2020-12-28
Personale sanitario e tabella di marcia. Tutto è in alto mare
Scade solo oggi il bando per reclutare 15.000 addetti alla puntura. Interrogazione di Più Europa sui tempi.Spenti i riflettori sul vaccine day, con circa 2.000 italiani che per primi hanno ricevuto il farmaco anti Covid Pfizer Biontech, adesso si dovrebbe cominciare a fare sul serio. Dispiegando personale sanitario e le sospirate fiale per quella che è stata preannunciata come la più grande campagna di vaccinazione di massa di tutti i tempi, ma che da noi partirà molto lentamente. Dall'Istituto Spallanzani di Roma, le prime 9.750 dosi erano state distribuite dall'esercito e dall'aeronautica militare nelle Regioni che ne hanno ricevute in quantità diverse. Alla Lombardia ne sono state destinate 1.620, all'Emilia Romagna 975, al Lazio 955, al Veneto 875, alla Sicilia 685, appena 200 nelle Marche. «Abbiamo comprato anche le siringhe», ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, «l'abbiamo fatto in via prudenziale». Quelle del bando Arcuri, infatti, non sono ancora state consegnate. I tempi della vaccinazione non sono affatto rapidi: a Genova le operazioni di somministrazione all'ospedale San Martino sono state 90 «20 in più di quelli previsti», twittava il governatore della Liguria, Giovanni Toti. Al Pio Albergo Trivulzio di Milano, la struttura per anziani che era stata così colpita dal virus in termini di contagi e di morti, gli ospiti vaccinati sono stati 12. Video e immagini hanno continuato a riproporci i volti sorridenti e le dichiarazioni di speranza dei primi che hanno ricevuto il farmaco: infermieri, medici, anziani, molti dei quali in prima linea sul fonte anti Covid già dalla prima ondata e in luoghi simbolo come Codogno. Il 30 dicembre dovrebbero arrivare altre 450.000 dosi, assicura il commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, ma ancora non sappiamo come si potrà accedere ai primi 300 punti di erogazione né ai 1.500 punti totali previsti sul territorio nazionale. In serata un comunicato della struttura commissariale precisava che per il vaccine day «la Germania ha avuto 11.000 dosi. Le 150.000 che gli sono state consegnate fanno parte delle forniture successive che nel nostro Paese arriveranno a partire dal 28 dicembre». Oggi +Europa presenta un'interrogazione, per conoscere il Piano vaccini in tutti i dettagli. Vuole capire come si potrà sopperire alla carenza di personale, quali saranno i tempi di somministrazione e se funzionerà fin da subito un «sistema informativo di monitoraggio del piano vaccinale», utile alla ricerca scientifica. Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di strategia presso la Scuola di direzione aziendale dell'Università Bocconi, ha elaborato un'analisi critica del piano proposto dal governo, nella quale afferma innanzitutto che «la prima fase di distribuzione sarà limitata nei volumi e rischia di essere molto lenta nei tempi a causa della scarsità di risorse professionali». Oggi scade la gara Arcuri per selezione le cinque agenzie per il lavoro, che all'esorbitante costo di 25 milioni di euro dovranno scegliere 12.000 infermieri e 3.000 medici. Non basteranno, secondo il professore, che esamina quanto sta facendo il Regno Unito coinvolgendo anche dentisti, studenti in medicina: «Dopo 2 settimane dall'avvio, l'attuale capacità di trattamento in UK è di circa 586.000 dosi/settimana su oltre 500 centri di erogazione». Per rispettare i tempi dichiarati dal nostro governo, ovvero l'80% degli italiani vaccinati entro l'autunno «serve una capacità di erogazione (2 dosi/persona) di circa 356.000 trattamenti giornalieri su un periodo di 270 giorni, con 1.500 centri che dovrebbero quindi erogare circa 1.660 dosi/settimana per 9 mesi», afferma Maffè. Ce la potremo fare? Sicuramente siamo in forte ritardo, l'agenda della Commissione Ue prevedeva che le operazioni di preparazione della campagna vaccinale cominciassero da ottobre. E nemmeno è partita la famosa campagna di comunicazione per informare e tranquillizzare sul vaccino. Il 34% degli italiani continua a dichiararsi contrario, il 47% si dice favorevole ma ben il 32% di quanti sono d'accordo «prima vuole vedere come reagisce il vaccino sugli altri».