2024-01-16
I trattori tornano a Berlino: agricoltori in marcia contro il taglio ai sussidi
Berlino. La protesta degli agricoltori alla Porta di Brandenburgo (Ansa)
Capitale invasa da mezzi agricoli e camion in rivolta per l’eliminazione degli sgravi sul gasolio. Contestato il ministro Christian Lindner sul palco. Proteste anche in Romania.La marcia dei trattori ieri ha invaso Berlino. Migliaia di mezzi agricoli e camion, accompagnati da circa 10.000 persone, hanno bloccato il viale che conduce alla Porta di Brandeburgo dopo una settimana di proteste contro l’aumento delle tasse per gli agricoltori. Arrivati durante la notte da tutta la Germania, i veicoli hanno parcheggiato lungo il percorso, mentre la folla di contadini coperti contro il freddo sventolava bandiere tedesche e reggeva striscioni con slogan come «senza agricoltori non c’è futuro». Alla manifestazione si è unita anche l’Associazione della caccia tedesca (Djv). Nel mirino della protesta c’è la coalizione del cancelliere Olaf Scholz e la decisione di eliminare gradualmente le agevolazioni fiscali sul gasolio per uso agricolo, nel tentativo di pareggiare il bilancio per il 2024, dopo che una sentenza della Corte costituzionale di novembre ha sconvolto i piani di spesa. Di fronte a una feroce reazione, il governo ha già accettato di non eliminare uno sconto fiscale sui nuovi veicoli agricoli e di spalmare la soppressione del sussidio per il gasolio agricolo su più anni. «Senza stabilità nelle campagne, senza agricoltura, il nostro Paese non ha futuro», ha detto il presidente dell’associazione tedesca degli agricoltori, Joachim Rukwied, da un palco di fronte alla Porta di Brandeburgo. Poi ha ringraziato il ministro delle Finanze Christian Lindner, in piedi accanto a lui sul palco, per aver partecipato alla manifestazione, fischiato dalla folla. Il discorso è stato comunque accompagnato da urla e rombi di clacson che hanno in gran parte oscurato l’intervento, malgrado gli altoparlanti. Nel pomeriggio i leader delle manifestazioni hanno poi incontrato i leader dei partiti della coalizione per un confronto. Il ministro dell’Agricoltura, Cem Ozdemir, esponente dei Verdi, ha suggerito premi finanziari per una produzione zootecnica rispettosa dell’ambiente, mentre alcuni socialdemocratici vogliono proporre prezzi più alti per i prodotti, mentre i Liberi Democratici di Lindner vogliono tagliare le spese amministrative. «Abbiamo preso a cuore le argomentazioni e abbiamo rivisto le nostre proposte», ha detto il cancelliere Scholz. Di fronte alla resistenza del settore, la coalizione composta da socialdemocratici, verdi e liberali ha fatto delle concessioni e ha mantenuto il vantaggio fiscale per i veicoli forestali e agricoli, che intendeva eliminare. Ha inoltre deciso di eliminare progressivamente il beneficio fiscale per il diesel agricolo «per dare alle aziende interessate più tempo per adattarsi». Ma questo non è bastato a calmare il malcontento di un settore che attraversa grandi difficoltà. La protesta si sta, inoltre, allargando ad altri Paesi. Camionisti e agricoltori hanno dato vita a manifestazioni nella capitale della Romania, Bucarest. A spingerli le condizioni economiche, con in particolare l’inflazione che ha portato ad aumenti consistenti dei prezzi di assicurazioni, carburanti e fertilizzanti. Ma a preoccupare ci sono anche le presunte condizioni favorevoli sulle quali possono contare le imprese straniere, che starebbero portando numerose aziende rumene sull’orlo del fallimento. Proteste anche al confine con la Bulgaria. Tra le rivendicazioni avanzate, l’introduzione di un tetto alle tariffe delle polizze di responsabilità civile obbligatoria, norme contro la doppia imposizione, misure per snellire il traffico attraverso le dogane e l’implementazione di una disciplina anti-dumping. A questo si aggiunge l’impatto della guerra in Ucraina. I ministri dell’Agricoltura di Polonia, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria e Romania hanno scritto alla Commissione europea per chiederle di «proteggere gli agricoltori europei dalle distorsioni del mercato causate dai prodotti agricoli ucraini», suggerendo «l’introduzione di tariffe sui prodotti agricoli più sensibili». Lo ha reso noto ieri il ministro dell’Agricoltura ungherese, István Nagy, in un post su Facebook, invitando Bruxelles a «introdurre misure che proteggano i mercati» degli Stati interessati. «Una di queste opzioni - specifica - potrebbe essere l’introduzione di tariffe sui prodotti agricoli più sensibili». Intanto, tornando in Germania, non c’è solo la protesta dei trattori a minare il già scarso gradimento del governo Scholz. L’economia tedesca è entrata in recessione nel 2023 con un calo dello 0,3% del prodotto interno lordo, appesantito dalla crisi del settore industriale che soffre dei costi dell’energia e delle difficoltà di esportazione. Sempre più imprese stanno dichiarando fallimento. L’ultimo eclatante caso è quello della Galeria Karstadt Kaufhof, la catena di grandi magazzini che rischia la bancarotta per la terza volta in tre anni. A inizio anno ha «mollato» anche il produttore di borse Bree, con sede ad Amburgo, che include tra i clienti lo stesso Scholz. Secondo un rapporto dell’Ufficio Federale di statistica (Destatis), le richieste di insolvenza sono aumentate del 22,4% nell’ottobre 2023 rispetto all’ottobre 2022. A settembre la percentuale era del 19,5%.
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