2021-07-29
La protesta continua. Fiaccolate in 12 città contro il foglio verde
Ieri i cortei organizzati da Libertà di scelta. Presenti a Roma anche senatori leghisti. Claudio Borghi: «Insistiamo per evitare i diktat».Bimba muore: l'undicenne di Palermo deceduta col Covid aveva una grave malattia metabolica.Lo speciale contiene due articoli.«La più grande stupidata che uno possa fare è etichettare la manifestazione come no vax. Le persone presenti (ieri, ndr) a Piazza del Popolo vogliono tutelare la libertà di scelta. Mentre il fanatico dell'obbligo vaccinale vuole imporre qualcosa a qualcuno, noi insistiamo per evitare diktat». Affermazioni dell'onorevole della Lega, Claudio Borghi che ha partecipato all'evento promosso dalla onlus «Libertà di scelta», compagine che ha più riprese si è detta contraria all'obbligatorietà del green pass. «Sono convinto», prosegue il rappresentante del Carroccio, «che tanti di quelli presenti ieri sera fossero regolarmente vaccinati. Però, ribadisco, rifiutano l'imposizione. Poi c'è un'altra categoria che va rispettata parimenti, ossia quelli che non vogliono l'obbligo vaccinale surrettizio dei bambini. Perché il green pass lo è (in determinati casi, in base all'ultimo decreto, tutti i cittadini con un'età superiore ai dodici anni dovranno esibirlo, ndr). Mi spiego: a tanti genitori è stato somministrato il siero e non hanno avuto nessun problema a farsi iniettare la loro dose, eppure allo stesso tempo non hanno intenzione di far vaccinare i figli con un antidoto ancora sperimentale». Sono scesi in piazza a centinaia per protestare contro l'obbligatorietà del green pass. Come detto, a Roma, in Piazza del Popolo e contemporaneamente anche altre undici città hanno ospitato eventi analoghi, da Milano a Palermo. Tra gli slogan: «Libertà, libertà» e l'attacco a quella che viene definita «tirannia sanitaria». Che per chi ha protestato deriva dalla ultime misure volute dal governo Draghi, in particolare il decreto legge Covid, entrato in vigore il 23 luglio scorso, che estende l'obbligo di green pass dal prossimo 6 agosto per determinati luoghi ed eventi. Ad esempio per svolgere attività sportiva al chiuso (piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra e centri benessere) sarà obbligatorio esibire il documento. Senza dimenticare che il decreto prevede che «quando non è possibile assicurare il rispetto delle condizioni previste dai protocolli, gli eventi e le competizioni sportive si svolgono senza la presenza di pubblico». Tra le misure più contestate, la presentazione del green pass per chi vuole andare in un ristorante al chiuso (massimo sei persone al tavolo) e negli altri locali come bar, pub, pasticcerie e gelaterie dove non è possibile consumare all'aperto. La carta verde è stata resa obbligatoria anche numerose attività del tempo libero: spettacoli aperti al pubblico, musei, istituti e luoghi della cultura, mostre, sagre, fiere, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi limitatamente alle attività al chiuso, sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò.Uno dei capitoli più delicati riguarda la possibilità, al momento più che plausibile, che il governo introduca l'obbligo di certificazione vaccinale per salire su navi, treni e aerei dal prossimo 6 agosto. Sul punto il leghista Borghi è netto: «Sostenere questa ipotesi durante la stagione turistica…Le manifestazioni hanno avuto il merito di far sì che non fossero prese decisioni affrettate sui trasporti». Tra i manifestanti vip di Piazza del Popolo anche Pillon, Bagnai, Siri, Paragone e il critico d'arte, Vittorio Sgarbi: «Mi sembra che non ci siano dubbi sul fatto che il green pass avrebbe significato se avessimo certezza assoluta dell'immunità dei vaccini. Che senso ha «imporre» un siero i cui risultati non sono sperimentati». E ancora: «Per cui se io mi vaccino lo faccio perché ritengo di dovermi difendere da qualcosa, se un altro, invece, ha paura dell'antidoto mica devo costringerlo ad «ammalarsi» di vaccino». Dunque «il green pass è intimamente contraddittorio perché porta con sé una certezza che invece non c'è». «Ci troviamo in una posizione antinomica, perché la persona anziana ha paura del covid, al contrario di quella giovane che non si fida del vaccino». Nonostante l'inizio della manifestazione a Roma sia stato fissato per le 20, già alle 19 sono centinaia le persone arrivate in Piazza del Popolo. La prima coppia di manifestanti che fermiamo per capire i motivi della protesta non ha tanta voglia di parlare. Poco dopo da uno degli organizzatori riceviamo il volantino di due pagine della manifestazione, si intitola: «Covid-19/21/22/23…ovvero..la strategia del terrore». Questo l'incipit: «Il virus - creato in laboratorio - esplode nella stessa città della Sars del 2002 e si diffonde in maniera innaturale in tutti e due gli emisferi. 