
Pronte le liste per i vertici della Sgr. L’alleanza romana incrocia gli interessi francesi.L’assemblea dei soci che rinnoverà il cda di Anima è fissata per il prossimo 21 marzo. Ma venerdì sono scaduti i termini per la presentazione delle liste che verranno pubblicate martedì. In tarda serata è, comunque, stata diffusa una nota in cui Poste Italiane annuncia di aver stipulato con Gamma srl, del gruppo Caltagirone, un patto parasociale cui sono state conferite tutte le azioni detenute dalle parti in Anima Holding. Il patto - si legge nel comunicato - ha per oggetto la presentazione, da parte di Poste, di una lista di tre candidati, inferiore alla metà degli amministratori da eleggere, per il rinnovo del board della più grande società indipendente nell’industria italiana del risparmio e la votazione in favore di tale lista da parte di entrambi i soggetti aderenti al patto.Quel che non viene spiegato nella nota è quali saranno i nomi (secondo indiscrezioni, tra i tre ci sarebbe anche Fabio Corsico, top manager del gruppo Caltagirone) e, soprattutto, quali sono gli obiettivi strategici di questa «strana coppia». Senza dimenticare che anche Poste, oggi guidata da Matteo Del Fante, a maggio dovrà nominare il nuovo consiglio di amministrazione. Di certo, l’imprenditore romano si garantisce di fatto l’ingresso nel board con un proprio rappresentante, nonostante la sua partecipazione sia più leggera rispetto a quella di altri azionisti.Anima è controllata al 20,6 % da Banco Bpm, all’11% da Poste e al 9% dal Fondo strategico italiano (Fsi), entrato recentemente nel capitale e che dovrebbe proporre per il cda il nome del direttore Investimenti, Marco Tugnolo. Seguono Amundi con il 5,2 % e, appunto, Gamma, quindi Caltagirone,con il 3,2%. Le azioni proprie sono il 6,6% e il rimanente 44,4% è flottante o controllato da fondi con quote inferiori al 3%. A presentare una lista di minoranza è stato anche il comitato dei gestori azionisti di Anima, che rappresenta il 3,1% del capitale e alcuni gestori di fondi azionisti tra cui Algebris, Amundi, Eurizon Capital e Fideuram.I candidati per il consiglio di amministrazione sono Francesco Valsecchi, Paolo Braghieri e Karen Sylvie Nahum.Martedì si scopriranno i nomi degli altri candidati, anche di quelli proposti dal socio più forte ovvero Banco Bpm, che potrebbe mettere sul piatto la candidatura di Patrizia Grieco che si è già detta indisponibile a un nuovo mandato come presidente del Monte dei Paschi. Anche il Banco, guidato da Giuseppe Castagna, dovrà rinnovare il board questa primavera.Attorno al valzer di nomine si incrociano, dunque, più partite non solo nel business del risparmio gestito. Lo stesso ingresso di Fsi in Anima è strategico in chiave di governance ed è stato letto in chiave antifrancese. L’obiettivo dichiarato è quello di sostenere la crescita del gruppo attraverso un approccio di tipo industriale. Da escludere, quindi, interessi di tipo finanziario, come precisato anche nella nota dello scorso 14 febbraio in cui veniva escluso il lancio di un’Opa nei 12 mesi successivi l’operazione. Ma nel nome dell’italianità, la presenza di Fsi alza infatti nuove barricate e contribuisce a complicare eventuali manovre ostili di Amundi.Con un occhio anche alle mosse della capogruppo Credit Agricole, che ha rilevato Creval e ora è il primo socio di Banco Bpm con quasi il 10%, azionista di Anima. A fine novembre, tra l’altro, il cda di Banco Bpm ha affidato alla Banque Verte guidata in Italia da Giampiero Maioli un periodo di esclusiva per l’alleanza commerciale nella distribuzione delle polizze del ramo danni valutato circa 300 milioni. Amundi è anche «in coabitazione» nel gruppo Credit Agricole Italia con la stessa Anima, il cui accordo scadrà nel 2027.
Il magistrato penale Giuseppe Bianco (Imagoeconomica)
Alcune correnti delle toghe non sono solo sindacati di categoria, ma si muovono da partiti intervenendo su ogni cosa, da Sanremo a Gaza, facendo scelte di campo. Il problema è che poi usano il loro peso per guidare organi e condizionare tutti gli altri magistrati.
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Varato in nome della «sovranità monetaria» (ora è un valore?), il nuovo sistema nasce già vecchio. E c’è l’incognita privacy.
Ad un portale dedicato alla fornitura di energia green era collegato uno schema Ponzi, che prometteva forniture da impianti fantasma collocati all'estero. Circa 6.000 i clienti truffati. 95 i conti correnti sequestrati oltre a criptovalute e beni di lusso.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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