2023-09-21
«Quel poliziotto ha ucciso mio figlio. Ma non farà un giorno di galera»
Davide Pavan. Nel riquadro, la madre Barbara Vedelago
Barbara Vedelago, mamma di Davide Pavan: «Ho pagato i 183 euro per pulire la strada dal suo sangue».Al braccio destro ha tatuato il nome del figlio. Davide. Al collo indossa la catenina con la sua iniziale. Davide Pavan è morto la sera dell’8 maggio 2022. Aveva passato la serata dalla fidanzatina, stava rincasando con lo scooter quando a Paese, Comune del trevigiano, è stato centrato in pieno da un’ auto. Davide è praticamente morto sul colpo. A causare l’incidente è stato un poliziotto risultato, poi, positivo al test dell’alcol e che viaggiava a velocità sostenuta. L’agente ha patteggiato una pena di 3 anni, 6 mesi e 10 giorni. Ai genitori del ragazzo è arrivata una fattura di 183 euro da parte della ditta incaricata dal Comune di Paese per pulire la strada rimasta sporca del sangue del figlio e per levare i rottami dell’incidente.La mamma di Davide, Barbara Vedelago, ieri sera è stata ospite a Fuori dal Coro, intervistata da Mario Giordano. Aveva 17 anni Davide. Tempo un mese e ne avrebbe compiuti 18. Una vita piena di sogni: la fidanzatina Lucrezia, il fratello più piccolo, i genitori, il motocross, la scuola. Nella casa dove oggi abitano i genitori di Davide si avverte la mancanza di qualcosa, di qualcuno. Il ricordo di Davide è lì presente, fisso, costante. Nelle pareti, nell’aria, negli occhi dolci della madre e in quelli mesti del padre. Accanto al tavolo del salone c’è una foto che parla di loro: ritrae Davide con il fratello. «È un inferno quotidiano», dice la madre piangendo, «Davide non c’è più». Il dolore è impossibile da cancellare. Soprattutto se sai che chi ha fatto del male a tuo figlio è ancora libero.Signora, a lei è arrivata la fattura per pulire la strada di quella sera. «Sì, ma quello che è più vergognoso è la sentenza».Quella che condanna il poliziotto? «Sì, non farà un giorno di galera. Perché ha patteggiato. Ma questo è ciò che permette la legge italiana. In Italia funziona così. Se si ruba una gallina si va in carcere, invece se corri a velocità elevata ubriaco e ammazzi qualcuno no. Questo succede fino a che non accade al figlio di un giudice».Quindi non farà un giorno di carcere? «No. Il poliziotto mi ha scritto una lettera, anteponendo il suo dolore al nostro. Ma lo sa cosa si prova a perdere un figlio? Lo sa? Lui non ha distrutto solo la vita di Davide, ha distrutto la nostra, quella di suo fratello e quella della fidanzatina Lucrezia. Avevamo tutto, stavamo bene, abbiamo sempre lavorato e poi, in un attimo, è andato tutto distrutto. La vede questa casa? È grande senza Davide. Anche i soldi di risarcimento che ci hanno dato, ci sentiamo in colpa a spenderli».Avete pagato la fattura di 183 euro? «Sì, cosa vuoi fare? Paghi. In Italia va così. Non sono i 183 euro, è che è una vergogna e per tutto questo stiamo pagando solo noi. Il poliziotto è bello tranquillo. È Davide che non c’è più».Lei ha voluto incontrare l’agente. «Sì».E cosa le ha detto? «Volevo sapere se Davide era rimasto lì agonizzante sull’asfalto. Volevo assicurarmi che non fosse rimasto lì da solo».È vero che vi ha chiesto il perdono? «Sì».E lo perdona? «No. Forse un giorno, quando avrà dei figli e potrà capire cosa si prova quando si ama un figlio. Un amore incondizionato. Ma ora no. Ora a me non interessa come il poliziotto vive il suo dolore. Quando ti metti in auto e hai bevuto e corri sai che potresti investire qualcuno. Eppure ha patteggiato. È libero di fare quello che gli pare».Com’era Davide? «Era bello. Solare, allegro, la vede la montagnola qui fuori? Lì si allenava insieme al fratellino a motocross. Correvano insieme».Come sta affrontando tutto questo? «Una volta a settimana vado a un incontro per l’elaborazione del lutto. Poi ci sono mio marito, l’altro figlio. Voglio star qui tranquilla con quello che resta della famiglia. Vado avanti perché ho il dovere di crescere l’altro figlio, Nicola. È lui che mi dà la forza».
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)