
La carbon tax affosserà per sempre settori già in crisi come l'auto e l'aeronautica.Ma l'Europa dove li prende i soldi per i tanto sbandierati 750 miliardi del piano straordinario per aiutare i Paesi, soprattutto i più colpiti dalla pandemia? Dagli Stati stessi, ovviamente, e anche dai più colpiti, tipo l'Italia. Come contributo noi verseremo 96,3 miliardi di euro nel periodo che va dal 2021 al 2027. Sembra un po' l'Italia nella sua peggiore faccia, quella fiscale: prende i soldi di quelli che ne hanno meno per dare i servizi - a gratis - anche a quelli che ne hanno di più. Strano modo di concepire il sistema fiscale: tanto strano da rappresentare il contrario di quello che si dovrebbe fare. Per portare il bilancio europeo da 1.100 miliardi attuali a 1.850 (cioè più i 750 miliardi aggiuntivi per il Covid-19) dovrà aumentare le tasse. Che novità, eh? Che originalità, che freschezza di proposte, che colpo di genio. Più che una grande scuola economica ci viene in mente la definizione di genio del sor Perozzi, di Amici miei. «Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione». Tutto il contrario del modo di procedere della Commissione europea, dell'Europa in generale. Fantasia poca, al posto del colpo d'occhio dito nell'occhio (quando va bene), velocità d'esecuzione d'un pachiderma zoppo addetto al trascinamento delle pietre per la costruzione delle piramidi. Un fulmine. Ma di che tasse si tratta? Si conoscono? Certo che si conoscono, eccole.La prima è la carbon tax, la tassa sul carbonio, cioè su chi emette diossido di carbonio nell'atmosfera, una ecotassa che va a colpire qualcosa di negativo - inquinante - e non qualcosa di positivo, ad esempio la produzione di beni o servizi. La tassa sarebbe estesa ai settori del viaggio marittimo e aereo, due settori che sono, e saranno per un tempo indefinito, in crisi per mancanza di viaggiatori. Chissà se dalle parti di Bruxelles e di Strasburgo è giunta voce. In Italia lo sanno anche i gabbiani. Costo, fino a 14 miliardi l'anno in più. Da considerare anche la crisi del settore automobilistico che è a terra e che sarebbe colpito da questo aumento assieme alle industrie che producono energia, alluminio, eccetera. Ma le menti illuminate dell'Europa sostengono che questo è il momento buono per la svolta verde. Sì, ma per svoltare devi essere vivo. Non si è mai vista un'auto guidata da un morto che svolta. Semmai si schianta contro un albero, un palo della luce, un muro. Non è proprio questo il momento. Ma, sostengono ancora questi illuminati, la Commissione europea metterà a disposizione fiumi di danaro per riconvertire le aziende. Ma questi, in un'azienda ci sono mai entrati? Qualche loro parente, anche non stretto ha a che fare con l'economia reale? Se ce l'hanno lo invitino al pranzo domenicale e si facciano spiegare qualcosa, i rudimenti.La seconda riguarderebbe le multinazionali che operano in Europa, 10 miliardi in più all'anno. Ottima idea, facciamoli pagare questi imperi economici. Attenzione, però a non fare come fece l'indimenticabile - per la sua empatia innata - presidente della Sardegna, Renato Soru, che tassò gli ormeggi delle barche e le barche abbandonarono la Sardegna per andare altrove. Di porti possibili per le multinazionali che operano in Europa ce ne sono molti. Digital tax, tassa su chi opera nel settore digitale, le grandi compagnie, che sarebbe sacrosanto tassare. Totale dell'introito 1 miliardo e 300 milioni, ridicolo, che vorrebbero portare a 5 miliardi l'anno, 3% di tasse! Fischia, che sforzo. Si rischia l'ernia inguinale.Trentaquattro miliardi circa. In questi tempi son tanti soldi. Avranno calcolato l'impatto sulle imprese nel momento attuale? Avranno chiaro cosa significa tutto questo in termini economici? Secondo noi no.
Leonardo
Il fondo è pronto a entrare nella divisione aerostrutture della società della difesa. Possibile accordo già dopo l’incontro di settimana prossima tra Meloni e Bin Salman.
La data da segnare con il circoletto rosso nell’agenda finanziaria è quella del 3 dicembre. Quando il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, parteciperà al quarantaseiesimo vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), su espressa richiesta del re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa. Una presenza assolutamente non scontata, perché nella Penisola araba sono solitamente parchi con gli inviti. Negli anni hanno fatto qualche eccezione per l’ex premier britannica Theresa May, l’ex presidente francese François Hollande e l’attuale leader cinese Xi Jinping e poco altro.
Emmanuel Macron (Ansa)
Bruxelles apre una procedura sull’Italia per le banche e tace sull’acciaio transalpino.
L’Europa continua a strizzare l’occhio alla Francia, o meglio, a chiuderlo. Questa volta si tratta della nazionalizzazione di ArcelorMittal France, la controllata transalpina del colosso dell’acciaio indiano. La Camera dei deputati francese ha votato la proposta del partito di estrema sinistra La France Insoumise guidato da Jean-Luc Mélenchon. Il provvedimento è stato approvato con il supporto degli altri partiti di sinistra, mentre Rassemblement National ha ritenuto di astenersi. Manca il voto in Senato dove l’approvazione si preannuncia più difficile, visto che destra e centro sono contrari alla nazionalizzazione e possono contare su un numero maggiore di senatori. All’Assemblée Nationale hanno votato a favore 127 deputati contro 41. Il governo è contrario alla proposta di legge, mentre il leader di La France Insoumise, Mélenchon, su X ha commentato: «Una pagina di storia all’Assemblea nazionale».
Maria Rita Parsi (Imagoeconomica)
La celebre psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi: «È mancata la gradualità nell’allontanamento, invece è necessaria Il loro stile di vita non era così contestabile da determinare quanto accaduto. E c’era tanto amore per i figli».
Maria Rita Parsi, celebre psicologa e psicoterapeuta, è stata tra le prime esperte a prendere la parola sulla vicenda della famiglia del bosco.
La sede di Bankitalia. Nel riquadro, Claudio Borghi (Imagoeconomica)
Il senatore leghista torna sulle riserve auree custodite presso Bankitalia: «L’istituto detiene e gestisce il metallo prezioso in nome dei cittadini, ma non ne è il proprietario. Se Fdi riformula l’emendamento...»
«Mentre nessuno solleva il problema che le riserve auree della Bundesbank siano di proprietà dei cittadini tedeschi, e quindi dello Stato, come quelle della Banca di Francia siano di proprietà dei cittadini d’Oltralpe, non si capisce perché la Banca d’Italia rivendichi il possesso del nostro oro. L’obiettivo dell’emendamento presentato in Senato da Fratelli d’Italia, e che si ricollega a una mia proposta di legge del 2018, punta esclusivamente a stabilire il principio che anche Bankitalia, al pari delle altre Banche centrali, detiene e gestisce le riserve in oro ma non ne è la proprietaria». Continua il dibattito su misure ed emendamenti della legge di Bilancio e in particolare su quello che riguarda le riserve in oro.






