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2021-06-28
Pesca sportiva, un business che sfiora i 3 miliardi di euro
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Un antico proverbio cinese recita: «Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita». Quella della pesca è una delle attività più antiche di sempre, utilizzata dall'uomo come metodo di sopravvivenza per sfamarsi. Tutti i popoli e le prime civiltà Con il passare dei secoli, poi, si è giunti all'evoluzione di questa tecnica a livello sportivo e ricreativo. Secondo alcuni aneddoti, già in Giappone nel IX secolo a.C. e in Europa, nell'attuale Macedonia del Nord, si utilizzava la pesca a fini di svago. Il filosofo e scrittore romano Claudio Aeliano vissuto tra il 175 e il 235 a.C, in uno dei suoi scritti, Sulla natura degli animali, raccontava di prove di pesca a mosca. Altro riferimento storico, maggiormente documentato, risale al 1066 in Inghilterra, mentre con l'invenzione della stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg nel 1455 e la successiva pubblicazione del volume The compleat angles si può circoscrivere l'avvio ufficiale della pesca sportiva.
Una canna, un amo, un secchio, e tanta pazienza. Sono fondamentalmente questi gli attrezzi del mestiere. Un mestiere e una passione che coinvolge sempre più persone e che genera numeri non indifferenti. Come diffuso lo scorso anno dalla Fipsas - Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee - in Italia ci sono 3.043 società e 180.000 soci, di cui 100.000 iscritti ai rispettivi club e i restanti 80.000 associati singolarmente. Ma in totale, nel nostro Paese si contano più di 2 milioni di pescatori sportivi. Dati importanti che pongono la pesca sportiva tra le attività agonistiche più diffuse e praticate in Italia dopo gli sport di squadra e che generano un giro d'affari notevole. Tutto l'indotto economico, comprese le imbarcazioni, i viaggi, gli alloggi, gli eventi, tutta la strumentazione necessaria - sono collocati su tutta la Penisola più di 600 negozi specializzati in articoli da pesca - equivale a una cifra di 2,8 miliardi di euro.
Quando si parla di pesca sportiva, però, occorre prima di tutto chiarire che in quanto attività agonistica, chi la pratica non lo fa per necessità alimentari tantomeno per trarre guadagno dal pescato. In seconda battuta, bisogna poi specificare a cosa ci si riferisce, perché questa disciplina si suddivide in tre categorie, ossia pesca di superficie, subacquea e dalla barca.
C'è poi il grande tema etico. Prerogativa imprescindibile per chi intende dedicarsi alla pesca sportiva è mettersi in condizioni di parità con la preda e quindi con i pesci, in quanto non si pesca con l'obiettivo di nutrirsi o di trarre profitto vendendo il pescato come fanno i pescatori, ma per raggiungere il traguardo sportivo che consiste nella cattura del pesce, poi rilasciato in acqua, come indicano le recenti pratiche denominate no-kill e catch & release, ossia «pesca senza uccidere» e «cattura e rilascio». Per praticare la pesca sportiva, infatti, serve rispettare delle regole, come in ogni sport del resto. Regole tradotte dall'ordinamento giuridico italiano con limitazioni e multe da un minimo di 1.000 euro in caso di trasgressione, per salvaguardare l'ambiente marino. Pescare più del consentito e vendere il pescato sono solo due tra le infrazioni più frequenti.
Dove fare pesca sportiva in Italia
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L'Italia gode di un territorio ricchissimo di laghi dove gli appassionati di pesca sportiva possono unire la loro passione a delle appaganti gite turistiche, accompagnate da esperienze enogastronomiche che contribuiscono a generare il maxi indotto che ruota attorno a questa disciplina.Tra le regioni più attrezzate Lombardia, Trentino Alto Adige, Lazio e Sardegna.
