2022-02-16
«Pnrr grande opportunità. Ho fiducia in Draghi»
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Massimo Gianolli, amministratore delegato di Generalfinance
Parla Massimo Gianolli, amministratore delegato di Generalfinance, azienda fondata nel 1982 e leader nel segmento del factoring alle Pmi: «Se saremo capaci di non sprecarli, è una fortuna immensa che andrà a vantaggio non solo delle imprese di costruzione, ma di tutta la filiera. Bisogna evitare che anche solo un euro vada sprecato».Muoversi nel mare magnum della finanza, per chi non ne conosce regole e linguaggio, può essere complicato oltre che pericoloso. Soprattutto se si è un imprenditore alla guida di un’azienda in crisi. Sapere come, quando e a chi rivolgersi, spesso determina la differenza tra un salvataggio e un fallimento. Dove per salvataggio si intende non solo quello dell’impresa o del suo marchio, ma di un’intera filiera produttiva e di migliaia di posti di lavoro. Per introdurci nel suo mondo, Massimo Gianolli, ad di Generalfinance, azienda fondata nel 1982 e leader nel segmento del factoring alle Pmi, usa una metafora molto efficace: «Questa è una finanza sartoriale, dove ogni azienda ha una storia a sé. Da noi il sarto ti fa entrare nella bottega, ti prende le misure e ti confeziona l’abito su misura a seconda delle tue esigenze». Invece nella finanza tradizionale spesso si devono superare molti blocchi prima di poter accedere, forse, a qualcosa di precotto, vero? «Ciò che ci caratterizza e ci differenzia è proprio questo: un approccio imprenditoriale all’impresa. Qualcosa che non c’è più sul mercato». Per questo vi definiscono la “Maranello del credito”? «Chi ha una bella macchina non vuole andare dal franchising per ripararla. Va dal suo carrozziere di fiducia che sa come lavorare». Questo che significa? «Significa che oggi è sbagliato l’approccio. Il mercato finanziario si è standardizzato e quindi se tu hai bisogno della giacca, dopo 7-8 mesi ti propongono i pantaloni e l’azienda intanto chiude». Ma esattamente cos’è il factoring? «Io lo definisco il pronto soccorso delle imprese. Noi siamo quel soggetto che è in grado di dare i primi soccorsi e assistere un’impresa nel momento in cui si verifica una crisi di liquidità e una necessità di rimodulare il debito attraverso accordi di ristrutturazione che non sono altro che le medicine». Con quali strumenti svolgete questa attività? «Attraverso lo smobilizzo dei crediti e la gestione della filiera dei fornitori. Quello del factoring è uno strumento molto flessibile. Si tratta di strumenti nuovi, perché mai lo Stato è intervenuto nell’ambito nelle procedure delle ristrutturazioni così come avviene oggi in modo strutturato e soprattutto in modo trasversale sulle Pmi». Qual è la vostra clientela? «Noi ci occupiamo di qualsiasi tipo di impresa che abbia dei crediti. Startup, newco, qualsiasi azienda che sia arrivata in una fase per cui comincia ad avere ordini e fatture da fare». Dalla diagnosi all’individuazione della cura, come si struttura il vostro intervento? «Di norma ci si trova davanti a un’azienda che non ha le linee di credito per poter pagare i fornitori. Qui si verifica la tempesta perfetta che genera la necessità di una cura e di un intervento rapido». Quanto è fondamentale la tempestività? «Spesso ci si gioca tutto sulla velocità dei tempi di reazione e sulla capacità di prendere decisioni rapide. Se non si interviene in tempo, in pochi mesi in un’azienda può essere completamente distrutto il valore costruito in 30 anni». Tra le aziende che avete salvato di recente c’è Paluani. Com’è stato quel processo? «Paluani si trovava in un momento in cui non aveva credito per portare i panettoni nella gdo e per poter pagare i fornitori. Dopo mille traversie l’abbiamo accompagnata in concordato e ha addirittura over performato sul piano che aveva fatto per le consegne natalizie». Si percepisce un certo orgoglio dalle sue parole. «Quando prendiamo un’azienda in cura, le facciamo fare la riabilitazione e poi si chiude il concordato, un po’ di orgoglio c’è. Vuol dire aver conservato un marchio storico e un brand che rappresenta l’italianità. Ti fa sentire partecipe di aver contribuito alla soluzione di un problema. Di mettere l’azienda e l’imprenditore nelle condizioni di non essere depredati dai falchi di turno che prendono il marchio a due lire». Gli ultimi due anni hanno visto molte imprese capitolare a causa della pandemia. Per voi com’è cambiato il lavoro? «Il lavoro è aumentato in modo esponenziale e abbiamo registrato una crescita importante. Il mercato ha trovato in noi un soggetto specializzato che si è sempre occupato di questo tipo di attività e quindi siamo stati molto rapidi ad assistere tutte le imprese che hanno avuto bisogno di cure». Di recente il Mise ha aperto 69 tavoli con 80.000 lavoratori coinvolti per le crisi aziendali. Come vi inserite in questo contesto? «Ci muoviamo in coordinamento con tutti gli attori, quindi anche con il Mise, mettendo a disposizione la nostra professionalità e i nostri strumenti finanziari. In questi giorni stiamo coordinando un tavolo con buona parte di tutte le finanziarie regionali del Nord Italia, tra cui Veneto, Piemonte, Lombardia e Liguria». I 390 milioni stanziati dal governo con il decreto Sostegni ter bastano? «È una buona cosa, anche se non credo sia risolutiva. Faccio fatica a dire che siano sufficienti. Però è importante che vengano stanziati e che ci sia attenzione e rigore nel distribuirli a chi li merita». E con i fondi del Pnrr si apriranno nuove opportunità per le imprese? «È un’occasione unica per le imprese italiane e mi fido di Draghi. Se saremo capaci di non sprecarli, è una fortuna immensa che andrà a vantaggio non solo delle imprese di costruzione, ma di tutta la filiera. Bisogna evitare che anche solo un euro vada sprecato».Avete chiuso il 2021 con un bilancio da record, cosa si aspetta da quest’anno? «Io lo definisco un bilancio di sostanza. Vuol dire che l’azienda ha tutti i parametri belli e buoni. È il diploma ai 40 anni di vita, all’esperienza, al team. Un premio per tutta la mia squadra, non solo per me che sono l'allenatore da 32 anni. Generalfinance la chiamo la Maranello del credito. Un bilancio dedicato alle mie risorse umane. Nel 2022 vedo un altro bilancio così, proporzionato a quello dell’anno scorso. il trend lo vedo molto positivo».