2023-10-07
Da ora le partite Iva smettono di essere bancomat dello Stato
Maurizio Leo (Imagoeconomica)
Salta l’acconto Irpef di novembre: rateizzazione da gennaio 2024. Maurizio Leo sulla riforma del Fisco: «Adempimenti, nuovo calendario».Rateizzazione dell’acconto di novembre in due fasi. Le partite Iva con un volume di affari fino a 500.000 euro non dovranno pagare l’anticipo delle tasse il prossimo mese, mentre per tutto il resto della platea se ne parla nel 2024. A confermare la novità è Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, commercio e turismo di Montecitorio, nonché responsabile Fisco della Lega, che intervenendo al congresso dei tributaristi italiani e al convegno di La Spezia dell’Associazione nazionale commercialisti, ha spiegato che «si sta lavorando per abolire l’acconto già da novembre 2023, a beneficio di milioni di attività economiche: artigiani, commercianti e liberi professionisti con l’ipotesi anche di dipendenti e pensionati con altri redditi». L’idea è di introdurre la novità direttamente nel decreto collegato fiscale alla manovra, in modo da andare ad alleggerire il carico burocratico immediatamente a più di 3 milioni di attività e «svariate migliaia di contribuenti». L’acconto di novembre andrebbe poi diluito in sei tranche, da gennaio a giugno 2024. In questo modo, secondo Gusmeroli, si potrà dire addio alle richieste di «prestiti in banca per pagare l’acconto di novembre e a sanzioni e interessi per chi non ci riesce». Una mossa che inizierà a dare un respiro ai contribuenti e che, stando a quanto detto da Eurostat, non andrà a pesare sui conti pubblici. Aspetto non di poco conto, soprattutto viste le risorse a disposizione per la prossima manovra economica. La legge di bilancio non è l’unico dossier su cui è impegnato il governo. Sul piatto c’è anche la delega fiscale con i relativi decreti attuativi che, ricordiamo, rappresentano il cuore operativo della riforma del Fisco italiano. Sul tema il viceministro dell’Economia e delle finanze Maurizio Leo, intervenuto in collegamento al 45° congresso dell’Associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari, ha spiegato come dopo l’approvazione a fine agosto del testo della delega fiscale «ho immediatamente costituito un comitato tecnico per l’attuazione della riforma composto da 13 commissioni di esperti in materia fiscale e tributaria, che hanno già elaborato una serie di proposte sulle quali stiamo ragionando. Stiamo imprimendo una grande accelerazione ai diversi provvedimenti per rendere il Fisco più vicino ai cittadini». Sui tempi di attuazione della riforma, Leo ha poi spiegato come «le norme che non richiedono copertura e che semplificano il rapporto Fisco-contribuente possono entrare in vigore già dal 1° gennaio 2024». Semplificare i rapporti tra amministrazione finanziaria e contribuenti è infatti uno dei cardini principali della riforma fiscale anche in chiave di lotta all’evasione. Secondo le ultime stime del Mef il tax gap in Italia oscilla tra 80 e 100 miliardi e per cercare di ridurre questo buco «dobbiamo agire ex ante», precisa Leo, usando strumenti come «il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance che riguarderà i soggetti di maggior dimensioni». Si vuole spingere l’uso di questi due strumenti perché, stando agli ultimi dati del Mef, solo il 2- 2,5% delle dichiarazioni fiscali sono oggetto di controllo. Con il concordato preventivo, che prevede invece un accordo tra Fisco e il contribuente, dove viene fissata per due anni la base imponibile e dunque la quantità delle relative tasse che devono essere pagate, si ha l’obiettivo di andare ad aggredire parte di quel tax gap che ci caratterizza. Sul tema, l’Istituto nazionale dei tributaristi ieri ha messo però in guardia il governo soprattutto in relazione all’uso degli Isa e degli indici di affidabilità fiscale. Questi due «dovranno essere rettificati» dato che presentano ancora diverse anomalie e «questo andrebbe a detrimento sia dell’utilizzo di quell’istituto, sia delle imprese soprattutto le micro-imprese, quelle più strutturate, quelle che vanno maggiormente difese». Altri due temi, particolarmente importanti, nell’ottica di rivedere il rapporto tra Fisco e contribuente, sono il meccanismo di riscossione e le sanzioni. Sul primo Leo ha spiegato che l’obiettivo del governo è quello di «ripensare il meccanismo, che ormai ha raggiunto livelli abnormi, circa 1.153 miliardi. Dobbiamo cercare di smaltire questo magazzino delle cartelle e lo vogliamo fare in modo tale da poter individuare realmente quelli che sono i carichi fiscali che possono essere recuperati». Sulle sanzioni, in particolare quelle amministrative, il viceministro all’Economia sottolinea come quelle attuali risultino essere eccessivamente pesanti. L’obiettivo è «riportarle a livelli europei». E infine Leo conclude sottolineando che si ha intenzione di portare in cdm, per dar corso all’iter parlamentare, una serie di provvedimenti «in particolare quelli che attengono la fiscalità internazionale, per adempiere alcuni obblighi che ci derivano dalla direttiva comunitaria sulla global minimum tax (15% per le multinazionali, ndr) ma al tempo stesso individuare un percorso per rasserenare il rapporto tra Fisco e contribuente». In questa ottica deve essere dunque vista la volontà di attenzionare in cdm anche la revisione del calendario degli adempimenti, sia per le dichiarazione sia per i termini di versamento.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.