2019-04-03
Bloccano gli ormoni ai bambini ma non a chi stupra
Ritirato l'emendamento sulla castrazione chimica: «I pentastellati non lo vogliono». Eppure il ministro grillino della Salute consente una terapia simile per inibire la pubertà nei minorenni che cambiano sesso. Ieri, con 461 voti a favore e nessuno contrario, è stato approvato un emendamento al disegno di legge sul «Codice rosso». Si tratta del provvedimento che istituisce il reato di revenge porn. In sostanza, «chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5.000 a 15.000 euro». Punizioni severe per chi diffonde materiale privato sulla Rete, dunque. Ma non è tutto. L'aula avrebbe dovuto misurarsi anche con un altro emendamento presentato dalla Lega, cioè quello sulla castrazione chimica per gli stupratori. Tale provvedimento, tuttavia, è stato ritirato, e a spiegare perché è stato il ministro Giulia Bongiorno: «Siamo consapevoli che questo emendamento, in questa fase, non è condiviso dal M5s», ha detto. «Abbiamo una priorità, in questo momento, che è quella di fare andare avanti in maniera compatta il governo e questo provvedimento contro la violenza sulle donne». Certo, l'idea di introdurre la cosiddetta castrazione chimica non viene accantonata. Secondo la Bongiorno se ne parlerà in «un nuovo ddl che presenteremo». La decisione, in ogni caso, è sorprendente. Si tratta di una scelta puramente politica, presa allo scopo di non turbare ulteriormente i rapporti già difficili con i 5 stelle. E questo, se vogliamo, è comprensibile: la tensione è già alta, un nuovo scontro di certo non gioverebbe alla tenuta dell'esecutivo.Viene però da chiedersi se sia giusto rinunciare a una misura di questo tipo al solo fine di tenersi buoni i pentastellati. Soprattutto, non si capisce perché i 5 stelle debbano essere contrari. La castrazione chimica è già utilizzata in vari Paesi. Ovviamente in alcuni Stati americani, ma pure in Europa. In forme e modi leggermente diversi appare negli ordinamenti giuridici di Svezia, Finlandia, Germania, Danimarca, Norvegia, Belgio e Francia. Viene usata in casi limitati e di solito, proprio come prevedeva l'emendamento leghista, dietro consenso del condannato per violenza. I grillini si oppongono fondamentalmente per ragioni etiche. «L'introduzione nel nostro ordinamento della castrazione chimica è incostituzionale», ha detto qualche tempo fa il deputato M5s Aldo Penna. «Le pene, anche le più severe, come quelle che chiediamo vengano applicate a chi si macchi di reati come la violenza domestica, sessuale e di genere, devono tendere sempre alla rieducazione e non possono ledere, anche col suo consenso, l'integrità psicofisica del condannato». Davvero interessante. I pentastellati si preoccupano della «integrità psicofisica» degli stupratori. Non vogliono che i poveretti che hanno violentato donne (o ragazzini o bambini) siano danneggiati. In effetti, la cosiddetta castrazione chimica presenta qualche controindicazione. Si tratta, in buona sostanza, di una terapia ormonale che riduce temporaneamente il desiderio sessuale. Quando la terapia viene sospesa, nel giro di qualche mese tutti i parametri dovrebbero tornare nella norma. È possibile, però, che il desiderio sessuale non sia esattamente quello di prima. Non solo: possono esserci conseguenze come l'aumento di peso, con conseguente rischio di malattie cardiovascolari e diabete. Insomma, non è di sicuro una passeggiata. È anche vero che chi viene sottoposto a castrazione chimica non è mica un povero disgraziato, bensì un criminale che ha commesso reati particolarmente odiosi. C'è poi un altro particolare di cui è bene tenere conto. La terapia che serve a bloccare il desiderio sessuale degli stupratori è estremamente simile alle terapie ormonali che bloccano la pubertà ai ragazzini minorenni intenzionati a cambiare sesso. E qui sta il punto centrale della questione. Il ministero della Salute guidato dalla pentastellata Giulia Grillo consente che la triptorelina (farmaco blocca pubertà) sia somministrata ai giovanissimi, per altro a spese dello Stato. Eppure lo stesso ministero per motivi «di natura tecnico-sanitaria» ha espresso parere negativo sulla castrazione chimica. Interessante, non trovate? Per i 5 stelle non c'è nessun problema a somministrare ai minorenni ormoni che possono causare numerosi e gravissimi problemi. Se gli ormoni, al contrario, vengono somministrati a uno stupratore (che per altro dovrebbe prima dare il consenso), allora sorgono perplessità e ci si nasconde dietro l'etica. «L'integrità psicofisica» di un condannato per reati sessuali va tutelata e quella di un bambino di 13 anni che dice di essere una bambina invece no? La contraddizione è evidente, e forse i 5 stelle dovrebbero riflettere un attimo sulla faccenda. Liberissimi di non volere la castrazione, ma allora si diano da fare per fermare pure il farmaco trans.