2024-11-05
Prof decapitato, al via il processo contro complici e istigatori social
Pure in Francia continua la violenza immigrata: altri ragazzi uccisi senza motivo.È cominciato ieri, davanti alla Corte d’assise speciale di Parigi, il processo contro sette uomini e una donna coinvolti nell’assassinio del professore Samuel Paty, decapitato il 16 ottobre 2020 davanti al suo liceo di Conflans-Sainte-Honorine. L’udienza si è aperta con l’accertamento dell’identità degli otto imputati processati per complicità in omicidio terroristico o partecipazione a un’associazione a delinquere terroristica. L’autore materiale dell’assassinio, il terrorista ceceno Abdoullakh Abouyezidovitch Anzorov, è stato ucciso il giorno dell’omicidio da agenti di polizia. Sul banco degli imputati due amici del killer: Azim Epsirkhanov, 19 anni all’epoca dei fatti, e Naim Boudaoud, 18 anni. Entrambi sono sospettati di essere stati al corrente del progetto del loro conoscente, tanto da averlo accompagnato ad acquistare armi. Altri quattro imputati sono gli jihadisti in contatto con Anzorov. Nel terzo e ultimo gruppo, due «influencer», Brahim Chnina e Abdelhakim Sefrioui, accusati di aver messo in piedi una feroce campagna social contro Paty, fornendo anche pubbliche informazioni utili per individuare il suo liceo. Non è il primo processo che riguarda l’omicidio di Paty. Nel dicembre del 2023, sei liceali, di età compresa tra i 13 e i 15 anni al momento dei fatti, sono stati condannati dal Tribunale dei minori a pene comprese tra i 14 mesi con la condizionale e sei mesi in cella. Tra loro, anche la figlia di Chnina, Zora, l’alunna problematica che per prima diffuse notizie false sulla famosa lezione di Paty in cui mostrò le vignette di Charlie Hebdo, chiedendo a chi non se la sentisse di vederle di uscire dalla classe. Particolare che, nel racconto di Zora, peraltro assente quel giorno, diventerà falsamente una sorta di profilazione etnoreligiosa contro gli studenti musulmani. Da lì partirà la campagna contro il prof. La Francia che si appresta a rivivere sui giornali gli undici giorni di martirio di Paty - dalle lezioni incriminate, il 5 ottobre, alla sua decapitazione, il 16 - non è però un Paese che ha fatto tesoro di quel sacrificio. La cronaca, anzi, fornisce costanti elementi di inquietudine. Qualche sera fa, all’uscita di una discoteca di Castres, nel dipartimento del Tarn, in Occitania, un ragazzo di 21 anni è stato accoltellato da una ventina di nordafricani senza una ragione apparente. Se non la volontà - riferita dai testimoni - di voler «sgozzare qualche francese». Il ragazzo se l’è cavata ed è stata aperta un’inchiesta per tentato omicidio. Ma il caso che sta sconvolgendo la Francia è un altro, dall’esito purtroppo più tragico: davanti a un’altra discoteca, il Seven di Saint-Péray, Comune nel dipartimento dell’Ardèche nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi, un altro ragazzo, Nicolas Dumas, di 22 anni, è rimasto ucciso nel corso di una sparatoria. Ciò che rende la storia di Nicolas ancora più disturbante, tuttavia, è il fatto che il giovane, rugbista, giocava nella stessa squadra di Thomas Perotto, il ragazzo morto un anno fa a Crépol (una quarantina di chilometri dalla nuova scena del crimine), vittima di un commando venuto dalla vicina banlieue per «accoltellare dei bianchi» in una festa di paese, secondo quello che pare ormai diventato un tragico quanto ricorrente copione. Le circostanze che hanno portato all’uccisione di Nicolas non sono chiare. Forse il ragazzo si è trovato in mezzo a un regolamento di conti, ma c’è chi parla di un cliente «rimbalzato» dai buttafuori che sarebbe tornato per vendicarsi. Colpisce, tuttavia, la triste coincidenza della identica maglia di rugby indossata da Nicolas e Thomas, quella del Rc Romans-Péage. «Un anno dopo Thomas, perdiamo di nuovo un giocatore in maniera violenta, è terribile. Ci si domanda perché loro, perché il nostro club, due volte, è ingiusto», ha commentato il presidente, Tristan Tardy. Tutto questo mentre lunedì, nella stazione della Rer di Ozoir-la-Ferrière (Seine-et-Marne), quattro persone sono state ferite in quello che sembrerebbe un altro regolamento di conti, portato a termine però a colpi di ascia. Una delle vittime ha avuto le mani troncate di netto, a un’altra è stato aperto il cranio. Ma, a parte questo, in Francia va tutto bene.
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.