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Parole Testarde | Immigrati, porti chiusi e teste aperte

«Razzisti!». «Sostituzione etnica!». «Ci vuole più Europa!». «Blocco navale!». Il cosiddetto dibattito sull’immigrazione è diventato da qualche anno una specie di rissa tra tifoserie vagamente allucinate, mentre la realtà corre e cambia portando problemi giganteschi di convivenza, di leggi, di equilibri economici, sociali, previdenziali, culturali. Eppure, poco più di vent’anni fa, prima dell’11 settembre, sarebbe stato possibile impostare l’intera faccenda entro binari più ragionevoli e sensati. Nel senso che i pensieri e le parole per evitare il tritacarne degli slogan inutili ci sarebbero stati. Giacomo Biffi, Giorgio Gaber e Giovanni Sartori da punti di vista, con ruoli e linguaggi e scopi decisamente diversi tra loro, hanno dato vita a un dialogo, diretto e indiretto, proprio sui temi dell’immigrazione, del rapporto con l’altro, del senso della convivenza tra diversi. Il primo, grande cardinale, si attirò insulti e strali per aver osato dire che l’accoglienza va declinata nell’ambito del possibile, che non tutti gli immigrati sono uguali, e che integrare chi abbia una concezione di donna, di famiglia e di educazione troppo diversa non è sempre facile. Lo applaudì giusto Giovanni Sartori, mente critica di sinistra, riconoscendo i tratti di una sana laicità che in nulla faceva a botte con la posizione religiosa. E poi c’è Gaber, capace di mettere in parole e musica il tema dell’altro. Ce n’è di che imparare molto, oltre vent’anni dopo.

Il Brasile di Lula è stretto tra i dazi punitivi di Trump e gli aiuti interessati di Xi
Donald Trump e Xi (Ansa)
Il presidente ha aumentato i consensi dopo le tariffe Usa. Ma mezzo Paese pensa che il predecessore Bolsonaro, in carcere per tentato golpe, sia un perseguitato politico.

Mentre il Sudamerica abbraccia il libero mercato con le vittorie elettorali di Javier Milei in Argentina, Rodrigo Paz in Bolivia e José Antonio Kast in Cile, tra i grandi Paesi del subcontinente il Brasile resta l’ultimo fortino di una sinistra asfittica. Tra un debito pubblico fuori controllo, un apparato giudiziario sotto sanzioni Usa e il pesante processo all’ex presidente Bolsonaro, l'amministrazione di Luiz Inácio Lula da Silva tenta di sopravvivere agitando lo spauracchio dell’interferenza esterna.

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Debiti e liti, le grane in casa di Lady Conte
Giuseppe Conte (Ansa)
Natale teso per Olivia Paladino, compagna di Giuseppi. La sorella Cristiana, infatti, spaventata dai bilanci in rosso delle loro società, vuole cederle le sue quote in cambio di 150 milioni. Intanto, al fratellastro Shadow vanno liquidati altri 10,2 milioni.

Il giorno della vigilia di Natale, l’ex premier e leader del M5s, Giuseppe Conte ha pubblicato sul proprio profilo Instagram una foto che lo ritrae insieme alla compagna Olivia Paladino, nel suo studio, con accanto un albero di Natale addobbato con gusto.

La cosa che ha colpito è l’espressione della compagna Olivia. Una foto di rito. Una scocciatura. Non un sorriso di circostanza e, anzi, quel volto corrucciato lascia trasparire il momento difficilissimo che la donna sta attraversando, legato alle società di famiglia e al rapporto, ormai ai ferri corti, con la sorella Cristiana.

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Il prete di Terlizzi fa sparire Gesù e ribalta il messaggio del Vangelo
Ansa
Don Michele denuncia le guerre, ma il Bambinello simboleggia l’amore assoluto di Dio.

In un comune del barese, a Terlizzi, il parroco don Michele Stragapede si è sostituito a Dio e ha deciso di non far nascere il Bambin Gesù, di farlo sparire come se tutto fosse un gioco di prestigio, una magia. Un ribaltamento della catechesi oltre che della storia. Al suo posto, nella culla, solo un lenzuolo bianco circondato da balle di fieno. «Facciamo finta che tutto vada bene?», ha domandato il sacerdote alla comunità. «Facciamo finta che non ci sono stati bambini uccisi a Gaza, in Israele, in Sudan? Nella striscia di Gaza e in Israele sono stati ammazzati o lasciati morire oltre 16.000 bambini sotto i 12 anni: una vera strage degli Innocenti a opera di Erode».

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