2023-05-27
Pillola, i tecnici dell’Aifa insistono. «Anticoncezionale gratis a tutte»
Dopo lo stop del cda, la commissione scientifica insiste: «Farmaco per tutte, senza limiti di età». È il solito blitz ideologico spacciato per «scienza». Beatrice Lorenzin (Pd) contro il governo: «Minata l’indipendenza dell’ente».Lo stop alla pillola di cittadinanza mette in agitazione la sinistra. Sono trascorse 48 ore dalla decisione del consiglio d’amministrazione dell’Aifa di non dare il via libera alla distribuzione gratuita dell’anticoncezionale e già il cielo delle libertà diventa plumbeo mostrando la «democrazia in pericolo». L’organismo direttivo dell’Agenzia del farmaco ha congelato l’operazione congegnata dalla propria Commissione tecnico-scientifica dopo avere constatato che nel dossier - definito «lacunoso» - ci sono due buchi: quello sulla rete della distribuzione dei farmaci e soprattutto quello riguardante le fasce d’età delle aventi diritto di un beneficio che peserebbe sulle casse pubbliche per 140 milioni di euro l’anno. In Francia, per dire, la pillola gratuita viene distribuita alle donne fino ai 26 anni d’età. Poi si paga. La Cts dell’Agenzia del farmaco, che aveva promosso un blitz dal sapore sempre più politico, ora scava trincee e difende la scelta attraverso la presidente Patrizia Popoli: «Non avevamo messo volutamente il limite d’età perché chiediamo che l’anticoncezionale sia a disposizione gratuitamente per tutte, cosa sulla quale è favorevole anche il Comitato prezzi e rimborsi. Se qualcosa non è stato chiaro lo spiegheremo, confermando la nostra indicazione. Non sarà difficile ribadire quello che abbiamo già detto». Il corto circuito non è solo interno ma coinvolge l’esecutivo. Il ministero dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, l’altro ieri ha infatti spiegato che «appare ineludibile, anche in relazione alle attribuzioni del ministero dell’Economia e Finanze, la questione della compatibilità della tenuta finanziaria delle scelte operate nel settore farmaceutico per l’impatto sulla spesa a carico del fondo sanitario nazionale». Dietro il burocratese ci sono i 140 milioni che il governo non intende mettersi sulle spalle in questa congiuntura. Dovrebbe essere l’Aifa stessa a farlo, trovando le risorse nelle pieghe del budget, ma la decisione del cda (presieduto da Giorgio Palù e praticamente dimissionario) suona come un altro no. Centoquaranta milioni sono poca cosa in rapporto ai 3,2 miliardi della dotazione Aifa, per questo il Comitato prezzi e rimborsi guidato da Giovanna Scroccaro aveva dato il via libera. Ma non è neppure un regalino da niente, visto che farmaci salvavita come quelli anti-tumore e quelli decisivi per patologie croniche cardiovascolari continuano a costare un occhio della testa ai pazienti. Davanti alla decisione di congelare l’operazione, Popoli insorge: «Con la gratuità si dà la possibilità anche a chi non può permetterselo di utilizzare il farmaco. Non so come andrà a finire, la nostra posizione basata su termini scientifici resta quella. Se poi verranno prese decisioni per altri motivi si vedrà». Ancora una volta si intravede un reticolo di interessi politici che trasformano la vicenda in una battaglia ideologica per mettere in imbarazzo il governo di centrodestra, per il quale la lotta alla denatalità è prioritaria. Non è la prima volta (il periodo pandemico insegna) che la scienza viene usata come ariete per supportare le spinte di una parte. E non è un caso che il Pd vada immediatamente in soccorso del Cts. L’ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin - che quando era titolare del dicastero si guardò dall’occuparsi della cosa - attacca: «Sulla gratuità della pillola il governo faccia chiarezza. Così facendo si mina l’indipendenza degli organi tecnici dell’Aifa. La riforma dell’Agenzia non è ancora attuata ma è evidente l’interferenza di organi terzi. Chiedo l’accesso agli atti per capire come stanno realmente le cose». Stanno come tutti vediamo: il Cts ha tentato la spallata e il cda l’ha ammortizzata, almeno per ora. Le perplessità sono condivisibili sia perché le pillole prese in considerazione sono solo le meno costose (e anche le meno garantite), sia perché il ministero della Salute non ha ancora approntato opportune regole d’ingaggio.Non è in discussione l’utilizzo della pillola, entrata nelle borsette delle italiane da almeno 40 anni con buona pace di ministri, scienziati e commentatori. E nessuno s’immagina di opporsi all’uso in presenza di problematiche specifiche di salute, a carico del Servizio sanitario nazionale con regolare prescrizione medica. La faccenda è politica: il Cts spinge creando (non si sa quanto involontariamente) un casus belli, il cda e il governo frenano. Quanto allo scenario di civiltà, niente è occultabile. Oggi le ragazze a 12 anni sanno cosa significa la pillola, nel bene e nel male. Non la considerano una caramella e sono consapevoli che è fondamentale appoggiarsi al ginecologo prima di avventurarsi nell’uso quotidiano. Elsa Viora, presidente dell’Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani) tempo fa spiegava: «A usare la pillola è solo il 16% delle donne italiane, e non perché sia a pagamento ma perché temono gli effetti collaterali come trombosi, ictus, cancro o aumenti di peso». La pillola di cittadinanza senza controllo è un lusso che il ministro della Salute Orazio Schillaci non può permettersi. Per questo, prima di intestarsi la decisione, chiede che Aifa organizzi un vertice con le Regioni e i ministeri coinvolti. Anche perché tutte le problematiche connesse ricadrebbero sul Servizio sanitario nazionale, già troppo facile bersaglio delle più disparate lamentele.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.