Partendo da Nord troviamo il lago più grande d'Italia, ossia il lago di Garda. Qui si possono trovare moltissime varietà di pesce: dalle trote alle anguille, il persico, la tinca, il cavedano. Come specificato più volte, anche qui occorre essere in possesso di una licenza per poter pescare. Per chi viene da fuori, c'è la possibilità di richiedere al comune una licenza turistica valida 30 giorni. Da un lago lombardo a un altro ci si sposta sul lago di Como, posto ideale per chi vuole unire la pesca a una visita turistica e godere di panorami bellissimi. Se si va alla riserva Celesia si può pescare in maggior quantità pesce persico, mentre nell'alto lago si trovano più lucioperca, un pesce d'acqua dolce considerato pregiato sia per la pesca sportiva che per la prelibatezza. Sempre in Lombardia, posto tra Lecco e Como, c'è il lago di Pusiano, riconosciuto come eccellenza a livello europeo per quanto riguarda la pesca sportiva. Tra le specie più presenti si trovano lucci e carpe. In Trentino, invece, oltre a moltissime possibilità di pesca, da segnalare il lago Bagattoli a Dro, in provincia di Trento, dove è permesso pescare anche senza una licenza. E a proposito del Trentino, non si può escludere da questa breve rassegna la Val di Sole. Qui, tra le Dolomiti e il Parco Nazionale dello Stelvio, si possono trovare ben 20 laghi di montagna dove è possibile godere, oltre che di magnifici paesaggi e di una natura incontaminata, di una fauna ittica molto eterogenea, dalle trote marmorate a quelle fario selvatiche, ma anche i salmerini. Spostandoci più a Sud, in Umbria, troviamo il quarto lago più grande d'Italia e il più esteso del Centro: il lago Trasimeno. Anche qui carpe, lucci e anguille non mancano. Restando in Umbria, merita una visita per le sue trote, i salmerini, ma pure le carpe e gli storioni, anche il lago di Morenacchia, situato a Ferentillo, un comune in provincia di Terni. Nell'Italia Meridionale, in provincia di Benevento, è molto gettonata come meta il lago di San Giorgio La Molara. In Sardegna, la pesca nel lago Omodeo è molto gettonata. Si tratta di un lago artificiale a pochi chilometri da Oristano e riconosciuto in tutta Europa come uno dei più attrezzati. Il miglior pescato qui si ottiene da aprile a ottobre quando il clima è un po' più caldo. Tra le specie più presenti ci sono le carpe regina, le carpe a specchio, i pesce gatto, i persici reali e i carassi.
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Attrezzatura, imbarcazioni, viaggi, alloggi ed eventi: secondo i dati diffusi dalla Fipsas, l'indotto di tutte le attività correlate a questa disciplina arriva a 2,8 miliardi di euro. In Italia si contano 2 milioni di pescatori sportivi, di cui 180.000 associati ai 3.043 club della Federazione.Da Nord a Sud ecco dove si può pescare. Tra le regioni più attrezzate Lombardia, Trentino Alto Adige, Lazio e Sardegna.Lo speciale contiene due articoli.Un antico proverbio cinese recita: «Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita». Quella della pesca è una delle attività più antiche di sempre, utilizzata dall'uomo come metodo di sopravvivenza per sfamarsi. Tutti i popoli e le prime civiltà Con il passare dei secoli, poi, si è giunti all'evoluzione di questa tecnica a livello sportivo e ricreativo. Secondo alcuni aneddoti, già in Giappone nel IX secolo a.C. e in Europa, nell'attuale Macedonia del Nord, si utilizzava la pesca a fini di svago. Il filosofo e scrittore romano Claudio Aeliano vissuto tra il 175 e il 235 a.C, in uno dei suoi scritti, Sulla natura degli animali, raccontava di prove di pesca a mosca. Altro riferimento storico, maggiormente documentato, risale al 1066 in Inghilterra, mentre con l'invenzione della stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg nel 1455 e la successiva pubblicazione del volume The compleat angles si può circoscrivere l'avvio ufficiale della pesca sportiva.Una canna, un amo, un secchio, e tanta pazienza. Sono fondamentalmente questi gli attrezzi del mestiere. Un mestiere e una passione che coinvolge sempre più persone e che genera numeri non indifferenti. Come diffuso lo scorso anno dalla Fipsas - Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee - in Italia ci sono 3.043 società e 180.000 soci, di cui 100.000 iscritti ai rispettivi club e i restanti 80.000 associati singolarmente. Ma in totale, nel nostro Paese si contano più di 2 milioni di pescatori sportivi. Dati importanti che pongono la pesca sportiva tra le attività agonistiche più diffuse e praticate in Italia dopo gli sport di squadra e che generano un giro d'affari notevole. Tutto l'indotto economico, comprese le imbarcazioni, i viaggi, gli alloggi, gli eventi, tutta la strumentazione necessaria - sono collocati su tutta la