La novità estiva di Prime Video si chiama «L’estate nei tuoi occhi»
Debutta con sette episodi su Amazon la serie drama multigenerazionale basata sull'omonimo romanzo. Un racconto incentrato su un triangolo amoroso che si viene a creare tra una ragazza e due fratelli, sul rapporto in continua evoluzione tra le madri e i loro figli e sul potere duraturo delle forti amicizie.
Potremmo cominciare con una serie di banalità: dire, o ribadire, che la serialità televisiva si è evoluta al punto da rappresentare una nuova letteratura, ricordare quanto mutevole sia l’attenzione dei giovani, quanto «smart» la loro natura. Potremmo sottolineare l’ovvio, e infilare nel calderone la crisi cui il libro cartaceo è andato incontro. Potremmo, ma non lo faremo. Perché, attorno a L’estate nei tuoi occhi, adattamento televisivo di una trilogia letteraria, orbita altro, la promessa di raccontare a chi voglia ascoltare la vita e i drammi e la formazione degli adolescenti d’oggi.
L’estate nei tuoi occhi, tratto da un romanzo diventato bestseller, non ha, però, la pretesa di psicanalizzare le nuove generazioni né punta a scandagliarne gli aspetti più deteriori, più strani. È superficie e normalità, quella normalità che – nell’economia di una narrazione televisiva – spesso risulta già vista, già conosciuta. C’è una ragazza, nel mezzo, cui un inverno ha permesso di emanciparsi dal ruolo di bambina per scoprirsi donna. Belly è cresciuta. Lo ha fatto al riparo dagli sguardi, ora meravigliati, degli amici di sempre. E, all’inizio dell’estate, quando la grande casa di vacanza è stata riaperta, una sequela di «Ooh» ne ha accolto la nuova immagine. «Sei uno schianto», si sente dire nel trailer, ed è chiaro da quelle prime tre parole quale sarà l’impronta della serie. L’estate nei tuoi occhi, su Amazon Prime Video da venerdì 17 giugno, è cosa pensata per rendere più dolci le giornate dei ragazzi, delle Belly di mezzo mondo. Non parla, dunque, una lingua sofisticata, e quasi vien da sorridere nel sentire pronunciare certe frasi cliché. Eppure, un «eppure» c’è.
L’estate nei suoi occhi, che in forma di romanzo è stato prontamente seguito da Non è estate senza te e Per noi sarà sempre estate, è leggerezza e ordinarietà. È il racconto – reso quasi più dolce dagli stereotipi che la narrazione sembra imporre – di un pezzo di vita che chiunque s’è trovato a vivere. L’adolescenza, il calore estivo, la scoperta dei propri sentimenti e i sogni che ne sono figli, le fantasticherie ad occhi aperti, l’imbarazzo sincero dei primi contatti, quello stupore di bambini davanti al mondo che si crede adulto. C’è un che di magico nella fase transitoria che dall’infanzia porta alla «vita da grandi», un lasso di tempo nel quale ci si crede con autentico fervore quel che ancora non si è: adulti, alle prese con problemi che paiono immensi. Riviverla questa fase magica, sia pure a mezzo di serie televisiva trapunta di cliché, è un’impresa possibile. piacevole, addirittura. È una terapia non richiesta, divertente e divertita, una terapia che permette a chi guardi – a patto che questi sia ormai cresciuto, «grande» - di scoprirsi indulgente e assolvere con ciò il ragazzino che è stato. Si diventa Belly, e poi Conrad e Jeremiah, i fratelli che se ne litigano il cuore. Si torna al limbo dell’adolescenza, giovani uomini e donne con la testa piena di sogni belli. Ci si ricorda l’innocenza e il candore, i peccati d’ingenuità. E così, fra l’eco di stagioni ormai passate, ci si scopre nostalgici nel guardare L’estate nei tuoi occhi. Quei sette episodi sono la finestra su un mondo che, diversamente da ciò che la serialità televisiva a volte sembra voler far passare, è immutato nel tempo. Generazioni diverse, meccanismi identici, il conforto dato dall’immedesimazione empatica, dal riconoscimento. È una boccata d’aria leggera, L’estate nei tuoi occhi, una di quelle che ci si può concedere – specie fra i primi caldi – senza la paura di essere perciò additati come spettatori poco impegnati. Bambini, in fin dei conti, lo siamo stati tutti.