2023-07-26
Nuova mina per Elly. Il Pd si frantuma sull’utero in affitto
Alcuni dem pronti a votare no all’emendamento Magi che chiede la surrogata solidale. Elly Schlein voleva che uscissero tutti dall’Aula.Una giornata a Montecitorio, cercando di tenere insieme tutte le anime del partito. Ieri il segretario del Pd, Elly Schlein, ha fatto gli straordinari alla Camera su vari fronti, tra conferenze stampa, dichiarazioni e colloqui coi suoi parlamentari più o meno in fibrillazione. D’altra parte, dopo l’inaugurazione a Cesena da parte del suo principale antagonista, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, del Correntone di minoranza che, però, non si può chiamare corrente, alla vincitrice delle primarie d’ora in poi converrà presidiare il territorio capitolino più di quanto abbia fatto finora.E così l’impegno di Schlein si è moltiplicato su dossier palesi, ma anche su temi al momento sottotraccia che potrebbero deflagrare nelle prossime ore. Tutto sotto controllo, infatti, sul versante del salario minimo, della cultura o della «giustizia climatica», dove gli attacchi al governo rilanciati ancora ieri - in particolare sulla questione del rinnovo dei vertici del Centro sperimentale di cinematogafia - non possono che trovare il partito unito con l’appoggio anche di alcuni vip della celluloide (presenti per protestare contro il ministro Gennaro Sangiuliano). Tutto un altro paio di maniche, invece, altre questioni, come la linea da tenere sull’invio di armi all’Ucraina o sulla realizzazione dei termovalorizzatori ma, soprattutto, l’utero in affitto, dove il Pd da giorni sta letteralmente camminando su un campo minato.Tra oggi e domani l’Aula di Montecitorio, come è noto, sarà impegnata nelle votazioni del ddl (a prima firma Carolina Varchi, di FdI) che, se approvato, trasformerebbe la pratica dell’utero in affitto in reato universale. Con abile mossa politica, il segretario di + Europa Riccardo Magi ha presentato un emendamento che non ha alcuna possibilità di passare ma che è stato concepito con l’unico obiettivo di stanare e mettere in difficoltà il Nazareno. La proposta di correzione al ddl Varchi, infatti, chiede di ammettere la cosiddetta «gestazione per altri solidale», che non prevede cioè scambi di denaro e favorisca la maternità per chi non è in grado di avere figli. Una formulazione che, guarda caso, riprende le parole pronunciate dallo stesso segretario del Pd in un’ormai famosa conferenza stampa nella sede del partito nella quale si era detta personalmente favorevole a questo genere di gestazione per altri.E siccome quando c’è da dividersi per il Pd è come un invito a nozze, l’effetto dell’iniziativa di Magi è stato immediato: la scorsa settimana c’è stata una riunione fiume in cui la capogruppo alla Camera, Chiara Braga, ha cercato, in collegamento con Schlein, di far passare la linea dell’astensione. Cosa che ha avuto scarsissimo successo, visto che l’ala riformista e ciò che resta della componente cattolica ha fatto pesare la propria netta contrarietà, opponendo che astenersi avrebbe significato in un certo senso ammettere la pratica dell’utero in affitto.Il punto di caduta trovato per l’occasione, e che è teoricamente ancora vigente, però, sembra non reggere. L’escamotage con cui si pensa al Nazareno di passare indenni attraverso questa votazione, infatti, è di non partecipare al voto. Ma sia nella riunione dei parlamentari che in quella dell’ufficio di presidenza del gruppo e - da ultima - in quella dei senatori, sono emerse posizioni individuali che lasciano facilmente intuire che il partito non seguirà compatto l’ordine di scuderia. E naturalmente, la due giorni bonacciniana di Cesena, con le dichiarazioni tutt’altro che concilianti - tra gli altri - del presidente del Copasir Lorenzo Guerini, capofila dei riformisti ex-renziani del partito, ha dato maggiore consapevolezza alla minoranza. Ragion per cui, alcuni di quelli che hanno dei conti aperti, per i motivi più disparati, con la nuova dirigenza, hanno già fatto sapere che si discosteranno dalla linea del non voto.Nella citata riunione, che era allargata anche ad alcuni esponenti non parlamentari, figure storiche del cattolicesimo di sinistra, come Silvia Costa e Stefano Lepri hanno già detto no al «lavarsi le mani», il che rappresenta certamente un punto di riferimento per chi ha dubbi di coscienza, come sicuramente ne ha il senatore cattolico Graziano Delrio. Cammin facendo, nel perimetro di chi è chiamato a votare, ha acquisito sempre più forza il malumore di Guerini e della prodiana Sandra Zampa (che voteranno al Senato, più avanti), ai quale si sarebbero aggiunti gli ex-ministri Paola De Micheli, Marianna Madia e Lia Quartapelle. In Transatlantico (dove ieri la Schlein ha tenuto a farsi vedere conversare amabilmente con Gianni Cuperlo, dopo la defenestrazione dal vertice della Fondazione Pd a beneficio di Nicola Zingaretti), il sentimento nella pattuglia dem è che questi voti contrari ci saranno e che se non si andrà in ordine spars,o poco ci mancherà. Intanto, nel fronte favorevole all’utero in affitto, sale la pressione sui dem: ieri al Pantheon c’è stata una manifestazione delle famiglie arcobaleno, mentre Pro Vita e famiglia registra con soddisfazione che su questo tema «il mondo progressista si sta dividendo».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.