2023-07-24
Patrizia Mirigliani: «La mia Miss Italia resta “scorretta”»
Patrizia Mirigliani (Ansa)
L’organizzatrice: «Quanti insulti dopo che ho chiuso ai trans, ma io non mi allineo: è una strumentalizzazione ai danni delle donne. Ai detrattori dico: da quando il nostro concorso non è in tv, i femminicidi sono diminuiti?».«Questo è un Paese in cui sta diventando sempre più difficile, se non impossibile, esprimere un’opinione» Patrizia Mirigliani è agguerrita, reduce da una settimana di telefonate a raffica sulla sua decisione di non far partecipare a Miss Italia persone transgender. In Olanda è successo che il concorso nazionale delle miss è stato vinto dalla ventiduenne Rikkie Kollé, che ha cominciato la transizione da uomo a donna a 16 anni. Qualcuno ha domandato alla figlia del patron Enzo Mirigliani se sarà previsto anche da noi, e lei ha risposto una cosa molto semplice: «Non è previsto dal mio regolamento». Apriti cielo. Il suo Miss Italia era appena uscito dalle polemiche per il possibile ritorno in Rai delle finali. Su che cosa accadrà con viale Mazzini Mirigliani glissa - «No comment» -, ma visto che da anni resiste ad attacchi presunto-femministi, è un fiume in piena nel rispondere a chi la accusa di mercificazione del corpo delle donne: «Non sanno nemmeno di cosa stanno parlando».In questi giorni c’è pure chi ha scritto che lei ha deciso di calpestare i diritti delle donne transgender. «E deve vedere che insulti mi sto prendendo sui social network. Assurdo. Non ho intenzione di derogare all’onestà intellettuale che mi ha trasmesso mio padre, né al senso di verità dentro di me di cui vado fiera».Il suo è un no secco?«Non ho mai detto di essere insensibile alle problematiche di chi affronta un percorso di transizione. Ho semplicemente affermato che non mi sento pronta a cambiare un regolamento che - lo dimostrano i fatti - ho adeguato costantemente in difesa delle donne negli anni. In questo caso, però, non capisco perché dovrei allinearmi a una decisione olandese. Cos’è tutta questa esterofilia? Liberi loro di farlo, libera io di dire no. Il mio regolamento prevede che chi partecipa sia di sesso femminile fin dalla nascita. Preferisco così. Anche perché devo rispettare le 10.000 ragazze iscritte in base a un preciso regolamento».È un attimo che la accuseranno di essere di destra. Si politicizza tutto, di questi tempi.«Dicono già di tutto, glielo assicuro. Il pensiero autonomo non è più contemplato. Il politicamente corretto stritola tutto, rischia di soffocarci. Mi fa paura, sa? Ho forse criticato qualcuno? No. Difendo la libertà di tutti, anzi. Comunque mi viene da sorridere: tutto questo accanimento e attenzione mediatica dimostrano che non siamo un concorso vetusto come qualcuno vuol far credere».Alle polemiche sarà abituata.«Ma se le dovessi dire il perché di tutto questo livore, non saprei cosa risponderle. Forse il merito è diventato un reato, in questo Paese. Ho forse sbagliato a portare avanti battaglie come quelle della prevenzione del cancro al seno, per cui mi è stata conferita l’onorificenza di Commendatore della Repubblica? Ho forse sbagliato a portare avanti l’impegno morale e sociale di mio padre, che è stato patron del concorso dal 1959?».È un concorso di bellezza…«No, è molto di più. C’è un mondo dietro a Miss Italia che in molti si guardano bene dal voler conoscere, di cui io vado fierissima. Da qui a settembre sono previsti 450 spettacoli in giro per tutta la Penisola, che generano anche un indotto importante in termini di lavoro per chi partecipa alla macchina organizzativa. Conosce per caso altri eventi così capillari su tutto il territorio? Siamo unici. E quest’anno il territorio è più forte che mai. Miss Italia valorizza non solo le località ed i borghi italiani ma anche la cultura del territorio con le varie identità regionali. Ci sono inoltre regole che garantiscono trasparenza ed equità. Realizziamo sogni e insegniamo alle ragazze che per arrivare al successo occorre il sacrificio. Le prepariamo al mondo del lavoro».Il regolamento è cambiato, negli anni.«Certo, interpretando i cambiamenti della società e spesso anticipandoli. Prima non potevano partecipare donne sposate o con figli. Poi abbiamo tolto i limiti di altezza e di taglia, perché la bellezza non è questione di centimetri, ma di personalità. E ancora abbiamo aperto alla partecipazione di chi non ha la cittadinanza italiana ma ha assimilato la cultura del nostro Paese. Cambiamenti che abbiamo fatto quasi in sordina, perché non ci interessa la visibilità mediatica a tutti i costi, e non vogliamo cavalcare certi escamotage. Eppure, c’è chi si è fissato su un’idea e ci etichetta senza conoscerci. Papà lo aveva però predetto, che avremmo dovuto sempre lottare contro i pregiudizi».Pregiudizi sulle donne belle?