358 milioni di euro sono i finanziamenti all'Ema di cui 307 da case farmaceutiche anche la nostra Aifa e la stessa Oms risultano finanziate per oltre 80% da «privati». Controllori pagati dai controllati». Al secondo tentativo riusciamo a parlare con Stefano: «Noi andiamo oltre la verità che ci viene proposta ogni giorno dai media mainstream. Non so cosa mettono dentro i vaccini. Il green pass? È contro la libertà e serve a poco: per esempio in Olanda l'avevano introdotto, ma i positivi sono aumentati ugualmente, quindi hanno imposto anche il tampone». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/protesta-citta-contro-foglio-verde-2654223731.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="bimba-muore-genitori-non-vaccinati-alla-gogna" data-post-id="2654223731" data-published-at="1627536190" data-use-pagination="False"> Bimba muore: genitori non vaccinati alla gogna «Uccisa dalla Delta a undici anni, tutta la sua famiglia non era vaccinata». «La famiglia non era vaccinata». «In famiglia nessuno si era immunizzato». Dalle pagine della Stampa a quella di Repubblica fino ad Avvenire, sulla tragedia della piccola Ariele - l'undicenne morta di Covid lunedì, all'ospedale Di Cristina di Palermo - ieri si sono abbattuti fior di titoloni. E tutti a senso unico, volti cioè a criminalizzare i genitori della bambina, facendoli passare come degli irresponsabili no vax. Peccato che le cose non stavano esattamente così: la situazione era un po' più complessa. Sono infatti bastate poche ore perché, sulla vicenda, emergessero elementi che hanno gettato sulla stessa una luce ben diversa; tanto per cominciare, rispetto alle condizioni della povera Ariele. Sì, perché, a prescindere dal Covid, la piccola purtroppo presentava già una salute precaria, essendo affetta da una malattia metabolica rara. La variante Delta ha insomma agito in un quadro già critico. Non solo: non è vero neppure che la famiglia della bambina avversasse i vaccini. «Basta strumentalizzazioni sulla morte di nostra figlia: non siamo no vax», hanno infatti dovuto spiegare i genitori delle piccola, già distrutti dal loro lutto. A conferma del colossale granchio mediatico, i familiari della bambina siciliana hanno rimarcato che volevano procedere con la vaccinazione. «Ci stavamo organizzando per vaccinarci tutti», ha chiarito la madre, «le altre mie figlie più grandi, del resto, hanno sempre fatto i vaccini pediatrici consigliati». Quindi l'intenzione di vaccinarsi c'era. Poi, sia per le condizioni critiche della piccola, sia a seguito di casi come quelli di Camilla Canepa - la diciottenne ligure morta a giugno dopo il vaccino con AstraZeneca - si era ritenuto di temporeggiare. Il caso ha però voluto che, di ritorno da un soggiorno in Spagna, una delle sorelle dell'undicenne sia risultata positiva. «Le mie figlie sono risultate tutte positive, io e mio marito siamo stati sempre negativi», ricostruisce ancora la madre di Ariele, la quale ha visto peggiorare rapidamente le sue condizioni: «L'11 luglio la sua saturazione è crollata e abbiamo chiamato il 118. Ha resistito per sedici giorni, sedata e intubata». L'epilogo della vicenda, purtroppo, è noto. «Sarebbe stato bello», ha concluso la donna in replica al presidente della Regione, Musumeci - che, sulla base delle prime ricostruzioni della storia, si era accodato alle imprecisioni dei media, definendo la famiglia «no vax» -, «che si fosse esposto allo stesso modo quando con altre mamme lottavamo per avere un reparto di Malattie metaboliche o quando abbiamo chiesto la possibilità per mia figlia e i bambini con diagnosi infausta di avere le cure compassionevoli con le cellule staminali». In realtà, sarebbe stato bello pure che certi giornali e titolisti ci avessero pensato bene, anziché aggiungere dolore al dolore, prima di strumentalizzare una vicenda che non esigeva che una cosa, rispettosa e rara. Silenzio.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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