2023-12-02
Progettavano di sterminare un paese per «allenarsi» alla jihad in Francia
A processo sei terroristi che stavano pianificando una mattanza in un villaggio: «Ci basta una notte soltanto». Minacciato il sindaco del comune da dove sono partiti gli accoltellatori di Crépol: «Decapitata entro un mese».Dei paesini bretoni hanno rischiato di trasformasi nel teatro di una mattanza notturna jihadista. Era questo il progetto che, nel 2019, sei individui nati tra il 1983 e il 2003, cercavano di realizzare per «esercitarsi».Anche se i fatti contestati risalgono a quattro anni fa, la notizia si è diffusa solo in settimana. Lunedì, la Camera di istruzione della Corte d’Appello ha confermato che sei individui saranno giudicati, nel 2024, dalla Corte d’Assise speciale per minorenni. I sei sono accusati di aver progettato lo sterminio di un intero paese nelle campagne bretoni. Come riferito giovedì dall’agenzia France Presse e da vari media locali, tra cui France 3 Bretagne, nel settembre 2019 è stata avviata un’inchiesta sulla situazione di Mohamad D., un palestinese nato in Siria nel 1985 e arrivato in Francia nel 2015, beneficiando dello status di rifugiato (in seguito annullato, ndr). Gli inquirenti si sono interessati alla frequentazione dell’uomo, che si recava spesso nella macelleria Chez Wahid di Brest, gestita da Wahid B. Quest’ultimo era già stato condannano per apologia del terrorismo perché, come riporta radio France Bleu, dopo gli attentati del novembre 2015, era stato sorpreso da una pattuglia di polizia mimare una sparatoria con un’arma automatica. Inoltre, secondo France Presse, sulla macelleria Chez Wahid pendeva il sospetto che vi si tenessero incontri «della corrente islamista radicale» di Brest. Gli inquirenti hanno quindo posto delle cimici nel negozio.Nel dicembre 2019 Mohamad D. e Wahid B. sono stati intercettati, mentre si dicevano: «Ci serve dell’allenamento, delle armi e dobbiamo imparare a fare certe cose». I due immaginavano di «andare non troppo lontano, per esempio nelle campagne» circostanti con un gruppetto di «quattro o cinque di noi, armati» e «uccidere tutto il paese in una notte sola». Un’impresa giudicata «facile». Sempre France Bleu afferma che i sospettati avevano individuato altri possibili bersagli come la base navale di Brest, le feste per il capodanno cinese in Francia, una sinagoga o ancora una partita di calcio. A Mohamad D. è stato anche contestato di aver combattuto nell’esercito dello Stato islamico nel 2014. L’uomo ha, però, respinto le accuse. Per Sami Khankan, il legale di uno dei sospetti arrestati nel 2020, si tratta di intercettazioni «decontestualizzate», per questo ha annunciato che contesterà la procedura chiedendo anche il rilascio del suo assistito. All’epoca dei fermi, il quotidiano locale bretone Le Télégramme aveva scritto dello «shock» provato dall’entourgage di Wahid B. dopo l’arresto del loro caro. Ai tempi c’era chi diceva che la famiglia del macellaio, molto numerosa, era «un modello di integrazione». Il quotidiano si chiedeva però se Wahid B. avesse adottato la tecnica della taqiya, usata tipicamente dai terroristi islamici per infiltrarsi in Occidente.Ma il terrorismo non è il solo pericolo che aleggia sulla Francia. Come dimostrato dalle devastazioni della scorsa estate, provocate dai delinquenti di banlieue e ancor più dopo la morte di Thomas Perotto, il Paese sembra essere sempre più vicino a una guerra civile. L’ultima dimostrazione è arrivata ieri da Marie-Hélène Thoraval, il sindaco di destra di Romans-sur-Isère, la cittadina da cui proveniva il commando che il 19 novembre è andato a Crépol per «accoltellare dei bianchi». Qualche giorno fa, il primo cittadino aveva dichiarato ai microfoni di radio Rmc che la famiglia di Thomas Perotto chiedeva che «il carattere razzista degli aggressori» del loro caro fosse accolto dagli inquirenti.Il sindaco ha rivelato in seguito di aver ricevuto «due telefonate anonime» dal tono «intimidatorio». Gli autori chiedevano al sindaco se avesse «un kalashnikov in casa» oppure «delle guardie del corpo». Thoraval ha, poi, spiegato di aver ricevuto anche un messaggio via Instagram nel quale veniva minacciata di «decapitazione»: l’autore del messaggio avrebbe «giocato con il mio cranio, nel giro di un mese».L’uscita di Thoraval sul movente razzista dell’attacco a Crépol non è piaciuta ad alcuni abitanti del quartiere della Monnaie, nel quale risiedeva buona parte dei sospetti membri del commando, che hanno organizzato una manifestazione che si terrà oggi. Come riporta il quotidiano locale Le Dauphiné Libéré certi abitanti del quartiere caldo fanno gli offesi perché ritengono che le parole del loro sindaco puntino «a stigmatizzare gli abitanti del quartiere della Monnaie», ma anche a «non condannare apertamente l’arrivo di milizie di ultra destra» che hanno cercato di entrare alla Monnaie lo scorso fine settimana. Ieri sera nella zona del Pantheon di Parigi c’è stata una manifestazione organizzata dal collettivo Les Natifs (i Nativi, ndr) in omaggio a Thomas Perotto. La prefettura l’aveva vietata ma, verso le 18, il tribunale amministrativo di Parigi ha sospeso il divieto. La zona del Pantheon è stata presidiata da diversi centinaia di agenti delle forze dell’ordine.Tornando al terrorismo, ieri si è appreso che le autorità francesi hanno ritirato la cittadinanza transalpina a Karim Mohamed-Aggad, fratello di Foued Mohamed-Aggad, uno dei terroristi del Bataclan.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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