscita a raccogliere questa cifra in quattro anni grazie alla bontà del suo modello di business. I capitali sono arrivati da Singapore, Hong Kong, New York, Londra e dalla Spagna».Lei ha guardato i settori più performanti e si è soffermato sul beauty?«Esattamente, perché il beauty ha una grandissima marginalità e non era ancora stato disintermediato. La nostra politica è dalla produzione al cliente finale direttamente sui siti di Skinlabo».Cosa vede nel futuro?«Una crescita importante fino ad arrivare a 100 milioni di giro d'affari, 4 milioni di clienti e un'azienda sana che fa un importante Ebitda positivo. E una multinazionale del settore che sarà interessata a noi e a quel punto valuteremo cosa fare. Siamo degli innovatori in un campo abbastanza consolidato e tradizionale».
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