Penisola più di 600 negozi specializzati in articoli da pesca - equivale a una cifra di 2,8 miliardi di euro.Quando si parla di pesca sportiva, però, occorre prima di tutto chiarire che in quanto attività agonistica, chi la pratica non lo fa per necessità alimentari tantomeno per trarre guadagno dal pescato. In seconda battuta, bisogna poi specificare a cosa ci si riferisce, perché questa disciplina si suddivide in tre categorie, ossia pesca di superficie, subacquea e dalla barca.C'è poi il grande tema etico. Prerogativa imprescindibile per chi intende dedicarsi alla pesca sportiva è mettersi in condizioni di parità con la preda e quindi con i pesci, in quanto non si pesca con l'obiettivo di nutrirsi o di trarre profitto vendendo il pescato come fanno i pescatori, ma per raggiungere il traguardo sportivo che consiste nella cattura del pesce, poi rilasciato in acqua, come indicano le recenti pratiche denominate no-kill e catch & release, ossia «pesca senza uccidere» e «cattura e rilascio». Per praticare la pesca sportiva, infatti, serve rispettare delle regole, come in ogni sport del resto. Regole tradotte dall'ordinamento giuridico italiano con limitazioni e multe da un minimo di 1.000 euro in caso di trasgressione, per salvaguardare l'ambiente marino. Pescare più del consentito e vendere il pescato sono solo due tra le infrazioni più frequenti.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/pesca-sportiva-2653551950.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="dove-fare-pesca-sportiva-in-italia" data-post-id="2653551950" data-published-at="1624751246" data-use-pagination="False"> Dove fare pesca sportiva in Italia iStock L'Italia gode di un territorio ricchissimo di laghi dove gli appassionati di pesca sportiva possono unire la loro passione a delle appaganti gite turistiche, accompagnate da esperienze enogastronomiche che contribuiscono a generare il maxi indotto che ruota attorno a questa disciplina.Tra le regioni più attrezzate Lombardia, Trentino Alto Adige, Lazio e Sardegna.Partendo da Nord troviamo il lago più grande d'Italia, ossia il lago di Garda. Qui si possono trovare moltissime varietà di pesce: dalle trote alle anguille, il persico, la tinca, il cavedano. Come specificato più volte, anche qui occorre essere in possesso di una licenza per poter pescare. Per chi viene da fuori, c'è la possibilità di richiedere al comune una licenza turistica valida 30 giorni. Da un lago lombardo a un altro ci si sposta sul lago di Como, posto ideale per chi vuole unire la pesca a una visita turistica e godere di panorami bellissimi. Se si va alla riserva Celesia si può pescare in maggior quantità pesce persico, mentre nell'alto lago si trovano più lucioperca, un pesce d'acqua dolce considerato pregiato sia per la pesca sportiva che per la prelibatezza. Sempre in Lombardia, posto tra Lecco e Como, c'è il lago di Pusiano, riconosciuto come eccellenza a livello europeo per quanto riguarda la pesca sportiva. Tra le specie più presenti si trovano lucci e carpe. In Trentino, invece, oltre a moltissime possibilità di pesca, da segnalare il lago Bagattoli a Dro, in provincia di Trento, dove è permesso pescare anche senza una licenza. E a proposito del Trentino, non si può escludere da questa breve rassegna la Val di Sole. Qui, tra le Dolomiti e il Parco Nazionale dello Stelvio, si possono trovare ben 20 laghi di montagna dove è possibile godere, oltre che di magnifici paesaggi e di una natura incontaminata, di una fauna ittica molto eterogenea, dalle trote marmorate a quelle fario selvatiche, ma anche i salmerini. Spostandoci più a Sud, in Umbria, troviamo il quarto lago più grande d'Italia e il più esteso del Centro: il lago Trasimeno. Anche qui carpe, lucci e anguille non mancano. Restando in Umbria, merita una visita per le sue trote, i salmerini, ma pure le carpe e gli storioni, anche il lago di Morenacchia, situato a Ferentillo, un comune in provincia di Terni. Nell'Italia Meridionale, in provincia di Benevento, è molto gettonata come meta il lago di San Giorgio La Molara. In Sardegna, la pesca nel lago Omodeo è molto gettonata. Si tratta di un lago artificiale a pochi chilometri da Oristano e riconosciuto in tutta Europa come uno dei più attrezzati. Il miglior pescato qui si ottiene da aprile a ottobre quando il clima è un po' più caldo. Tra le specie più presenti ci sono le carpe regina, le carpe a specchio, i pesce gatto, i persici reali e i carassi.
Con Giuseppe Trizzino fondatore e Amministratore Unico di Praesidium International, società italiana di riferimento nella sicurezza marittima e nella gestione dei rischi in aree ad alta criticità e Stefano Rákos Manager del dipartimento di intelligence di Praesidium International e del progetto M.A.R.E.™.
