2023-01-06
Putin ferma le bombe per il Natale. Kiev: ipocrisia. Erdogan: pace ora
Vladimir Putin (Getty Images)
Lo Zar accoglie l’appello del patriarca Kirill e dichiara 36 ore di stop per celebrare la festività ortodossa. Il leader turco in pressing sulla Russia per avviare la mediazione, ma la Nato teme l’escalation di Mosca.Erdogan alza il telefono e prova ancora a mediare tra Russia e Ucraina, per ritagliare un ruolo primario alla Turchia al tavolo delle trattative. Il presidente turco ha chiesto, in una telefonata con Vladimir Putin, un cessate il fuoco «unilaterale» in Ucraina e una soluzione pacifica della crisi. «Gli appelli alla pace e ai negoziati tra Mosca e Kiev dovrebbero essere sostenuti da un cessate il fuoco unilaterale e da una visione per una soluzione equa», ha detto Erdogan a Putin. Nella telefonata tra i due leader, si è discusso anche di energia, relazioni bilaterali e Siria. Ma Erdogan ha proseguito il suo giro di chiamate, per confermare a Zelensky che «la Turchia è pronta a mediare per ottenere una pace duratura tra Russia e Ucraina». I presidenti russo e ucraino si sono entrambi dichiarati soddisfatti del colloquio intrattenuto con Ankara e Putin ha ribadito al suo omologo turco che la Russia è aperta «a un dialogo serio» se Kiev «soddisfa le richieste note e tiene conto delle nuove realtà territoriali». Putin non ha però fatto mancare una «postilla» alle sue dichiarazioni, accusando l’Occidente di avere un «ruolo distruttivo» in Ucraina e di non voler dunque cogliere gli spiragli per arrivare a un tavolo negoziale. Mentre, in effetti, il presidente russo incaricava il ministro della Difesa Shoigu di introdurre un regime di cessate il fuoco lungo tutta la linea del fronte in Ucraina dalle 12 del 6 gennaio alla mezzanotte del 7 gennaio, in occasione del Natale ortodosso, così come richiesto dal patriarca Kirill, il segretario generale della Nato Stoltenberg dichiarava che «le armi a Kiev sono la via per la pace». «Se vogliamo una soluzione di pace negoziata, in cui l’Ucraina sopravviva come Paese democratico indipendente in Europa, il modo più rapido per arrivarci è sostenere l’Ucraina». Stoltenberg ritiene infatti che Mosca stia preparando una nuova ondata di attacchi e ha invitato a non sottovalutare l’impatto della mobilitazione effettuata nella Federazione russa. «Le forze ucraine avanzano da diversi mesi, ma sappiamo anche che la Russia ha mobilitato molte più forze di quante ne abbia utilizzate sul campo di battaglia, molte delle quali sono attualmente in fase di addestramento», ha affermato il segretario generale. A non credere alla «tregua di Natale» è anche Kiev, che definisce la dichiarazione «una trappola cinica e un elemento di propaganda», come scritto da Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky. Podolyak sostiene che solo quando la Russia lascerà i territori occupati, ci potrà essere una tregua temporanea. Putin ha invitato comunque il suo omologo ucraino a stabilire a sua volta una tregua natalizia, seguendo le indicazioni del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, che chiede che «gli ortodossi possano assistere alle funzioni della vigilia di Natale e del giorno della Natività di Cristo». Mentre si parla di tregua, sembra prevalere la linea delle armi invocata dalla Nato, sulla quale si muovono, oltre ovviamente agli stessi Usa, i Paesi europei. Joe Biden ha già confermato che gli Stati Uniti potrebbero inviare in Ucraina veicoli da combattimento Bradley con il nuovo pacchetto di aiuti a Kiev. «Non smetteremo di consegnare armi all’Ucraina» è anche la linea della Germania, dichiarata dal vicecancelliere tedesco Robert Habeck, in conferenza stampa a Oslo. «Adegueremo costantemente le nostre consegne ai bisogni del campo di guerra», ha aggiunto l’esponente verde del governo di Olaf Scholz. Intanto, sul campo, orrore e morte non si fermano. La battaglia in corso per Bakhmut, nel Donetsk, ha lasciato il 60% della città in macerie. «Gli ucraini stanno ancora trattenendo i russi ma le forze del Cremlino martellano la città con bombardamenti incessanti», ha dichiarato il governatore di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. La conquista di Bakhmut, città dell’area industriale a ridosso dei confini russi, non solo offrirebbe a Vladimir Putin un importante successo sul campo di battaglia dopo mesi di battute d’arresto, ma interromperebbe anche le linee di rifornimento dell’Ucraina e aprirebbe alle forze russe la strada verso le principali roccaforti ucraine nel Donetsk. Per questo Mosca colpisce Bakhmut da mesi. Nelle ultime settimane, con l’arrivo dell’inverno, i combattimenti in Ucraina sono diventati sempre più una guerra di logoramento. Anche nel Sud la tensione è alle stelle. Una coppia e il loro figlio di 12 anni sono morti a Berislav, nella regione di Kherson, a seguito dell’attacco di un missile russo che ha colpito la loro casa, secondo quanto denunciato dal vice capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Kyrylo Tymoshenko. Secondo Tymoshenko, «questa è la bassezza e la meschinità della Russia: la mattina parlano di una “tregua natalizia” e a mezzogiorno uccidono un’intera famiglia. Qual è la colpa del marito, della moglie e del loro figlio di 12 anni? Il solo fatto che siano ucraini. Si stavano preparando a festeggiare insieme il Natale, ma un colpo cinico dei russi li ha uccisi nella loro stessa casa».
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