2021-07-22
La piazza fa cambiare idea a Macron
Emmanuel Macron (Getty Images)
Le proteste contro l'ipotesi di una stretta per chi non è immunizzato convincono il presidente a frenare su obblighi e multe. I ristoratori non dovranno fare i poliziotti.Poco più di una settimana dopo aver minacciato di rendere la vita impossibile ai francesi non vaccinati, Emmanuel Macron è stato costretto a fare retromarcia. Come è sua abitudine, da quando è diventato presidente, il leader francese ha fatto una sparata in tv il 12 luglio, dimostrando una volta di più di vivere su un pianeta diverso da quello dei suoi connazionali. Una parte di questi è dunque scesa in piazza come ai tempi dei gilet gialli. Stavolta però, il malcontento ha federato fasce sociali e d'età, categorie professionali e sensibilità politiche molto disparate. Certo, tra i manifestanti c'erano anche alcuni scalmanati che sono riusciti a equiparare il green pass alla stella gialla imposta agli ebrei durante la seconda guerra mondiale e il presidente francese al fondatore del nazismo. Ma si è trattato di pochissimi individui. Tra i contestatori c'erano anche molte persone già vaccinate. Agli oppositori all'obbligo vaccinale si sono aggiunti persino i pompieri, che in Francia si occupano anche del soccorso in ambulanza. E poi c'è stata la levata di scudi dei centri commerciali e dei ristoratori che si sono rifiutati di svolgere i compiti di controllo propri della polizia. In effetti, la scorsa settimana, i vertici dello Stato volevano obbligare gestori di bar e ristoranti e albergatori, a controllare pass e identità di ogni cliente. In caso di irregolarità avrebbero rischiato una multa da 45.000 euro e un anno di reclusione. Critiche al progetto di legge sono arrivate anche dal Consiglio costituzionale - la Consulta transalpina - e dall'autorità di difesa dei diritti. E così, Emmanuel Macron dev'essersi rassegnato a cambiare strategia. L'importo della multa per ristoratori è sceso a 1.500 euro e le regole per i centri commerciali sono state alleggerite. Il contenuto del progetto di legge è stato illustrato ieri su Tf1 da Jean Castex. Il primo ministro ha aperto con una sparata. Secondo lui, il 96% delle 18.000 persone risultate positive, martedì in Francia, non era vaccinato. Ma secondo i calcoli effettuati dal quotidiano Le Parisien il dato del 96% è relativo a tre settimane fa. Il giornale ha fatto anche notare che la percentuale include solo i casi sintomatici e non tutti i casi positivi. Inoltre tra i vaccinati di cui parlava il premier francese rientrano anche coloro che hanno ricevuto una sola dose. Il capo dell'esecutivo d'Oltralpe ha elencato le varie misure, che saranno discusse in Parlamento, e qualche retromarcia. Ad esempio, i gestori di hotel, bar e ristoranti non avranno più l'obbligo di controllare l'identità dei titolari del passaporto sanitario. Novità anche per le scuole, visto che il Qr code non sarà richiesto per entrare negli istituti e i giovani di età compresa tra i 12 e i 17 anni, dovranno dare la prova della vaccinazione solo a partire dal 30 settembre. Parlando dei vaccinati, il primo ministro francese, ha spiegato che «non hanno più probabilità degli altri di prendere la malattia». Per questo non dovranno isolarsi, qualora entrassero in contatto con una persona contagiata dal Covid. Si direbbe che questi annunci contengano qualche incongruenza. Ad esempio, da ieri il certificato è diventato obbligatorio, a partire dai 12 anni, per accedere a: cinema, teatri, strutture sportive e luoghi di svago con capienza superiore a 50 persone. Il suo uso sarà esteso anche a ristoranti e hotel dal primo agosto. Ma allora, perché il premier ha annunciato che il green pass non servirà agli studenti dai 12 ai 17 anni, per tutto il mese di settembre? Parlando dei vaccinati, va ricordato che anche loro posso trasmettere il virus nato in Cina. Non si capisce quindi perché non dovrebbero isolarsi. Il capo dell'esecutivo di Parigi non ha escluso anche restrizioni a livello locale ed eventuali nuovi lockdown nazionali. Eppure, per i fan del green pass, questo strumento e la vaccinazione di massa, avrebbero dovuto evitare le limitazioni delle libertà. Un'altra retromarcia è stata innestata.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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