«Razzisti!». «Sostituzione etnica!». «Ci vuole più Europa!». «Blocco navale!». Il cosiddetto dibattito sull’immigrazione è diventato da qualche anno una specie di rissa tra tifoserie vagamente allucinate, mentre la realtà corre e cambia portando problemi giganteschi di convivenza, di leggi, di equilibri economici, sociali, previdenziali, culturali. Eppure, poco più di vent’anni fa, prima dell’11 settembre, sarebbe stato possibile impostare l’intera faccenda entro binari più ragionevoli e sensati. Nel senso che i pensieri e le parole per evitare il tritacarne degli slogan inutili ci sarebbero stati. Giacomo Biffi, Giorgio Gaber e Giovanni Sartori da punti di vista, con ruoli e linguaggi e scopi decisamente diversi tra loro, hanno dato vita a un dialogo, diretto e indiretto, proprio sui temi dell’immigrazione, del rapporto con l’altro, del senso della convivenza tra diversi. Il primo, grande cardinale, si attirò insulti e strali per aver osato dire che l’accoglienza va declinata nell’ambito del possibile, che non tutti gli immigrati sono uguali, e che integrare chi abbia una concezione di donna, di famiglia e di educazione troppo diversa non è sempre facile. Lo applaudì giusto Giovanni Sartori, mente critica di sinistra, riconoscendo i tratti di una sana laicità che in nulla faceva a botte con la posizione religiosa. E poi c’è Gaber, capace di mettere in parole e musica il tema dell’altro. Ce n’è di che imparare molto, oltre vent’anni dopo.
Sergio Mattarella (Ansa)
Monito del presidente della Repubblica sul costo della vita e la crisi che mette in difficoltà le famiglie. Una presa di coscienza dalle tempistiche sospette e che non nomina il principale responsabile: l’Unione europea e le sue politiche di austerità.
(Ansa)
Il premier a margine del Cdm: «Oggi dedichiamo la festa dei lavoratori a questo tema e ci impegniamo a fare ancora di più. Abbiamo reperito insieme all'Inail altri 650 milioni di euro per mettere in campo nuove misure concrete che insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail destinati a cofinanziare gli investimenti delle imprese in questi ambiti portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse disponibili per migliorare la sicurezza sui posti di lavoro».
Giorgia Meloni insieme al premier turco Recep Tayyip Erdogan (Ansa)
I complimenti del leader turco in visita a Roma: «Italia coraggiosa e determinata». Il premier esulta: «Grazie alla nostra cooperazione azzerate le partenze da Ankara, lottiamo insieme contro i trafficanti».
Scott Bessent (Ansa)
- Il ministro come Henry Kissinger: «In Europa non so chi chiamare». Lite con Amazon sui dazi. Ma arriva lo sconto sulle tariffe auto.
- In Europa, il Parlamento magiaro approva la proposta di Viktor Orbán contro il tribunale «politicizzato», che vuole processare Benjamin Netanyahu. Plauso di Matteo Salvini. Antonio Tajani lo bacchetta: «L’Italia resta».