2018-07-05
Procure e Comuni dicono basta alle forzature sulle «famiglie» gay
A Roma, il leghista Simone Pillon chiede lumi su un'iscrizione all'anagrafe, e il Campidoglio prende le distanze: «Decisione di un ufficiale oltre il quadro normativo». A Gabicce si va verso lo stralcio di una trascrizione.Torna l'ordine nei comuni italiani. Il tentativo di imporre l'omogenitorialità e di depenalizzare l'utero in affitto tramite la compiacenza di ufficiali delle anagrafi sta mostrando le prime, ampie crepe. Che queste fughe in avanti dal sapore ideologico siano prive di qualunque base legale lo dimostrano le recenti reazioni di alcuni amministrazioni locali e delle procure della Repubblica, pressate da associazioni e parlamentari pro family, che hanno chiesto un'operazione chiarezza sul fenomeno delle trascrizioni di figli di genitori dello stesso sesso.La possibilità di filiazione per coppie gay, oltre che biologicamente impossibile, è proibita dalla legge 40 che vieta e sanziona la surrogazione della maternità e la fecondazione eterologa per coppie dello stesso sesso. Tuttavia i tribunali italiani hanno riconosciuto più volte l'adozione del figlio del partner per tutelare il supremo interesse del minore. Un punto di vista contestabile e che sdogana anch'esso l'utero in affitto goduto dietro lauto pagamento ma che è cosa ben diversa dalle trascrizioni tout court di bambini nati all'estero e registrati alle anagrafi italiane come figli di «due padri» o di «due madri». Infatti, tutto l'ordinamento italiano nega che un bambino possa essere figlio di «due padri o due madri». Oltretutto gli atti anagrafici non sono atti di amministrazione arbitraria delle giunte che guidano i comuni, ma documenti che si limitano a certificare un fatto, ovvero ad attestare la genitorialità biologica del bambino.Insomma la comunità lgbt è andata oltre: ha superato i tribunali ed si è presa il diritto al bebè direttamente nelle anagrafi. Adesso però due episodi sembrano annunciare un repentino risveglio della magistratura e gli apparati della burocrazia. Martedì il senatore della Lega, Simone Pillon, ha ricevuto la risposta del Comune di Roma, circa la sua richiesta diretta sindaco Virginia Raggi di accesso agli atti della trascrizione avvenuta il maggio scorso di un bambino come figlio di due papà. In pratica il parlamentare del Carroccio ha chiesto copia dell'atto e se ad ordinarlo fosse stato il sindaco. Nella lettera, firmata dal direttore della direzione Aire (anagrafe italiani residenti all'estero), Massimo D'Amanzo, e dal direttore del dipartimento Servizi delegati, Virginia Proverbio, si afferma che l'atto in questione «non è conseguenza di un'ordinanza», in altre parole non è frutto di alcuna indicazione politica. Concetto ribadito ancora più chiaramente nelle ultime tre righe: «Nel caso di specie, l'ufficiale dello stato civile ha agito in totale autonomia, non in linea con il vigente quadro normativo, tale circostanza è peraltro attenzionata anche dalla prefettura di Roma».Doveroso sarà capire ora cosa ha motivato un'azione così apertamente contraria alla legge. Intanto, nelle stesse ore, si è mossa anche la procura di Pesaro, proprio una delle cinque procure (le altre sono Milano, Torino, Firenze, Bologna) a cui Citizen Go Italia e Generazione famiglia - La Manif Italia hanno indirizzato lo scorso giugno un esposto formale per agire contro le amministrazioni delle rispettive città che hanno trascritto atti di nascita da genitori dello stesso sesso.I magistrati del capoluogo marchigiano hanno impugnato la trascrizione, effettuata dal Comune di Gabicce lo scorso 18 aprile, dell'atto di nascita di due gemelli ottenuti due uomini di 57 e 34 anni, grazie ad una maternità surrogata commissionata in California. I due bambini sono nati negli Stati Uniti da una donna che ha affittato il proprio utero tramite un'apposita agenzia americana e con regolare contratto. In questi casi la prassi prevede che l'ovulo fecondato non sia della donna «portatrice» proprio per evitare eventuali rivendicazioni di maternità sui nascituri (pratica che genera anche molti rischi di rigetto per la donna).Secondo quanto riferisce Il Resto del Carlino, il sostituto procuratore Silvia Cecchini si riserverà di chiedere l'annullamento della trascrizione nel caso non riscontrasse la paternità biologica di uno dei due partner. Per la Procura, scrive ancora Il Resto del Carlino, «non basta produrre un documento californiano, una specie di contratto di cessione dei nascituri, con la gravidanza ancora in corso, per farci stare tranquilli». Se sarà necessario si dovrà arrivare alla prova del Dna.Vale la pena ricordare che la Cassazione, con sentenza 24001 del 2014, aveva ritenuto impossibile riconoscere genitori, per contrarietà all'ordine pubblico, due persone che avevano comprato un bimbo attraverso la maternità surrogata compiuta all'estero.Ad ogni modo lo dice il buon senso che i desideri degli adulti non possono prevalere sul diritto del bambino a non essere strappato dalla madre a pochi minuti dal parto. Che questo sia riconosciuto anche dalla magistratura può essere solo che un buon segnale.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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