2020-09-03
Il colpo di mano sui servizi
fa tremare il trono di Conte
Al momento non sappiamo se il governo Conte durerà una settimana o un anno. A dar retta ai venti che spirano dentro la maggioranza giallorossa, saremmo portati a ritenere che l'avvocato di Volturara Appula sia destinato a fare presto le valigie. Matteo Renzi, per esempio, dice senza peli sulla lingua che l'ex burattino di Luigi Di Maio (copyright Repubblica quando l'inquilino di Palazzo Chigi era ritenuto nient'altro che un Pinocchio con la pochette) è arrivato a fine corsa ed è ora di riporlo nell'armadio delle cose vecchie. Ma, come sapete, la parola del senatore semplice di Scandicci vale poco, perché l'uomo è abituato a dire una cosa per poi farne un'altra, ossia quella che più gli conviene. Tuttavia, a prescindere dalla durata dell'esecutivo, che ribadiamo potrebbe essere di una settimana o di un anno, quando l'attuale presidente del Consiglio se ne andrà a casa, oltre ai danni che lascerà in eredità, di lui ci rimarranno i suoi uomini nei posti chiave della Repubblica. In particolare (...) resteranno al loro posto per anni i capi dei servizi segreti a cui, senza alcuna ragione apparente, Conte ha scelto di prolungare l'incarico. A differenza dei predecessori, il premier non solo ha scelto di tenersi stretta la delega sugli 007, avendo dunque responsabilità diretta sui dossier più scottanti che riguardano la sicurezza del Paese, ma ha anche nominato i vertici delle agenzie di intelligence. Già qui si potrebbe notare un eccesso di poteri nelle sue mani, perché oltre a essere il capo del governo, il nostro è anche di fatto il capo degli 007, in quanto è a lui che riportano i numeri uno dei Servizi. Ma a questa anomalia se ne è aggiunta un'altra ben più grave ed è appunto quella che riguarda la modifica dei termini del mandato stabiliti dalla legge. In pratica, come ha spiegato ieri il nostro Claudio Antonelli, con il pretesto del Covid il presidente del Consiglio ha inserito all'interno del decreto che autorizza misure di emergenza anche alcune paroline che spianano la strada alla riconferma reiterata dei numeri uno degli 007. Già, perché se fino all'altro ieri la regola scritta prevedeva che i direttori delle agenzie di sicurezza ricoprissero l'incarico con un rinnovo, ora la parola «una sola volta» è stata sostituita da una formula che spalanca la porta alla possibilità che siano confermati più volte, per un periodo massimo di ulteriori quattro anni. Nella sostanza, Conte sta ipotecando il futuro. Il suo governo potrebbe cadere fra una settimana o due, magari per effetto delle elezioni regionali oppure del referendum, però i generali da lui scelti per guidare uno dei settori più delicati e strategici per il Paese, potrebbero rimanere al loro posto, lasciati in eredità a chi verrà dopo.Che la mossa sia insolita e pericolosa lo hanno capito benissimo le opposizioni e anche una parte della stessa maggioranza, che infatti ha presentato un emendamento per eliminare dal decreto quelle provvidenziali paroline. Perché i giallorossi lo abbiano fatto, se per fare un dispetto a Conte o perché sono davvero preoccupati dallo strapotere conquistato dal premier, non è dato sapere. L'unica cosa nota è la reazione di Palazzo Chigi. Alla notizia della «ribellione» il governo, per mano del ministro per i rapporti con il Parlamento, il grillino Federico d'Incà, ha reagito ponendo la fiducia, dicendo dunque ai rivoltosi che l'alternativa era mangiare la minestra o saltare dalla finestra, mandando a casa il governo. Come era facile immaginare, una parte dei coraggiosi onorevoli ha scelto di ingurgitare la sbobba offerta dalle cucine di Palazzo Chigi, chinando il capo pur di conservare la poltrona, mentre un'altra se l'è svignata, evitando di partecipare al voto sulla proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre. Tuttavia, a prescindere da ciò che hanno deciso i ribelli, una domanda ci sorge spontanea ed è la seguente: ma Sergio Mattarella non ha nulla da dire? Da mesi assistiamo alle mosse di un presidente del Consiglio che si comporta da ducetto. Nessuno lo ha eletto, ma l'avvocato di Volturara Appula governa come se fosse stato scelto dagli italiani. Senza passare dalle Camere e neppure dal Consiglio dei ministri, ha sfornato un decreto dietro l'altro. E ora non solo si appresta a indebitare l'Italia pretendendo di gestire in solitudine i soldi in arrivo dall'Europa, ma in assenza di alcuna urgenza allunga la vita professionale ai vertici dei servizi segreti. C'è stato un tempo che bastava il sopracciglio alzato dei presidenti per dissuadere il governo dall'intraprendere una strada. Purtroppo ora non solo non si muove il sopracciglio, ma si chiudono pure le palpebre. Altro che presidenza della Repubblica, qui siamo al sonno della Repubblica.