2021-06-05
Partiti esclusi da 24.000 assunzioni nella Pa
La riforma della Pubblica amministrazione rivoluziona concorsi e contratti. Le nuove posizioni riguarderanno solo l'attuazione del Pnrr: la politica non potrà spingere le categorie più gradite. I grillini attaccano Renato Brunetta. E Roberto Cingolani chiede più uomini. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sulle nuove assunzioni. Di fatto il secondo gradino della scala che porterà al Pnrr. Il primo e il più importante è stato quello approvato la scorsa settimana sulle semplificazioni burocratiche che hanno accentrato tutto nella struttura che fa capo a Palazzo Chigi, Mef e Ragioneria dello Stato. Il dl assunzioni ne è il proseguo logico. Anche se la parte del leone la farà il comparto giustizia. Ciò che conta è che le 24.000 assunzioni da qui al 2026 saranno tutte e solo quelle previste dal Pnrr. Una maxi infornata che per la prima volta nella storia sarà totalmente avulsa dalle scelte dei partiti. Viste le recenti dichiarazioni della Commissione è già sicuro che tutto ciò che cade all'esterno di Pnrr sarà in futuro vittima di tagli e pesanti limature alla spesa. Certo c'è fortemente da sperare che le scelte impostate ora siano buone. Non c'è la possibilità di tornare indietro. Emblematiche le sfacciate dichiarazioni dei 5 stelle. «Le nostre proposte di buon senso per favorire l'ingresso nella pubblica amministrazione di tutti quei giovani in possesso di grandi capacità ma sprovvisti, non certo per colpa loro, di esperienze nel settore, sono state completamente disattese» , ha dichiarato Elisa Tripodi, vicepresidente del gruppo M5s alla Camera e segretario della commissione Affari costituzionali. Il Movimento ha attaccato Renato Brunetta accusandolo «di impedire un effettivo ricambio di forza lavoro e tarpando le ali alle legittime aspettative dei giovani che si propongono come effettive forze fresche per la Pa». La sensazione è che gli strali siano finiti addosso a Brunetta perché il Movimento non vuole puntare Mario Draghi. Al tempo stesso è chiara la percezione di aver perso il tram della cabina di regia immaginata da Giuseppe Conte. Viene da dire, per fortuna. Anche se puntare tutte le fiche su un solo progetto seppur immenso non lascia tutti tranquilli. Per gli aspetti strategici, più che per quelli tecnici.Da questo punto di vista, il testo finito al vaglio del Consiglio dei ministri di ieri è lineare e comprende una serie di norme che vanno dai contratti di apprendistato per i giovani diplomati all'assunzione a tempo determinato - massimo cinque anni - di tecnici e professionisti necessari per l'attuazione dei progetti, da collocare presso le strutture di governance ed enti locali. Cuore del dl, la riforma delle procedure di selezione, con concorsi semplificati e digitalizzati da chiudersi in 100 giorni, nuove risorse per l'apprendistato e banche dati per individuare professionisti altamente qualificati tramite il portale unico. Inoltre, le amministrazioni impegnate nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, «potranno derogare, fino a raddoppiarle, le percentuali massime per il conferimento di incarichi esterni ai fini della copertura delle posizioni dirigenziali vacanti» relative a compiti strettamente e direttamente funzionali all'attuazione degli interventi del Piano. «Gli incarichi», puntualizza il testo, «possono essere conferiti solo qualora le professionalità necessarie non siano rinvenibili nei ruoli delle amministrazioni, trovano copertura e limiti nelle facoltà assunzionali, rimangono in vigore fino alla naturale scadenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2026». D'ora in avanti cambierà anche il criterio di avanzamento. «Le progressioni all'interno della stessa area avvengono secondo principi di selettività, in funzione delle capacità culturali e professionali, della qualità dell'attività svolta e dei risultati conseguiti, attraverso l'attribuzione di fasce di merito». Nel testo si precisa che «fatta salva una riserva di almeno il 50% delle posizioni disponibili destinata all'accesso dall'esterno, le progressioni fra le aree avvengono tramite procedura comparativa basata sulla valutazione positiva conseguita dal dipendente negli ultimi tre anni di servizio, dell'assenza di provvedimenti disciplinari, del possesso di titoli professionali e di studio ulteriori rispetto a quelli previsti per l'accesso all'area, nonché dal numero e della tipologia degli incarichi rivestiti».Tra gli aspetti tecnici, resta da sottolineare la scelta di rafforzare le strutture locali della Ragioneria dello Stato. Un chiaro obiettivo di aumentare il controllo sulle Regioni che sentiranno il fiato sul collo di Mario Draghi. Obiettivo evitare sorprese o ritardi. Sarà poi importante vedere chi nei prossimi giorni il Mef deciderà di indicare quale vice presidente della Bei, la Banca europea per gli investimenti, al posto di Dario Scannapieco scelto per Cdp. Molto probabilmente sarà una nomina di impronta tecnica pescata all'interno del Mef. La Bei sarà un interlocutori privilegiato perché su specifici progetti potrebbe attuare mini piani Juncker, con l'idea di creare un effetto leva su alcune voci di spesa del Pnrr. Resta aperta solo la partita del neo ministero della Transizione ecologica, guidato da Roberto Cingolani. Il cdm si è interrotto 20 minuti per una verifica tecnica. Il ministro ha chiesto di poter fare più assunzioni. Si è deciso di rimandare la scelta a un futuro cdm.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco