Pro Vita & Famiglia in piazza a Torino: «Contro il ddl Zan per i nostri figli e per le donne»

Pro Vita & Famiglia in piazza a Torino: «Contro il ddl Zan per i nostri figli e per le donne»
Alessandro Zan (Ansa)

"Oggi sabato 26 giugno a piazza Castello alle 17 a Torino siamo scesi in campo per dire che noi e milioni di italiani #Restiamoliberi. Non solo il nostro gazebo informativo è stato a disposizione dei torinesi che hanno voluto informazioni reali sulla proposta di legge contro l'omotransfobia, ma abbiamo fatto sfilare anche alcuni camion vela con immagini eloquenti per far capire alle persone i rischi che si nascondono dietro la propaganda antidiscriminatoria». Così Jacopo Coghe, vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus presente insieme ad altri gruppi ed associazioni alla manifestazione contro il ddl Zan con bandierone di 600 mq dispiegato in piazza in nome della libertà, alla presenza di circa 1000 persone.

«Vorrei trovare qualcuno che non sia d'accordo sul rispetto di ogni persona e di ogni opinione, ma qui ci troviamo di fronte ad una legge liberticida che mette a rischio bambini e donne - ha continuato dal palco Jacopo Coghe - perché verranno distrutti i loro diritti e noi questo non lo possiamo permettere».

«È in gioco la nostra libertà di espressione e non solo, si chiede che venga rispettata anche la libertà religiosa e quella educativa» - ha continuato Jacopo Coghe.

«L'articolo 7, che istituisce la giornata nazionale contro l'omofobia da celebrare nelle scuole di ogni ordine e grado, deve essere soppresso. È un'entrata a gamba tesa che viola il diritto di priorità educativa dei genitori. Già oggi con la scusa del bullismo si entra nelle scuole a spiegare ai ragazzi e ai bambini di tutto, transessualità, genderismo e noi non vogliamo questo per i nostri figli» ha proseguito Coghe.

«Sia chiaro e lo gridiamo al governo e a tutti: noi non vogliamo il gender in nessuna scuola, cattolica o meno, non è un problema di confessione o religione, di scuole cattoliche o statali, ma di libertà educativa di tutte le famiglie italiane» ha concluso Coghe.

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