Christine Lagarde (Ansa)
Come accade, ad esempio, in quel carrozzone chiamato Unione europea dove tutti, a partire dalla lìder maxima, Ursula von der Leyen, non dimenticano mai di inserire nella lista delle priorità l’aumento del proprio stipendio. Ne ha parlato la Bild, il giornale più letto e venduto d’Europa, raccontando come la presidente della Commissione europea abbia aumentato il suo stipendio, e quello degli euroburocrati, due volte l’anno. E chiunque non sia allergico alla meritocrazia così come alle regole non scritte dell’accountability (l’onere morale di rispondere del proprio operato) non potrà non scandalizzarsi pensando che donna Ursula, dopo aver trasformato l’Ue in un nano economico, ammazzando l’industria europea con il folle progetto del Green deal, percepisca per questo capolavoro gestionale ben 35.800 euro al mese, contro i 6.700 netti che, ad esempio, guadagna il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni.
Allo stesso modo funzionano le altre istituzioni dell’Unione europea. L’Ue impiega circa 60.000 persone all’interno delle sue varie istituzioni e organi, distribuiti tra Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo (la Commissione europea, il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, la Corte di giustizia dell’Unione europea e il Comitato economico e sociale). La funzione pubblica europea ha tre categorie di agenti: gli amministratori, gli assistenti e gli assistenti segretari. L’Ue contrattualizza inoltre molti agenti contrattuali. Secondo i dati della Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 2019, questi funzionari comunitari guadagnano tra 4.883 euro e 18.994 euro mensili (gradi da 5 a 16 del livello 1).
Il «vizietto» di alzarsi lo stipendio ha fatto scuola anche presso la Banca centrale europea (Bce), che ha sede a Francoforte, in Germania, ed è presieduta dalla francese, Christine Lagarde. Secondo quanto riassunto nel bilancio della Bce, lo stipendio base annuale della presidente è aumentato del 4,7 per cento, arrivando a 466.092 euro rispetto ai 444.984 euro percepiti nel 2023 (cui si aggiungono specifiche indennità e detrazioni fiscali comunitarie, diverse da quelle nazionali), ergo 38.841 euro al mese. Il vicepresidente Luis de Guindos, spagnolo, percepisce circa 400.000 euro (valore stimato in base ai rapporti precedenti, di solito corrispondente all’85-90% dello stipendio della presidente). Gli altri membri del comitato esecutivo guadagnano invece circa 330.000-340.000 euro ciascuno. Ai membri spettano anche le indennità di residenza (15% dello stipendio base), di rappresentanza e per figli a carico, che aumentano il netto effettivo. Il costo totale annuale del personale della Bce è di 844 milioni di euro, valore che include stipendi, indennità, contributi previdenziali e costi per le pensioni di tutti i dipendenti della banca. Il dato incredibile è che questa voce è aumentata di quasi 200 milioni in due anni: nel 2023, infatti, il costo totale annuale del personale era di 676 milioni di euro. Secondo una nota ufficiale della Bce, l’incremento del 2024 è dovuto principalmente a modifiche nelle regole dei piani pensionistici e ai benefici post impiego, oltre ai normali adeguamenti salariali legati all’inflazione, cresciuta del 2,4 per cento a dicembre dello scorso anno. La morale è chiara ed è la stessa riassunta ieri dal direttore, Maurizio Belpietro: per la Bce l’inflazione va combattuta in tutti i modi, ma se si tratta dello stipendio dei funzionari Ue, il discorso non vale.
Stessa solfa alla Corte di Giustizia che ha sede a Lussemburgo: gli stipendi variano notevolmente a seconda della posizione (avvocato, cancelliere, giudice, personale amministrativo), ma sono generalmente elevati, con giuristi principianti che possono guadagnare da 2.000 a 5.000 euro al mese e stipendi più alti per i magistrati, anche se cifre precise per i giudici non sono facilmente disponibili pubblicamente. Gli stipendi si basano sulle griglie della funzione pubblica europea e aumentano con l’anzianità, passando da 2.600 euro per il personale esecutivo a oltre 18.000 euro per alcuni alti funzionari.
Il problema, va precisato, non risiede nel fatto che le persone competenti siano pagate bene, com’è giusto che sia, ma che svolgano bene il proprio lavoro e soprattutto che ci sia trasparenza sui salari. Dei risultati delle politiche di Von der Leyen e Lagarde i giudici non sono esattamente entusiastici, ma il conto lo pagano, come al solito, i cittadini europei.
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