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Parole Testarde | Toga party

In occasione della Relazione sull’attività del 2022, il presidente della Consulta, Silvana Sciarra, ha rilasciato molte dichiarazioni pubbliche e risposto alle domande dei giornalisti. Ha così colto l’occasione per esplicitare la filosofia costituzionale che anima i lavori delle nostre toghe supreme. «Un giorno non lontano», ha detto, «si dovrà fare un bilancio molto puntuale in merito a questa apertura di credito al legislatore che, purtroppo, su temi molto sensibili e socialmente rilevanti, non ha portato sempre a risultati soddisfacenti e rapidi per i cittadini». Frasi chiare, che pongono la Corte sullo stesso piano della politica, con il «piccolo» vantaggio di poter emanare atti non impugnabili, e dunque di avere il coltello decisamente dalla parte del manico rispetto a chi dovrebbe realizzare la sovranità popolare. Questa deriva è l’inevitabile sviluppo di un percorso che nasce da lontano, e cresce con l’idea che le Corti e il potere politico debbano concorrere ad «aggiornare» i valori costituzionali. È l’esatto opposto della concezione «originalista», che vede le toghe come ancorate al testo della Carta, e la cui prerogativa si esercita in un terreno differente da quello politico, e potenzialmente antagonista, come mostra la rabbia di Biden per la sentenza che in America ha cancellato l’aborto come diritto costituzionale: non perché i giudici fossero contro l’aborto, ma perché la Costituzione non lo prevede come diritto. Il confronto tra Antonin Scalia e i predecessori della Sciarra illumina le conseguenze di questa radicale differenza.

Frenata sull’accordo dopo le accuse russe: «Tentato raid ucraino contro casa di Putin»
Volodymyr Zelensky e Donald Trump (Ansa)
  • Ira di Donald Trump per l’attacco. Kiev nega: «Bugie per minare l’intesa». Sergej Lavrov: «La nostra posizione negoziale cambierà».
  • Conquistati, secondo l’esercito, 334 insediamenti in 12 mesi e 700 chilometri quadrati a dicembre.

Lo speciale contiene due articoli

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Edicola Verità | la rassegna stampa del 30 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 30 dicembre con Carlo Cambi

Il Colle fa un favore a pm e sinistra e ritarda la data del referendum
Sergio Mattarella (Ansa)
  • Giorgia Meloni puntava su inizio marzo, ma non c’è accordo con Sergio Mattarella. Ora l’obiettivo è il penultimo week end del mese. I comitati per il No invece vogliono rinviare le urne a maggio per provare a recuperare lo svantaggio.
  • Un ordine del giorno di Fdi impegna l’esecutivo a far votare i connazionali in presenza. Antonio Di Pietro, che aveva dato l’allarme, esulta. Oggi voto finale alla Camera sulla manovra.

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I giudici stanno sempre con i ladri
Giudici (Ansa)
Dopo quella che ha punito il gioielliere Mario Roggero, un’altra sentenza sconcertante a Perugia: negata l’aggravante della rapina per un furto violento di un cellulare. Per le toghe «la colluttazione non ci sarebbe stata se la vittima non avesse reagito».

Siete convinti che la legge tuteli le persone oneste? Beh, vi sbagliate, perché la legge sta dalla parte di ladri e rapinatori, per lo meno se si dà retta a certe sentenze. A Perugia, infatti, la Corte d’appello non ha riconosciuto le aggravanti a carico di un uomo che aveva cercato di sottrarre uno smartphone a una donna, strappandoglielo dalle mani mentre questa era all’interno della sua vettura. Nonostante la colluttazione nata tra il malvivente - che voleva appropriarsi del cellulare - e la vittima, per i giudici non si può parlare di rapina, ma soltanto di furto aggravato e dunque il delinquente è stato condannato alla pena minima di due anni e non a quella dai cinque in su prevista nel caso in cui il tribunale avesse deciso di riqualificare l’accusa.

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