2025-09-06
Guerra congelata, c’è il sì di Decaro in Puglia
Antonio Decaro con Elly Schlein a Bari (Ansa)
L’ex sindaco di Bari ritira il suo aut-aut su Vendola e accetta di correre per la guida della Regione. Dietro il cambio di posizione, intense trattative nel campo largo (ma diviso): si è fatto pure il nome di Boccia. Emiliano frigna e dice che si presenta pure lui.Antonio Decaro con Nichi Vendola in lista. Dopo passi di lato, passi indietro e ore di trattativa serrata per trovare la chiusura del cerchio in Puglia, l’ex sindaco di Bari ha accettato l’ex governatore di Sel. A dettare i tempi, l’urgenza e il palco dell’apertura della festa dell’Unità a Bisceglie ieri sera. Era difficile una soluzione win-win, difficile cambiare cavallo in corsa. Attorno alla candidatura di Decaro alla guida della Puglia si era sollevato un putiferio. L’impuntatura dell’ex sindaco di Bari ha infatti messo il segretario del Pd Elly Schlein in estrema difficoltà. Smarcato l’ostacolo del governatore uscente Michele Emiliano, che ha ceduto alle pressioni del suo delfino rinunciando a una nuova candidatura, rimaneva lo scoglio del candidato di Avs. Sinistra italiana non ha inteso fare passi indietro pretendendo di mettere in lista anche l’ex governatore. Il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, sebbene abbia avuto grossi scontri con Vendola, in un’intervista al Corriere della Sera ha difeso la sua candidatura spiegando in maniera netta: «Non può essere che siano altri a decidere per le nostre liste». «La nostra stima per Decaro è concreta. Lo riteniamo un candidato valido come presidente della regione Puglia», ha ribadito l’esponente ambientalista, ma aggiunge: «Le liste di Avs le decidiamo noi di Avs», chiarendo anche che ormai si tratta di una questione di principio. L’impasse era evidente, la candidatura dell’ex leader di Sel non poteva più essere messa in discussione in alcun modo. Nessuno intendeva cedere la sua posizione, per questo risolvere la situazione non era facile. La sfida: trovare una via d’uscita per garantire la candidatura del presidente di Avs senza far perdere credibilità al candidato dem. Un braccio di ferro che hanno vinto Bonelli e i suoi, ma anche la linea Schlein di un’opposizione «Testardamente unitaria» perché «lo chiede la gente». Passo indietro, o saltello sul posto. Tutto resta com’era. A rimaner fregato solo Emiliano, che pure Decaro lo ha cresciuto. E infatti a stretto giro il presidente uscente avrebbe fatto sapere che nel caso di candidatura di Vendola lui farà altrettanto, forse in una lista civica. Le ipotesi delle ultime ore erano diverse. Una delle proposte più verosimili ipotizzava le dimissioni di Vendola dopo l’elezione, magari prima di candidarsi alle prossime politiche. Non è chiaro ancora se sia stata questa la moneta di scambio. Si è parlato anche di cambiare nome, e quindi un’eventuale candidatura di Francesco Boccia, oggi il numero due di Schlein e capogruppo dei senatori dem. Ipotesi tra le meno quotate. Ipotesi per altro respinta dal movimento 5 stelle pugliese. Il deputato Leonardo Donno aveva infatti spiegato: «Invitiamo le altre forze progressiste a superare gli ultimi ostacoli che si frappongono a riconoscere tutti in Decaro il candidato oggettivamente più idoneo. D’altra parte, al punto nel quale siamo arrivati è difficile ipotizzare un diverso candidato».A intervenire ci si è messo anche il leader pentastellato Giuseppe Conte che, riprendendo le parole del suo deputato Leonardo Donno, ha detto: «È la posizione che la comunità pugliese del Movimento 5 stelle, una comunità radicata e consistente, esprime dopo alcuni mesi di varie vicissitudini che non trovano ancora composizione. Una comunità che è rimasta in silenzio sin qui, che si è dichiarata costruttivamente disponibile a una soluzione, e adesso chiede che ci sia una chiara soluzione».A dare fuoco alle polveri poi, come sovente accade, il governatore campano Vincenzo De Luca. «Mi capita di seguire il cabaret della Regione Puglia. Esprimo ancora la mia solidarietà a Nichi Vendola, che è un esponente politico che non appartiene al Partito democratico e quindi ha il diritto di candidarsi dove e come vuole. Credo che chiunque voglia candidarsi abbia il diritto di farlo e che chi ritiene che non ci siano le condizioni per candidarsi abbia il diritto di non candidarsi», è il commento affidato a un video divulgato sui social. «Nessuno ha il diritto di mettere in campo atteggiamenti di arroganza, di violazione delle regole, di messa in discussione del diritto di candidarsi che hanno esponenti politici come Nichi Vendola, che esercita semplicemente un diritto costituzionale. Ogni altra posizione è una posizione di arroganza, di prepotenza e di violazione della Costituzione. Per quello che mi riguarda, quando c’è qualcuno che dice o si fa così o me ne vado, la risposta da dare è: buon viaggio e la Madonna ti accompagni, come diceva il cardinale Sepe. Mi auguro che termini questo cabaret e che si affermi una logica di dignità e di rispetto per i diritti dei cittadini». Di tutt’altro avviso Davide Bellomo di Forza Italia, il quale ritiene che la posizione di Decaro sia invece condivisibile. «Non riesco proprio a comprendere quanti lo criticano. Qualcuno del suo stesso partito ha parlato addirittura di cabaret politico». Ma, prosegue: «Ha pienamente ragione quando chiede discontinuità e sostiene che, nel caso dovesse essere lui il nuovo presidente della Regione, occorrerebbe svincolarsi da un passato che scotta».
Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)
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