2024-01-18
Passo avanti verso il nuovo atomo. Nasce l’autorità sul nucleare
Emendamento di Luca Squeri approvato dal governo al dl Energia per trasformare l’Isin in un ente con il potere di dare autorizzazioni. L’esecutivo pensa a reattori modulari piccoli e medi che abbattono tempi e costi.L’Italia fa un passo in avanti verso il ritorno del nucleare. Potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione l’emendamento al dl Energia che propone di trasformare l’Ispettorato per la sicurezza nucleare (Isin) in autorità, con il compito di occuparsi di nuove autorizzazioni. Presentato da Luca Squeri, responsabile energia di Forza Italia, l’emendamento sul nucleare prevede di aggiungere una nuova definizione dei compiti dell’ispettorato, chiedendo al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica di estendere le funzioni e attività «ai fini del rilancio della politica nucleare in Italia» trasformandola in una vera e propria autorità nazionale per il nucleare. «È semplicemente falso sostenere che è solo l’Italia a riproporre l’opzione nucleare» dice Squeri alla Verità, «Basti pensare alla dichiarazione a Cop28 di 24 Paesi amici a favore della triplicazione del nucleare al 2050, alla tassonomia europea che ha riconosciuto nel nucleare una fonte energetica fondamentale per la transizione ecologica, a paesi europei come Svezia e Olanda che avevano deciso di abbandonare questa tecnologia e che invece si sono pentiti e hanno annunciato decine di nuove costruzioni, a Paesi europei come Polonia ed Estonia che non avevano mai adottato la tecnologia nucleare e adesso hanno introdotto questa tecnologia nei loro piani energetici». L’Isin quindi dovrebbe acquisire competenze in materia di autorizzazione e certificazione, realizzazione, gestione e dismissione degli impianti nucleari. In particolare, secondo l’emendamento di Squeri, l’Isin, avrà funzioni «per la certificazione e regolamentazione tecnica», come per nuove autorizzazioni, valutazione, controllo - anche ispettivo e di vigilanza - pure nelle installazioni nucleari in fase progettuale, autorizzativa e costruttiva, in esercizio e in disattivazione, nonché dei reattori di ricerca. Non solo. Avrà il compito di gestire impianti e attività connesse ai rifiuti radioattivi e al combustibile nucleare esaurito, definendo le guide tecniche per la realizzazione dei depositi di superficie o in profondità. Critici i Verdi, con Angelo Bonelli che parla di «decisione arretrata» che «ignora il futuro e la modernizzazione energetica dell’Italia». Bonelli si domanda «perché insistere su una strada costosa, inefficiente e ormai superata e non puntare sulle rinnovabili?». Affermazioni a cui Squeri ha risposto immediatamente: «Si vuole liquidare una scelta fondamentale per il Paese che avrà impatto anche sulle future generazioni con quattro chiacchiere da bar», spiega il parlamentare di Forza Italia alla Verità. «Questo è un approccio inaccettabile per un Paese sviluppato, settima economia mondiale e che ambisce a voler ritornare competitivo in campo europeo ed internazionale, in particolare dotandosi di un sistema energetico solido, decarbonizzato e a costi sostenibili. In primis è sbagliata la contrapposizione rinnovabili e nucleare». Secondo Squeri, «al contrario le si devono pensare complementari: il nucleare deve fare domani, nei confronti delle rinnovabili, quanto oggi facciamo con i combustibili fossili che però vogliamo eliminare per ridurre le emissioni climalteranti. Il nucleare deve compensare l’intermittenza e la non programmabilità delle rinnovabili assicurando nel contempo la decarbonizzazione. Nucleare e rinnovabili si sposano perfettamente per la transizione nel tempo a un sistema integrato che permetta di decarbonizzare l’intero sistema energetico: elettricità, calore, idrogeno». Al momento, aggiunge il responsabile energia di Fi, «i tempi di realizzazione dei primi esemplari di impianti nucleari avanzati di grande taglia sono stati lunghi in Europa perché, per colpa di scelte scellerate negli ultimi 30 anni, si è depauperato il settore nucleare europeo di capacità industriali e di competenze qualificate. È l’effetto aberrante di una politica energetica miope e che sta mostrando oggi tutte le sue conseguenze nefaste». Anche perché, «nelle regioni del mondo dove non si è adottata questa politica scellerata, gli stessi impianti nucleari vengono realizzati nei tempi e coi costi previsti e sono assolutamente competitivi con qualsiasi sorgente energetica». A quanto pare, gli impianti su cui si focalizzerà il governo - ovvero i reattori modulari di piccola e media taglia - «hanno le potenzialità di ridurre drasticamente tempi di costruzione e costi associati, e sono particolarmente adatti ad accoppiarsi con le rinnovabili» aggiunge ancora Squeri. «Va poi osservato che i costi si devono valutare complessivamente. I costi di generazione delle rinnovabili non sono affatto zero e, se si considerano i costi di sistema legati a dispacciamento, dislocazione geografica (si produce al Sud e si consuma al Nord), intermittenza che impone di complementare le rinnovabili al momento con gas e carbone (climalteranti), i costi sono di gran lunga superiori a quelli di generazione». Per Squeri, «l’ambiente è importante ma lo sono parimenti la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in un contesto geopolitico senza precedenti e di grave preoccupazione proprio in questo campo, e la competitività della nostra industria energivora che è in grave sofferenza a causa dei prezzi dell’energia troppo alti e molto volatili rispetto ai Paesi concorrenti che invece il nucleare ce l’hanno».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)