«O forse, mi viene da dire, sulla libertà delle donne tutte. Mi chiedo se non sia in corso anzi una strumentalizzazione contro le donne. E prima o poi qualcuno mi dovrà dire cosa è cambiato da quando non siamo più andati in onda in tv: forse i diritti delle donne sono stati maggiormente difesi? Forse i femminicidi sono diminuiti? Quante sciocchezze ho sentito negli anni. Quali conquiste hanno ottenuto le paladine degli stereotipi sulle donne che poi finiscono per voler imbavagliare e censurare le migliaia di ragazze che decidono di partecipare alla manifestazione?».Il premio va alla bellezza.«Sì, e mi colpisce che la bellezza dovrebbe unire. Dostoevskij scriveva che la bellezza salverà il mondo. Purtroppo, così spesso divide».Perché?«Perché la bellezza sta negli occhi di chi guarda. Non giriamoci intorno: l’estetica è il primo biglietto da visita in ogni ambito. La bellezza però non è un giudizio solo esteriore, contempla anche quel qualcosa dentro la persona che la rende unica. È un connubio. Incontro una persona, la guardo negli occhi, ci parlo, la conosco».Per lei bellezza è…«Naturalezza e semplicità. Ho dovuto togliere dal regolamento il divieto del “ritocchino” perché è diffuso tra le giovani, ma le giurie non valorizzano chi non appare naturale. All’opposto di quanto certuni predicano, svolgiamo una funzione anti stereotipi. Le ragazzine sui social si confrontano con volti mostrificati, bellezze omologate. Anche per questo, me lo lasci dire, facciamo vero servizio pubblico».In che senso?«Non comprendo il perché di un continuo attacco a Miss Italia che protegge e supporta migliaia di ragazze indirizzandole al mondo del lavoro. Siamo così capillari che arriviamo in ogni provincia italiana. Diamo la possibilità di essere indipendenti economicamente, e non sa quante storie di queste ragazze ho sentito legate a violenze e maltrattamenti».Con lei si confidano?«Sono come figlie, sì. Una volta è accaduto persino che una concorrente decise di dire a me prima che ai genitori che era incinta. Ricordo la commozione. Le consigliai di presentarsi l’anno dopo per non affaticarsi, e così fece». Il suo essere madre è stato al centro delle cronache per un po’. Da quando suo figlio ha rivelato che lei lo denunciò ai Carabinieri dopo che era entrato in un brutto giro di droga.«Non mi è ancora facile parlarne, e non lo avrei fatto in pubblico se non lo avesse fatto lui. Oggi il rapporto con Nicola è cresciuto e migliorato, e sebbene io sia sempre guardinga perché le dipendenze sono sempre da tenere sotto controllo, ne sono uscita e mi sono sentita dopo tanti anni liberata dal fatto che come me ci sono molte altre mamme che soffrono per questo problema».Anni non semplici.«C’è stata pure la malattia, sì. Un cancro al seno. Mi sono concentrata molto sul lavoro perché volevo distrarmi dal pensiero della morte. E così è finita anche la storia con il padre di mio figlio. Però guardi: sono molto grata di quel che ho vissuto perché tutto mi ha insegnato qualcosa e dato più forza e motivazione per andare avanti. Non mi lamento, e dal rapporto empatico con le “mie” ragazze ricevo un affetto enorme, così come dalle loro mamme e nonne che ogni giorno mi scrivono».Ha mai pensato di gettare la spugna?«Le accuse più varie risalgono ai tempi di mio padre, che un giorno, provocò: “E allora condannatemi, se propongo un ideale femminile che secondo voi non è in linea”. I concorsi di bellezza esistono in tutto il mondo. Il concorso decreta una vincitrice e cioè una donna scelta dal popolo che possa raccontare il Paese con un punto di vista femminile. Il nostro articolo 8 del regolamento prevede che la Miss in carica abbia un comportamento adeguato al titolo che rappresenta. Si tratta, anche, di identità nazionale. È un brand italiano, questo concorso. Ed è il primo talent che sia mai esistito a prescindere dalla televisione, poiché hanno partecipato ragazze sconosciute che poi si sono affermate nel mondo dello, spettacolo, del cinema e del giornalismo. Continuino pure a criticare, tanto Miss Italia continua…».
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